Bandire i giovani dai social media viola i loro diritti

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Appena trascorso il Safer Internet Day, oggi la rete di ricerca indipendente, multidisciplinare e internazionale EU Kids Online, che dal 2006 studia le opportunità e rischi del digitale per bambini e adolescenti europei, ha pubblicato un position statement con cui dichiara i limiti e i pericoli dei divieti all’uso dei social media e dello smartphone. 

Infatti, le restrizioni all’uso delle tecnologie digitali vengono citate nel dibattito pubblico come lo strumento politico che può garantire la sicurezza dei ragazzi nel mondo online. Gli studi recenti suggeriscono, al contrario, che i divieti assoluti possono peggiorare anziché risolvere la situazione, perchè non affrontano le cause dei rischi online alla radice.  

Il digitale è parte integrante della vita dei bambini da oltre due decenni e offre numerose opportunità per apprendere, comunicare con i pari ed esprimersi. Le ricerche dimostrano anche che l’uso delle piattaforme consente a bambini e adolescenti di acquisire competenze digitali essenziali, interagire con i pari, e avere accesso a informazioni importanti. 

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È innegabile che gli ambienti digitali pongano rischi, ma bandire gli adolescenti dai social media non migliora necessariamente la loro sicurezza. Anzi, potrebbe spingerli verso piattaforme e ambienti fringe, non regolamentati e ancora più privi di tutele. Inoltre, sappiamo che gli adolescenti spesso sfidano i divieti: si troverebbero in questo modo senza protezione sia online, sia offline.   

Bambini e adolescenti non sono tutti uguali. Si differenziano per età, bisogni e contesti di vita. Il loro diritto a partecipare al mondo digitale e a trarne beneficio dovrebbe essere bilanciato con misure di protezione efficaci, piuttosto che essere negato con divieti generalizzati. Riconoscerli come partecipanti attivi e, insieme, titolari di diritti, significa garantire contemporaneamente protezione e inclusione nel mondo digitale. Quando la società limita le libertà dei ragazzi nel loro interesse, gli obiettivi devono essere chiaramente indicati, i mezzi proporzionati, e le misure efficaci, trasparenti e basate su evidenze empiriche, e non ingiustificatamente restrittive. I ragazzi stessi chiedono di essere inclusi, non banditi dal mondo digitale, un mondo su cui la società fa sempre più affidamento e di cui gli adulti beneficiano. 

Senza contare che i divieti contro l’uso degli schermi, gli smartphone o i social media senza consultare i bambini violano l’articolo 12 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, che riconosce il loro diritto di essere ascoltati nelle decisioni che li riguardano. Mentre i più piccoli o i gruppi vulnerabili hanno bisogno di protezioni personalizzate, le restrizioni generalizzate e univoche rischiano di minare l’autonomia e l’agency dei minori. 

Per questo vorremmo invitare i politici a investire nello sviluppo e nell’applicazione di quadri normativi forti, che richiedano alle piattaforme digitali di mantenere elevati standard di sicurezza (safety by design, privacy by design, age- appropriate design).

Le piattaforme digitali, i governi e le autorità di regolamentazione devono anticipare e affrontare le esigenze e i diritti dei bambini in modo equo e inclusivo, anziché delegare a genitori e insegnanti per affrontare da soli le complesse sfide della sicurezza. 

Inoltre, l’azione normativa deve essere accompagnata da solidi interventi educativi, che comprendano programmi di alfabetizzazione digitale rivolti a bambini, genitori, educatori e altri professionisti che lavorano per promuovere il benessere dei più piccoli; linee guida per i decisori politici su come progettare interventi e iniziative politiche efficaci e basate sui dati; implementazione degli standard di sicurezza, per garantire che le piattaforme soddisfino i requisiti di progettazione a misura di bambino.

Sebbene le preoccupazioni su social media e salute mentale siano legittime, non esiste un consenso scientifico sul fatto che questi mezzi causino disturbi.  Alcuni studi hanno rilevato benefici dell’uso dei social media, altri hanno evidenziato i rischi e molti non hanno mostrato effetti significativi. Molti studi che vengono citati per dimostrare la pericolosità dei social media per il benessere degli adolescenti non sono longitudinali e non possono quindi dimostrare relazioni di causa-effetto, oppure si basano su esperimenti condotti su giovani-adulti e i giovani adulti sono molto diversi dagli adolescenti. 

Occorre tuttavia sottolineare che alcune ricerche volte a identificare la causa del malessere giovanile suggeriscono che i media digitali possono contribuire alle difficoltà di salute mentale di alcuni adolescenti. Da questa complessità nasce l’esigenza di interventi mirati piuttosto che di divieti generalizzati e di una ricerca rigorosa e capace di dar voce a tutte le sfumature, anziché affidarsi a narrazioni semplicistiche che tendono a ignorare problemi di fondo come l’isolamento sociale, il cyberbullismo o la manipolazione algoritmica.

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I divieti non sono la risposta e anche  altri fattori svolgono un ruolo, soprattutto nel lungo periodo. Per avere un internet più sicuro occorre rafforzare la regolamentazione per garantire che le piattaforme progettino ambienti digitali sicuri; promuovere l’alfabetizzazione digitale di bambini, genitori e educatori; incoraggiare politiche evidence-based anziché divieti reazionari; rispettare i diritti di bambini e adolescenti consultandoli sulle decisioni che riguardano la loro partecipazione online. 
 


 

EU Kids Online
Con ricercatori in oltre 30 paesi, i risultati di due decenni di ricerca hanno informato  le politiche per la promozione di un internet sicuro a inclusivo a livello nazionale, europeo (con una stretta collaborazione con il Better Internet for Kids Programme e il Council of Europe), e internazionale sintetizzati qui. I principi di EU Kids Online si fondano su un approccio ai diritti dei bambini in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (UNCRC) e il Commento generale n. 25 sui diritti dei bambini in relazione all’ambiente digitale. 

Il team italiano di EU Kids Online ha sede presso OssCom, Centro di Ricerca sui Media e la Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano, e è coordinato da Giovanna Mascheroni, e comprende Piermarco Aroldi, Davide Cino e Marco Rosichini.
 



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