dove si è ingolfata Meloni

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Niente da fare per rafforzare la medicina territoriale: per assumere i medici di base ci vorrebbero 5 miliardi. Rottamazione delle cartelle? Sì, ma non ci sono fondi

La lista dei problemi è lussureggiante, quella delle soluzioni individuate desertificata. Ovunque il governo volga lo sguardo si trova di fronte un muro, in parte composto da difficoltà oggettive difficilmente sormontabili ma in buona parte anche dalle divisioni all’interno della maggioranza. Sono tante e diventa sempre più difficile nasconderle.

Nel vertice di maggioranza convocato dalla premier a palazzo Chigi a metà mattinata il piatto forte è la Sanità, nota dolentissima per tutto il Paese e dunque anche per il governo che non riesce neppure a scalfire l’emergenza conclamata. All’uscita il ministro Schillaci assicura che “si sta andando nella direzione giusta” e suona come una di quelle frasi che significano tutto e niente. Il presidente del Friuli Fedriga, invitato in quanto presidente della Conferenza Stato-regioni è più sincero: “Era solo una discussione per fare il punto. Non siamo arrivati a nessuna conclusione”. Comunque, chiarisce, i frutti del lavoro di oggi “si vedranno tra anni non tra mesi”. Fumata nerissima.

Microcredito

per le aziende

 

In realtà il problema che ha imposto il vertice, presenti anche i vicepremier e capipartito Salvini e Tajani e il ministro dell’Economia Giorgetti, è la riforma dei medici di base, pietra angolare di quella “medicina territoriale” che dai giorni del Covid in poi è come l’araba fenice: che sia realizzabile ciascun lo dice ma come farlo nessun lo sa. L’idea del ministro e di FdI sarebbe quella di arruolare i medici di base nel Servizio sanitario nazionale invece che continuare a inquadrarli come liberi professionisti convenzionati. Il muro di Forza Italia però non pare valicabile. Il capogruppo Barelli è tassativo: “Noi una riforma così non la votiamo e di blitz su questa materia non se ne fanno”. Questione di soldi, spiega l’azzurro: “Ci vogliono 5 miliardi: dove li troviamo?”. In realtà la distanza riguarda proprio l’orizzonte strategico, che per Fi è connotato dal ricorso al privato molto più che per il partito “statalista” della premier.

In teoria al vertice non si è parlato d’altro. Ma è letteralmente impossibile che sul tavolo non sia finita anche la palude dei nuovi giudici costituzionali. Alla vigilia, tanto per cambiare, regnava un certo ottimismo, “stavolta ci siamo quasi”. All’uscita i musi lunghi raccontavano una storia opposta. I giudici che le camere in seduta congiunta dovrebbero eleggere oggi sono 4. I tre indicati dalla maggioranza sarebbero Francesco Saverio Marini, architetto del premierato indicato da FdI, Andrea Di Porto, ex avvocato sia di Berlusconi che di Finivest in quota ovviamente Fi e Gennaro Terracciano. La casella vacante è la quarta, che deve soddisfare le opposizioni. Il nome in campo ieri mattina era quello di Maria Alessandra Sandulli, sulla quale sembrava fosse stata trovata l’intesa bipartisan. Qualcosa però deve essere andato storto perché ieri sera il pessimismo era molto più che prevalente. I soliti sospetti sono i leghisti, che avrebbero messo il veto proprio su Sandulli. Loro negano ma sta di fatto che l’accordo ieri sera sembrava ancora in alto mare.

Molto peggio il quadro sulla pace fiscale. La Lega insiste, punta i piedi, reclama con piglio ultimativo. Giorgetti l’austero per una volta avrebbe dato il via libera al suo viceministro Leo, cioè FdI. Ma le risorse a disposizione sarebbero molte di meno. Dopo il Consiglio federale della Lega riunito ieri a Roma al termine del vertice il Carroccio ribadisce: “Entro la fine della primavera ci vuole una norma, che sia legge o decreto, per garantire la rottamazione di 10 milioni di cartelle nell’arco di 10 anni”. In apparenza i tricolori non hanno nulla da eccepire. Salvo un particolare segnalato dal ministro Ciriani:Sulla rottamazione siamo tutti d’accordo. L’unico problema è trovare le risorse”. Non è un problema da poco.

In realtà il solo accordo già raggiunto è il nuovo decreto sui centri in Albania: è pronto allo studio del legislativo del Colle e sarà varato in tempi brevi. I centri albanesi previsti dal protocollo diventeranno Cpr e ospiteranno i richiedenti asilo per il quali è già stata decisa l’espulsione. Quelli già in Italia però, non quelli appena arrivati perché in caso contrario si riproporrebbero gli stessi ostacoli che hanno portato al fallimento del modello ipotizzato sinora. Su quel capitolo nella maggioranza nessuno ha nulla da ridire. Purché si smetta di diffondere la poco gratificante sensazione di star buttando una marea di soldi per tenere un centro vuoto e contingenti che non sanno come impiegare la giornata.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contabilità

Buste paga

 

Source link