Più si scava per conoscere e capire cosa sia effettivamente accaduto a proposito del parere favorevole di Francesco Acquaroli all’ingresso della Link Campus University nelle Marche, più l’odore è nauseabondo.
Il parere favorevole di Francesco Acquaroli datato 01/02/2025, che abbiamo letto, è la chiara dimostrazione della opacità di questa operazione.
Sotto la scelta inconcepibile ci sono evidenti interessi finanziario-elettorali della coalizione delle destre, rispetto alla quale il privato ha già dimostrato generosità economica, in particolare nei confronti della Lega e anche in vista delle prossime elezioni regionali; quelli “amichettistici” personali verso Mirco Carloni e Guido Castelli, i quali potranno spendere nei loro territori elettorali (Pesaro-Urbino e Ascoli Piceno) lo sbarco dei corsi di laurea.
Tutto questo nonostante la piena consapevolezza del Presidente Acquaroli di agire contro gli interessi delle Marche, contro la storia, il prestigio e l’accessibilità del sistema universitario marchigiano e, soprattutto, contro gli studenti. Acquaroli, di fatto, ha espresso parere favorevole alla Link University ad “occhi chiusi”, senza tenere conto di cosa prescrive la legge, ben sapendo che, in fondo, l’ateneo privato è un dichiarato “amico” politico del Presidente e della sua maggioranza.
Perché si giunge a questa conclusione? Il Presidente della Regione avrebbe dovuto scegliere se rilasciare il parere favorevole o meno secondo quanto prescrive la norma di cui al DM 25/03/2021 n. 289 che gli impone di esprimersi “…avendo valutato le specifiche condizioni dell’offerta formativa nel settore in ambito regionale e la sua interazione con l’assistenza sanitaria, tenuto conto altresì delle strutture private accreditate in convenzione con il soggetto proponente e provvedendo direttamente a indicare le strutture di competenza regionale da mettere a disposizione dell’istituendo corso di studio”.
Dunque, nel parere di Acquaroli ci sarebbe dovuta essere una valutazione analitica sull’offerta formativa della Link University, sul numero degli studenti, sulla qualificazione dei docenti, sul numero degli stessi, sulle eventuali assunzioni, sul contingente necessario, sui ricercatori, sulle sedi universitarie, sui laboratori e le loro caratteristiche, sul percorso didattico, sulla sostenibilità economico-finanziaria con evidenza delle fonti di finanziamento (ricavi di Ateneo, ricavi di contribuzione studentesca, ricavi da parte di terzi soggetti pubblici e/o privati), sui costi del personale docente e non, dei ricercatori, sulle garanzie finanziarie del progetto.
E infine, ma non certo per ultimo, su quali strutture sanitarie pubbliche saranno messe a disposizione della Link oppure se già esistono accordi tra quest’ultima e strutture sanitarie private, disponibili ad affiancare l’ateneo privato. Questo esige la legge nella valutazione che avrebbe dovuto ispirare il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
Ma nel parere favorevole del Presidente della Regione si legge l’esito di un’istruttoria in grado di rispondere sugli aspetti appena evidenziati? No, assolutamente no.
Francesco Acquaroli, piuttosto che approfondire il progetto della Link University – come era suo dovere – fa svolgere un’istruttoria pilotata al Direttore del Dipartimento Salute e fa chiedere agli Enti del SSR, cioè le 7 aziende sanitarie marchigiane, di “…relazionare in merito alla sussistenza di carenza del personale medico rispetto al fabbisogno nell’ambito di competenza. Ciò con riguardo sia al personale della dirigenza della sanità sia al personale convenzionato… alle eventuali difficoltà di reclutamento e al ricorso a strumenti contrattuali quali le prestazioni aggiuntive…”.
Acquaroli piuttosto che acquisire le informazioni necessarie a capire chi si “mette in casa”, fa fare domande retoriche ai Direttori Generali delle aziende sanitarie marchigiane le cui risposte sono scontate, ma soprattutto del tutto estranee ai criteri che la legge prescrive per valutare se autorizzare o meno una università privata ad operare nella propria regione.
In questo modo, con questa grave irresponsabilità, Francesco Acquaroli fa una scelta compromettente ed antistorica, mettendo in discussione il prezioso equilibrio del sistema pubblico universitario delle Marche, la sua autorevolezza costruita in secoli di formazione, la sua Università scientifica di Medicina e Chirurgia di Ancona, delegittimata ed umiliata, da un lato, con il parere favorevole all’ingresso del privato, e dall’altro, con le farneticanti dichiarazioni di un assessore alla sanità che parla di “baroni della medicina” e di “poteri corporativi”, che la metà di quanto affermato, tra interviste e dichiarazioni in Consiglio regionale, sarebbe sufficiente per chiederne le dimissioni.
Sull’oscuro parere favorevole di Francesco Acquaroli trasmesso alla Link il 01/02/2025 il gruppo regionale del Partito Democratico, a mia prima firma, ha presentato giovedì una interrogazione.
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