Lucio Fontana, le 5 opere record vendute all’asta

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Il nome di Lucio Fontana rappresenta un unicum assoluto nel mercato dell’arte: le sue 5 opere record vendute all’asta appartengono tutte alla stessa serie, Concetto spaziale. La fine di Dio. Una collezione realizzata tra il 1963 e il 1964 per tre mostre a Zurigo, Milano e Parigi, quando il pittore e scultore italo-argentino era già famoso per i suoi buchi e tagli. “Per me significano l’infinito, la cosa inconcepibile, la fine della figurazione, il principio del nulla”, spiega Fontana in un’intervista al fotografo Carlo Cisventi. La serie racchiude 38 telai ovali di identiche dimensioni ma di colori a olio diversi, forati da squarci, graffiti e glitter perché “Dio è invisibile e inconcepibile” e “oggi un artista non può presentare Dio su una poltrona col mondo in mano e la barba”, ha sottolineato l’artista in un’intervista alla critica Carla Lonzi.

 

Lucio Fontana: le 5 opere record in asta

Nato a Rosario nel 1899 da famiglia italiana, mandato a studiare a Milano, scomparso a Comabbio nel 1968, Lucio Fontana è un autentico rivoluzionario dell’arte del secondo Novecento. Il provocatorio maestro dello Spazialismo, adorato dai colleghi e odiato dal pubblico borghese, sperimenta qualsiasi tipo di materiale nell’arco della sua carriera: il bronzo, la ceramica, le vernici, il mosaico, persino la luce nei primi test televisivi. Conosciuto principalmente per i tagli e i büs e per i suoi Concetti spaziali, Fontana è un artista libero che “domina la materia, e quando la materia è capita dall’artista diventa una materia nobile”, come ama ripetere. Oggi le opere che all’epoca della realizzazione fecero il pieno di critiche vengono battute all’asta a cifre da capogiro: ecco la Top 5, tutta della serie La fine di Dio.

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Concetto spaziale. La fine di Dio (FD 22)

Aggressivo, implacabile e autoritario: così Sotheby’s presenta nel suo catalogo questo Concetto spaziale della serie, inserito nella Italian Sale londinese dell’ottobre 2015. Esposta alla Galerie Iris Clert di Parigi nel 1964, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles e al Palazzo Reale di Milano nel 1972, l’opera è una sorta di lato oscuro della luna, devastato da crateri e squarci ma di fascino misterioso e ipnotica bellezza. Fontana è infatti influenzato dalla corsa allo spazio dell’epoca, ma concepisce La fine di Dio come un profondo atto di fede. “Allora, io faccio un gesto, credo in Dio, faccio un atto di fede… Dunque: Dio è nulla, ma è tutto, no?”, racconta l’artista a Lonzi. All’interno della serie, questo dipinto è uno dei soli due creati in vernice nera liscia. La rarità fa volare il prezzo: 15,9 milioni di sterline.

Concetto spaziale. La fine di Dio – FD 22 (foto: Sotheby’s)

 

Concetto spaziale. La fine di Dio (FD 24)

Tutti e cinque i prezzi più alti di Fontana in asta sono venuti da opere di questa serie sparpagliate per il globo, varianti nelle monocromie ma non nelle dimensioni: 178 cm di altezza, come la statura dell’artista e dell’uomo medio dell’epoca. A differenza degli altri esemplari del gruppo, FD 24 è color rame e presenta buchi di forme differenti raggruppati in formazioni compatte. Nell’ottobre 2018 l’opera finisce all’incanto da Christie’s a Londra, all’interno della vendita Thinking Italian. La provenienza è illustre (la leggendaria collezione dell’imprenditore belga Philippe Dotrémont) e il prezzo di vendita raggiunge i 16,3 milioni di sterline.

