Il nodo irrisolto dei musei di Agrigento: tra nuove consulenze e chiusure storiche

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Il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, ha nominato Gabriella Costantino consulente ed esperto per i Musei della città, un incarico a titolo gratuito che mira a valorizzare il patrimonio artistico locale. La scelta è ricaduta su una professionista di comprovata esperienza: storica dell’arte, ex soprintendente ai beni culturali e ambientali di Agrigento, Costantino è una figura chiave per la conservazione e il recupero delle opere presenti sul territorio. Il suo operato è stato fondamentale per il Museo Civico di Agrigento, per il quale ha redatto il piano scientifico di esposizione e coordinato interventi di restauro.

Tuttavia, la nomina apre interrogativi cruciali: può una consulenza risolvere il problema di musei chiusi, senza personale, né risorse adeguate? L’incarico, pur lodevole, sembra scontrarsi con una realtà ben più complessa, fatta di lungaggini burocratiche e carenze gestionali che da anni impediscono la piena fruizione del patrimonio cittadino.

Chi è Gabriella Costantino?

Gabriella Costantino non è nuova al mondo della tutela culturale agrigentina. Oltre ad essere stata sovrastante, ha ricoperto ruoli di rilievo nella gestione e conservazione del patrimonio artistico. Ha contribuito alla catalogazione e al restauro di circa 200 opere, tra cui la raccolta di dipinti di Francesco Politi e Giuseppe Santella, oggi custoditi nel Monastero di Santo Spirito e nel Collegio dei Filippini.

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La sua esperienza si estende ben oltre la semplice conservazione: ha promosso itinerari culturali innovativi e ha sempre sottolineato l’importanza di una visione integrata tra musei, territorio e contesto urbano , un concetto che potrebbe essere centrale nella sua nuova consulenza.

Nonostante l’incarico di Costantino miri a rilanciare il sistema museale della città, la situazione attuale resta critica . Il Museo Civico di Agrigento, all’interno dell’ex Collegio dei Filippini, è chiuso da tempo, privando la città di una delle sue più importanti pinacoteche proprio quando la città dovrebbe ospitare molti turisti nell’annon in cui è Capitale della Cultutra in Italia

Allo stesso tempo, il museo ospitato nel Monastero di Santo Spirito soffre di una grave mancanza di personale: non ci sono custodi nelle sale, né una guida per accompagnare i visitatori, che ricevono in ingresso una fotocopia che dovrebbe orientarli nella visita e nulla più. Questo rende quasi impossibile una fruizione completa delle opere esposte e riduce l’attrattiva per i turisti.

La questione non riguarda solo questi due spazi. Anche altri piccoli musei, come l’antiquarium dei Padri Liguorini, gli spazi espositivi di Santa Caterina e Santa Maria dei Greci, rimangono spesso fuori dai circuiti ufficiali, con aperture sporadiche e difficoltà gestionali.

L’incarico conferito dal sindaco Micciché ha un obiettivo chiaro: riorganizzare e valorizzare il sistema museale cittadino, con particolare attenzione al Museo Civico e agli itinerari culturali della città.

Tra i progetti che saranno seguiti dalla dottoressa Costantino vi è la riapertura della sede storica dell’wx Museo Civico, di fronte il palazzo comunale, chiusa dal 1980 . La struttura, situata negli ambienti ex dei Padri Agostiniani, non è mai stata restituita al pubblico per problemi burocratici e strutturali .

Oltre ai musei, l’incarico prevede un lavoro di valorizzazione del centro storico, dei percorsi panoramici e degli itinerari naturalistici. Tra questi spicca il progetto sui giardini storici di Agrigento, un itinerario che comprende il Giardino del Monastero di Santo Spirito, Villa Bonfiglio e Villa Genuardi. ma non può comprendere la Villa del Sole che è stata in gran parte occupata da un ampio edificio in costruzione, privando la città di uno spazio verde.

Agrigento non è solo la Valle dei Templi. L’intero centro storico, con la sua rete di edifici storici, collezioni d’arte e itinerari panoramici, rappresenta un museo a cielo aperto.

Oltre ai grandi poli espositivi, come il Museo Archeologico Pietro Griffo e il Museo Diocesano, la città vanta una ricchezza culturale spesso poco valorizzata. Un’adeguata strategia di promozione potrebbe trasformare Agrigento in un modello di turismo culturale, ma ciò richiede un impegno concreto che vada oltre le nomine e le consulenze.

Se da un lato la nomina di un esperto può rappresentare un passo avanti, dall’altro non risolve il nodo centrale: la mancanza di risorse e personale nei musei della città .

Senza una riforma strutturale della gestione museale, la consulenza rischia di rimanere un’iniziativa isolata, senza reali effetti sulla fruizione del patrimonio cittadino.

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Gabriella Costantino ha accolto con entusiasmo l’incarico, dichiarando:

“La scommessa più grande è quella di aprire la sede storica, chiusa dal 1980, quindiben 45 anni. Sono legato alle collezioni medievali e moderne del Museo, che hanno una storia particolare e mi ricordano l’impegno che ho profuso sin dal mio primo anno di servizio in Soprintendenza. Occorre lavorare tutti insieme per mettere questi percorsi a sistema e arrivare a una crescita culturale della città.”

Le sue parole sottolineano la necessità di un progetto organico che integri la fruizione delle collezioni con una migliore gestione degli spazi espositivi.

Il sindaco Francesco Micciché ha sottolineato l’importanza di questa nomina nel contesto della candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura 2025 :

“Grazie alla sua esperienza e competenza potremo ulteriormente valorizzare i nostri musei, il territorio ei percorsi culturali, restituendo alla città una visione integrata della sua straordinaria ricchezza storica e artistica.”

Micciché riconosce quindi il valore di un approccio strategico al rilancio culturale, ma resta da capire quali strumenti concreti saranno messi in campo per risolvere le criticità attuali .

La nomina di Gabriella Costantino rappresenta un passo nella giusta direzione, ma non può da sola risolvere i problemi di gestione, accessibilità e risorse che affliggono i musei di Agrigento .

La chiusura della pinacoteca dell’ex Collegio dei Filippini e la carenza di personale nel Museo del Monastero di Santo Spirito sono segnali di un sistema in difficoltà , che richiede azioni concrete e finanziamenti strutturati, non solo consulenze.

La domanda rimane aperta: basterà questo nuovo incarico a dare nuova vita ai musei agrigentini o servire riforme più incisive?

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