Sono relativamente piccoli, hanno un peso che varia dai 70 ai 250 chilogrammi, e sono un concentrato di alta tecnologia e affidabilità: sono infatti in grado di compiere ciò che fanno i satelliti più grandi.
Il più recente tra quelli costruiti in Italia è stato lanciato in orbita la scorsa settimana e fa parte della nuova rete satellitare “Iride” per l’osservazione della Terra: è stato progettato e realizzato dalla Argotec, con sede a San Mauro Torinese. Una struttura che ricorda una grande astronave circolare, un capolavoro dell’architettura contemporanea a firma del premio Pritzker Oscar Niemeyer, che lo concluse nel 1981.
Argotec è stata fondata nel 2008 dal suo attuale amministratore delegato, David Avino, che abbiamo incontrato per fare il punto sui progetti di questa realtà del settore aerospaziale.
Vi apprestate a realizzare satelliti in serie?
«Si tratta di “micro satelliti” che verranno prodotti al ritmo di uno alla settimana, nei grandi laboratori e camere pulite della nostra nuova sede. Si trova all’interno del nuovo quartier generale, ribattezzato SpacePark, e rientra nell’ambito del progetto Space Factory dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) inaugurato di recente».
Nel 2008 eravate in tre. Oggi quanti addetti vi sono in Argotec? E qual è il vostro programma?
«Attualmente abbiamo oltre 200 dipendenti, quindi il doppio rispetto al 2023. La loro età media è di 29 anni, ma con loro sono state inserite figure apicali senior per guidare la crescita e dare un alto profilo manageriale. Il progetto SpacePark consiste in 25 milioni di investimenti sul territorio e ulteriori 100 posti di lavoro. Per noi è un ulteriore passo che ci porta a un incremento della nostra capacità produttiva, per rispondere sempre meglio, sempre più velocemente e con affidabilità e flessibilità alle esigenze dei nostri clienti, oltre che di tutte le imprese che vogliono cogliere le opportunità della nuova space economy».
Di recente avete lanciato un satellite. Di cosa si tratta?
«Lo scorso 14 gennaio abbiamo lanciato con successo il primo di una serie di 25 micro satelliti da noi prodotti. Seguirà il lancio di altri 9, tutti assieme, sempre con un razzo Falcon 9 di SpaceX, entro l’estate. Ne seguiranno altri 15 nel 2026. Tutte le operazioni dei satelliti si svolgono presso la nostra sede di San Mauro. Noi progettiamo il satellite, lo realizziamo, effettuiamo tutti i test necessari nella nostra “camera pulita” di 1.000 metri quadri. Una volta lanciato, ne seguiamo l’operatività dal nostro centro di controllo».
Iride è una nuova rete satellitare. Quali scopi avrà?
«È la rete governativa, coordinata dall’Agenzia spaziale europea, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, in grado di fornire servizi per la pubblica amministrazione e capace di coprire tutto il territorio nazionale. Noi realizziamo questi satelliti grazie ai fondi del Pnrr. L’obiettivo è di fornire supporto ad enti nazionali come la Protezione civile per contrastare il dissesto idrogeologico, gli incendi, e monitorare le infrastrutture critiche. Vengono osservate anche la qualità dell’aria, le condizioni meteorologiche e molti altri dati a tutela del nostro Pianeta. Va sottolineato come i satelliti per l’osservazione della Terra possano avere importanti implicazioni in ambito commerciale e industriale».
Nel 2023 avete ricevuto il premio “Missione dell’anno”. Siete andati oltre l’orbita terrestre …
«Siamo stati l’unica azienda privata ad aver lanciato contemporaneamente, nel 2022, due microsatelliti nello spazio profondo. LiciaCube a 11 milioni di chilometri dalla Terra, e poi ArgoMoon in orbita lunare con la missione Artemis 1 della NASA. Due missioni di successo, che confermano l’alta affidabilità delle nostre piattaforme. Con LiciaCube abbiamo effettuato riprese video e fotografiche della sonda che ha impattato l’asteroide Dimorphos, nella prima missione al mondo di difesa planetaria, “Nasa Dart”. È’ importante sottolineare come questo tipo di missioni apra a numerose applicazioni anche nella difesa».
Progetti per il futuro?
«Ora siamo fortemente impegnati con Iride. Ma stiamo già lavorando per il prossimo futuro, con diverse missioni. Ad esempio per lo studio delle tempeste solari o, ancora, il monitoraggio delle attività meteoritiche sulla Luna. E poi abbiamo sviluppato, in collaborazione col centro Nasa di Pasadena, una radio che verrà installata sui nostri satelliti e abiliterà le comunicazioni in orbita bassa terrestre e nello spazio profondo. Non ultimo, ci stiamo espandendo sul territorio statunitense con nuovi impianti produttivi».
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