Il turismo a Piacenza è in calo? Secondo Istat sì: i dati provvisori del 2024 confermano infatti il trend negativo, con una contrazione del 4,3% degli arrivi (turisti) e del 5,6% delle presenze (notti trascorse in loco) rispetto al 2023, dati peggiori a livello regionale e gli unici – insieme a Parma – con il segno meno. Tuttavia, pare che i numeri siano in qualche modo “falsati” a causa dei ritardi nelle comunicazioni da parte delle strutture ricettive. È uno dei temi emersi dall’incontro di mercoledì mattina, 12 febbraio, nella sala consiliare della Provincia di Piacenza, organizzato da Visit Emilia, a cui hanno partecipato i titolari di diverse strutture ricettive della provincia di Piacenza. Gli imprenditori hanno esposto problematiche e priorità al presidente di Visit Emilia, Simone Fornasari, al direttore, Pierangelo Romersi, e all’assessore alla cultura del Comune di Piacenza, Christian Fiazza. Presente all’incontro anche Marco Oppi, referente statistiche del settore turismo della Regione Emilia-Romagna.
Durante l’incontro si è discusso dell’importanza della rilevazione statistica e delle modalità di comunicazione delle presenze turistiche, dell’andamento delle presenze turistiche nel 2024 e degli strumenti di analisi della domanda turistica, nonché delle attività di promozione di Visit Emilia e del coordinamento con gli uffici di informazione e accoglienza turistica (IAT) e con i territori.
DATI INCOMPLETI – “Nel periodo natalizio – esemplifica Christian Fiazza – Castell’Arquato ha avuto un dato provvisorio di meno 24%. Vuol dire che i dati non sono stati inviati per tempo. Il cittadino che legge i dati pensa che Castell’Arquato sia un disastro, ma naturalmente così non è. Lo stesso vale in città e in altre località della provincia”. “La percezione è che il turismo non vada bene – dice l’assessore – ma in realtà non è così. Nel 2023 abbiamo avuto 600mila pernottamenti a Piacenza, un dato mai raggiunto dal 2011. È fondamentale che le presenze vengano comunicate per tempo per dare un’idea più precisa e veritiera del fenomeno turistico piacentino”. La soluzione potrebbe essere l’introduzione del Codice identificativo nazionale (Cin), in vigore dal primo gennaio di quest’anno, generato dalla Banca dati strutture ricettive. “Ci sono nuovi aspetti normativi per le strutture ricettive – spiega Pierangelo Romersi – che vanno dall’introduzione del Cin nazionale, un unico riferimento che le strutture devono avere per promuoversi, ma soprattutto per segnalare le effettive presenze e i pernottamenti dei turisti, che vanno comunicati alla statistica regionale attraverso il nuovo portale Ross 1000. La tempestiva informazione del pernottamento ci permette una lettura migliore di quello che avviene sul territorio di Piacenza, Parma e Reggio Emilia e, per quanto riguarda Destinazione Turistica Emilia, di finalizzare al meglio le attività di comunicazione e quindi promuovere l’Emilia e Piacenza sapendo quali sono i dati, quali sono le strutture, quanti sono le presenze e come concentrare la nostra attività. L’obiettivo è lavorare insieme per perseguire questi risultati”.
PIACENZA CRESCE RISPETTO AL PRE-PANDEMIA – Per alzare i numeri del turismo, Romersi sostiene ci sia bisogno di organizzare eventi di qualità che portino a una sempre più alta attenzione verso il territorio. Fra questi, i convegni e il business, per compensare i periodi di bassa stagione. Tuttavia, il direttore di Visit Emilia vede il bicchiere mezzo pieno sottolineando che “Piacenza è ancora in netta crescita, è la città della Regione che è cresciuta più rispetto al pre-pandemia. Siamo ancora in attesa dei dati definitivi del 2024, è importante che il dato venga comunicato correttamente per una lettura più completa”. Romersi afferma che ci sono alcuni punti forza e altri da migliorare. Tra i punti di forza, “c’è tutta la fascia collinare, che rimane sempre in crescita”, anche se “siamo sempre soggetti ad alcune situazioni, come la decrescita del mercato interno italiano e le condizioni meteorologiche avverse”. L’assessore Fiazza ha sottolineato come “il Comune di Piacenza sta cercando di essere capofila di un lavoro di rete necessario su tutto il territorio provinciale”. “Quello che possiamo fare è cercare di accudire meglio e coccolare chi viene in città, che sia per business o per turismo o svago, e formare le nostre strutture. Riprenderemo i ‘Martedì del Farnese’, le attività di formazione per gli operatori del settore, e cercheremo di metterci a disposizione in questo senso”.
AFFITTI BREVI E FORMAZIONE – La nuova Banca dati strutture ricettive e il Codice identificativo nazionale permetteranno anche di avere una mappatura più chiara e completa delle strutture ricettive. Piacenza ha diversi alberghi, e in più sta crescendo il fenomeno degli affitti brevi (in particolare con la piattaforma AirBnb) e dei bed and breakfast. Le novità previste dalla legge prevedono anche una formazione. È importante perché “una cosa è avere un albergo, e avere quindi avuto una formazione familiare o un’esperienza di gestione di una struttura, un’altra cosa è avere un appartamento, metterlo a norma e decidere di affittarlo”, commenta Fiazza. “Molti si sentono spaesati di fronte alle incombenze che emergono, poiché entrano in un mondo amministrativo nuovo e hanno bisogno di risposte. A volte deve essere l’ente pubblico a fornire gli strumenti”.
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