Concetto spaziale. La fine di Dio (FD 24) di Lucio Fontana
Concetto spaziale. La fine di Dio – FD 24 (foto: Christie’s)

 

Concetto spaziale. La fine di Dio (in bianco)

La serie La fine di Dio è quella “definitiva” di Fontana e un’esperienza totalmente immersiva per gli osservatori, che possono ammirarne alcuni esemplari nelle collezioni dei musei più prestigiosi del mondo come il Centre Pompidou di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Contemporary Art di Tokyo e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. È del 1964 uno dei cinque esemplari realizzati in bianco puro: questo’ovale, esposto originariamente alla Galleria dell’Arte di Milano nel 1963 e in una mostra del 1964 presso la Galerie Iris Clert di Parigi, debutta nel novembre 2023 da Sotheby’s a New York e viene venduto per 20,6 milioni di dollari. L’ultima volta che l’opera era stata offerta all’asta era il 2000: le palette si erano alzate fino a 708.321 dollari.

Concetto spaziale. La fine di Dio (in bianco) di Lucio Fontana
Concetto spaziale. La fine di Dio – in bianco (foto: Sotheby’s)

 

Concetto spaziale. La fine di Dio (in giallo cadmio – I)

“Non voglio fare un dipinto: voglio aprire lo spazio, dar vita a un’altra dimensione. Voglio legare il cosmo, poiché si espande all’infinito”, dice Fontana parlando delle sue uova create tra il 1963 e il 1964. Esposto in numerose mostre, tra le quali quella del 2019 al Metropolitan Museum of Art di New York in occasione della retrospettiva On the Threshold dedicata all’artista, questo esemplare in giallo è il contraltare di quello lunare in bianco: seducente e abbagliante come il sole. Nel maggio 2024 è venduto all’asta da Sotheby’s a New York, dalla collezione della coppia texana Howard e Cindy Rachofsky, i fondatori di The Warehouse a Dallas che nel 2003 lo pagarono 2,3 milioni: il martello, in questo caso, si ferma a 22,9 milioni di dollari.

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Concetto spaziale. La fine di Dio (in giallo cadmio – I) di Lucio Fontana
Concetto spaziale. La fine di Dio – in giallo cadmio #1 (foto: Sotheby’s)

 

Concetto spaziale. La fine di Dio (in giallo cadmio – II)

L’auction record di Fontana è uno dei due capolavori della serie in giallo cadmio, con la disposizione irregolare dei buchi su tutta la superficie che si attorcigliano per formare arabeschi astrali. “La fine di Dio significa l’inizio di una nuova semantica, la semantica di un simbolo eterno che si rinnova continuamente nella diversità delle sue incarnazioni e nella molteplicità delle sue interpretazioni”, scrive Gillo Dorfles nel 1963 nel catalogo della mostra alla Galleria dell’Ariete di Milano. Nel novembre 2015 l’opera sbarca da Christie’s a New York e raggiunge i 25,9 milioni al martello, che arrivano a 29,2 milioni di dollari con il buyer’s premium, la commissione aggiuntiva. Non è il top lot della Post-War and Contemporary Evening Sale soltanto perché le quattro Marilyn di Andy Warhol arrivano a 36 milioni e The Brigadier di Lucian Freud (scomparso nel 2011) tocca quota 34,8 milioni.

Concetto spaziale. La fine di Dio (in giallo cadmio – II) di Lucio Fontana
Concetto spaziale. La fine di Dio – in giallo cadmio #2 (foto: Christie’s)

 

Fuori dalla Top 5 meritano una segnalazione le vendite di Christie’s di fine anni Novanta e primi Duemila a Milano, come Concetto spaziale. Teatrino del 1966 (630 milioni e mezzo di lire nel novembre 2000), Concetto spaziale. Natura (LF 3/3) del 1959-1960 (461 milioni di lire nel maggio 2007) e Concetto spaziale. Attese (1+1-3A) del 1961-1963 (438 milioni e 400.000 lire nel novembre 2000). È da record, infine, la performance della scultura in bronzo della serie Concetto spaziale. Natura, incisa con le iniziale LF e battuta nell’ottobre 2023 da Sotheby’s a Parigi per 2,2 milioni di euro: uno dei prezzi più alti raggiunti per una scultura dell’artista.





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