A Milano una parafarmacia. Gli integratori sono tra i protagonisti dell’offerta, sulla scia di numeri di vendita costantemente in crescita. La comunità scientifica invita però alla prudenza. Ilaria Prandoni, biologa e nutrizionista: «L’assunzione di integratori alimentari va indicata dal proprio medico»
Amazon ha inaugurato un punto vendita fisico a Milano. Sembra quasi un ossimoro per l’azienda che domina il commercio online, eppure il gigante di Seattle non è nuova a queste iniziative in giro per il mondo. La location scelta è piazzale Cadorna, mentre il concept del negozio è di fatto quello di una parafarmacia (si chiama Parafarmacia & Beauty), con un vasto assortimento di prodotti beauty delle migliori marche, accompagnato da una selezione di farmaci da banco (che non richiedono dunque prescrizione medica) e integratori.
Proprio questi ultimi sono protagonisti di un vero e proprio fenomeno commerciale in Italia, con numeri in costante crescita e un mercato che vale ormai oltre 4 miliardi di euro annui. Non a caso la società fondata da Jeff Bezos ha scelto di puntare su questi prodotti per il suo primo «emporio» italiano, con l’obiettivo di cavalcare una tendenza su cui la comunità scientifica invita alla prudenza.
Come funziona Amazon Parafarmacia & Beauty
L’idea di Amazon è quella di unire all’esperienza classica di acquisto in un negozio fisico l’approccio tecnologico che ci si aspetta dal gigante dell’e-commerce. Ecco dunque una serie di specchi smart posizionati nell’area denominata «Dermo Bar», quella dedicata alla cura della pelle. Partendo da una fotografia e sfruttando un modello di intelligenza artificiale, viene analizzata la pelle con tanto di report su idratazione, rughe, punti neri, elasticità . A questo punto uno dei consulenti presenti nel punto vendita (si, ci sono i commessi e non tutto è automatizzato) consiglierà i prodotti migliori da poter acquistare sulla base dell’analisi effettuata.
Ci sono poi delle postazioni informative nelle quali basta poggiare un qualsiasi prodotto sull’apposita zona sensibile affinché sullo schermo appaiano le informazioni utili relative a quello specifico articolo. Il tutto sfruttando dei tag NFC, la medesima tecnologia utilizzata dagli smartphone per i pagamenti tramite i Pos.
Per quanto riguarda i prezzi, Amazon ha chiarito che non saranno allineati a quelli del negozio online. Seguiranno dunque un andamento indipendente, probabilmente influenzati da tutti quei fattori che di solito incidono sui listini delle catene fisiche (trasporto, costo del personale, costo delle utenze etc.). Anche perché molti prodotti che si trovano nel negozio fisico non sono ancora disponibili su Amazon.it.
Il mercato degli integratori in Italia
Una scelta particolare quella del gigante di Seattle, che peraltro ha deciso di puntare su un segmento di mercato nel quale non esiste una proposta di prodotti a marchio Amazon. Basta però analizzare i numeri messi a segno dagli integratori in Italia per comprendere una parte delle ragioni alle spalle della strategia della «grande A».
Negli ultimi anni, l’attenzione verso la salute e il benessere ha spinto sempre più persone a rivolgersi agli integratori alimentari, divenuti parte integrante della routine di milioni di italiani. Parliamo di un mercato che, nel 2024, ha superato i 4,5 miliardi di euro annui, con quasi il 78% delle vendite provenienti dalle farmacie. Queste ultime dominano rispetto agli altri canali: gdo (7,7%), parafarmacie (7,6%) e online (6,9%). L’Italia è il primo mercato europeo, con il 26% delle vendite totali, seguita da Germania (19%) e Francia (15%).
Uno studio di Future Concept Lab mostra che quasi la metà degli italiani (48,4%) si consulta con un dottore prima di comprare integratori, mentre il 36,3% chiede consiglio al farmacista. Dati che hanno fatto accendere i riflettori della comunità scientifica.
Utilizzare gli integratori in maniera consapevole
Per comprendere meglio il concetto di integratore alimentare, abbiamo raggiunto telefonicamente la dottoressa Ilaria Prandoni, biologa e nutrizionista di Palazzo della Salute del Gruppo San Donato.Â
«Quando si parla di integratori alimentari, è importante distinguerne l’utilizzo in caso di specifiche carenze da quello come coadiuvanti terapeutici. Nel primo caso, è fondamentale assumerli a fronte, ad esempio, di una conclamata carenza vitaminica certificata dalle analisi di laboratorio; nel secondo caso ci sono sostanze per le quali è stata verificata l’efficacia nell’affiancamento ai farmaci prescritti per determinate patologie. A prescindere però dagli ambiti, è importante che l’assunzione degli integratori alimentari sia indicata dal proprio medico (sia esso il medico di base o lo specialista di turno) e non rappresenti un’iniziativa autonoma del paziente. Questo perché ci si può trovare, ad esempio, ad assumere un multivitaminico a fronte di una situazione di carenza che invece riguarda un solo complesso vitaminico, con il risultato di sovraccaricare determinati organi con un eccesso di determinate vitamine già presenti in quantità corretta nell’organismo», ha chiarito la dottoressa Prandoni.Â
Uno scenario coerente con l’abuso di integratori e cibi proteici nell’ambito dello sport amatoriale, troppo spesso assunti senza controllo medico. Â
«Complessivamente gli integratori alimentari possono essere dei validi aiutanti. È bene però sottolineare come una corretta alimentazione consenta di per sé di integrare tutto ciò di cui il nostro corpo ha bisogno. Chiaramente le carenze possono scaturire da tanti fattori, incluse delle patologie specifiche. Motivo per cui è importante basarne l’assunzione sugli esami di laboratorio, che inevitabilmente coinvolgono il rapporto con il proprio medico, che deve rappresentare un caposaldo importante per ciascuno di noi», ha proseguito la dottoressa Prandoni.
La strada sembra ormai tracciata. Gli italiani amano gli integratori, che però non rientrano nelle spese sanitarie deducibili, con una spesa media mensile che, nel nostro mercato, si assesta sui 40 euro a persona. Chissà che Amazon ci abbia visto giusto con Parafarmacia & Beauty.
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