Banco Bpm, Castagna “rilancia” – Economia

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RISIKO L’istituto annuncia un utile record e un piano industriale da 7,7 miliardi di euro entro il 2027

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Nel quantomai affollato panorama italiano dei “risiko” bancari ieri è arrivato il giorno di Banco Bpm. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, sotto Ops ostile lanciata da Unicredit, ha presentato i dati del 2024 (con un dividendo pari a 1 euro ad azione) e le previsioni di crescita dei prossimi anni, attraverso una revisione del piano industriale che garantirà nuovo valore per agli azionisti. E sempre ieri ha annunciato il rilancio a 7 euro per azione dell’Opa su Anima. Insomma, se forse non si può dire che l’istituto di credito è andato al contrattacco del colosso di Orcel, quantomeno ha dimostrato di voler vendere cara la pelle, cercando di convincere gli azionisti che il bello – cioè la redditività – deve ancora arrivare. Tutto al netto dell’ipotetico rilancio miliardario dell’offerta di Unicredit e del fatto che alla fine saranno gli azionisti a decidere se cedere le loro partecipazioni. Ma andiamo con ordine.

Nuovo piano industriale: utili per 7,7 miliardi di euro

La mattinata si è aperta con i dati del bilancio 2024 e il nuovo piano industriale, che punta a realizzare utili netti cumulati nel periodo 2024-2027 superiori a 7,7 miliardi di euro, nonostante la robusta riduzione dei tassi di interesse effetto dell’allentamento della politica monetaria Bce. Nelle previsioni illustrate da Castagna, il nuovo piano industriale assicurerà ai soci una remunerazione complessiva superiore ai 7 miliardi.

Quanto al 2024, il gruppo ha chiuso con un utile netto di 1,9 miliardi di euro, il più elevato di sempre, in crescita del 52 per cento sul 2023, e con un utile netto rettificato a 1,7 miliardi (+18 per cento). Il consiglio di amministrazione ha deliberato un dividendo di 1 euro ad azione, di cui il 40 per cento già pagato sotto forma di acconto e il restante 60 per cento (dunque 60 centesimi) da pagare a maggio.

«Avanti per la nostra strada»

Fin qui i numeri. Sui quali Castagna ha fatto affidamento ieri pomeriggio incontrando i giornalisti per “raccontare” cosa ha fatto finora la banca (l’Ad ha puntato molto nel suo “racconto” sul tema della crescita degli ultimi anni) e cosa vuole fare (uno degli elementi centrali è proprio l’Opa su Anima). Alla domanda se si attende un – probabile – rilancio nell’Ops di Unicredit, l’amministratore delegato del Banco ha risposto: «Non mi aspetto niente, noi andiamo avanti per la nostra strada con una strategia industriale chiara e apprezzata dagli azionisti». A proposito di azionisti, i giornalisti hanno provato a indagare quale sia l’aspettativa in merito a Credit Agricole, che potrebbe essere tentata di accettare l’offerta di Unicredit. «Siamo felicissimi della loro partecipazione in Banco Bpm – ha sottolineato Castagna -, a noi sembrano azionisti stra-contenti, hanno una storia di serietà e fedeltà».

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Il rischio Russia

La presenza di Unicredit in Russia è invece un elemento “critico”. «Constatiamo che è l’unica banca occidentale insieme a Raiffeisen rimasta in Russia, auspichiamo venga fatta chiarezza perché ci sono i nostri azionisti di mezzo». Castagna per contro ha messo in luce il perimetro di Banco Bpm, che opera nel Nord Italia, in Emilia Romagna e in Toscana, una delle aree europee più sviluppate e dunque meno esposte.

«Con Anima creiamo enorme valore»

L’operazione Mps-Mediobanca e un ipotetico raffreddamento dell’opposizione del governo alla Ops di Unicredit potrebbero isolare Banco Bpm? «Non avevamo mai sperato ci salvasse qualcuno – ha risposto Castagna -, siamo tranquilli, anche perché con l’operazione Anima stiamo creando un enorme valore che ci permetterà di difenderci molto bene».

«Nessuna svendita»

L’Ad di Banco Bpm ha poi precisato come il gruppo non vuole «barriere protezionistiche», ma «non vogliamo nemmeno che la banca sia svenduta al prezzo di due anni fa». Castagna ha rivendicato il lavoro compiuto dalla fusione tra Banca Popolare di Milano e Banco Popolare del 2016 ad oggi, che culmina con un utile netto record, ricordando lo scetticismo di parte del mercato dieci anni fa a fronte di una mole ingente di crediti deteriorati.

La vicinanza alle Pmi

Conto e carta

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Se l’operazione Unicredit andasse in porto i territori in cui è radicato Banco Bpm registrerebbero una stretta sul credito? «Oggi il nostro fido medio è di 300mila euro, non 30 milioni di euro, a testimonianza della vicinanza alle piccole e medie imprese. Se mi chiedete se questa politica del credito è compatibile con un gigante bancario, la risposta è dipende…».

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