Case sfitte a Torino, è lite sulle requisizioni. L’opposizione grida al bolscevismo. Contrario anche il Pd

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di
Paolo Coccorese

L’iniziativa «Vuoti a rendere» sbarcata in Commissione dovrebbe colpire i proprietari con più di 5 alloggi sfitti. I proponenti: «Riguarderebbe i fondi speculativi, nessuno vuol portar via la casa della nonna»

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La crisi immobiliare morde sia qui che a Barcellona. Eppure, sotto la Mole è accolta in modo opposto l’idea di imporre sanzioni per debellare il problema dei tanti alloggi vuoti. 

La proposta di una «requisizione» di quelli lasciati sfitti da almeno due anni dai grandi proprietari immobiliari (quelli da cinque appartamenti in su) — contenuta nella delibera di iniziativa popolare «Vuoti a Rendere» sbarcata in commissione comunale — scatena gli attacchi politici (le accuse di bolscevismo, copyright di Torino Bellissima e Lega, non si sentivano da un po’) e le preoccupazioni della maggioranza. 




















































Così, non basta a cancellare i timori neanche l’ammissione dei proponenti di aver preso spunto da una legge approvata nel capoluogo catalano e non nell’Urss. Tanto che il Pd, per voce del capogruppo Claudio Cerrato, in apertura del dibattito in commissione, mette subito le cose in chiaro per cercare di non fermare la riflessione: «Non deve essere un tabù discutere sulle politiche del diritto alla casa. Siamo pronti a fare la nostra parte sul tema degli appartamenti sfitti, considerando l’avvio di un censimento e il ripensamento dell’agenzia Locare. Ma di requisizioni non se ne parla: mancano le condizioni tecniche e culturali per avviarle».

Per citare (all’inverso) Ada Colau, l’ex sindaca di Barcellona (en Comù), a Torino «No se puede» requisire gli alloggi vuoti per aiutare i giovani e le famiglie numerose alla ricerca di un’abitazione. Ma — per merito della campagna Vuoti a Rendere — si è aperta (finalmente) una discussione su come arginare la crisi immobiliare

«Siamo la seconda provincia italiana per numero di sfratti. Con un mercato immobiliare espulsivo che dal 2020 ha visto un aumento dei prezzi record del 40%. Pensiamo sia necessario intervenire. Non sui piccoli proprietari, ma sui grandi, come i fondi di investimento che si muovono in modo speculativo», spiega Erica Mangione, ricercatrice del Politecnico, relatrice della proposta di Vuoti a Rendere che vorrebbe impegnare Palazzo Civico anche su altri interventi: in primis, un «censimento» degli appartamenti sfitti accolto con qualche distinguo.

«Ci sono stati studi, in collaborazione con le università, proposti a Bologna, Reggio Emilia e Pisa. Un lavoro che si può provare anche da noi, ma con la consapevolezza che parliamo di stime. Nel caso bolognese, ricordo che è considerato un errore del 20 per cento sui risultati». 

Gli attivisti di Vuoti a Rendere chiedono di intervenire pure su Atc. «È vero, esiste una parte di patrimonio di case popolari non utilizzata — spiega Jacopo Rosatelli, assessore al Welfare —. A Torino è inferiore al 7 per cento, ma fuori arriva al 12 per cento. L’obiettivo sfitto zero credo sia da perseguire. Come l’idea di una moratoria sui piani di alienazione».

Si lavora su come migliorare l’agenzia Locare, in modo da finanziare meglio questo strumento di mediazione tra proprietari e affittuari. È il punto di partenza per un dibattito non facile. Domenico Garcea (Forza Italia) attacca: «È sbagliato accanirsi sui piccoli proprietari, meglio aumentare i controlli sul ras delle soffitte Molino». 

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Sara Diena (Sinistra Ecologista) ribatte: «Dobbiamo avere il coraggio di pensare a un sistema di incentivi e anche di sanzioni, compresa la requisizione. Andando oltre le fake news: nessuno vuol portare via la casa della nonna. Mentre, annoto che per interesse pubblico si può requisire un immobile. Come ha fatto il Prefetto per l’Ufficio Immigrazione».
Chiude, Rocco Albanese, ricercatore del Piemonte Orientale e altro rappresentante di Vuoti a Rendere, che apre alla modifica della proposta: «Quella formulata è un’ipotesi di lavoro, discutiamo pure sulla definizione di proprietari, persone fisiche o enti, e sul numero di appartamenti posseduti. Però, è doveroso fare qualcosa, dopo anni di interventi basati solo sugli incentivi, con politiche dell’abitare votate a limitare la rendita fondiaria. In maniera innovativa, con incentivi e disincentivi, considerando che un immobile abbandonato produce costi economici, ma anche sociali».

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13 febbraio 2025 ( modifica il 13 febbraio 2025 | 11:36)

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