Massimo Moratti truffato dal falso Crosetto, il conto con 980mila euro in due bonifici e la svolta: “Bravi tutti”

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I soldi, quasi un milione di euro, sono stati recuperati, bloccati e “congelati” in tempi record. Grazie alla denuncia immediata sul raggiro, alle indagini rapidissime dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano coordinati dalla procura meneghina e alla collaborazione tra banche centrali. Ha un lieto fine la truffa ai danni di Massimo Moratti, costata 980mila euro all’ex presidente dell’Inter e patron del gruppo Saras. Nelle scorse ore sono stati trovati e bloccati i soldi su un conto estero che Moratti ha versato ai truffatori che, la scorsa settimana, lo hanno contattato a nome del ministro della Difesa Guido Crosetto, chiedendogli un versamento di denaro per pagare in segreto un fantomatico riscatto per la liberazione di inesistenti giornalisti italiani rapiti in Medio Oriente.

I 980mila euro versati da Massimo Moratti con due bonifici

Secondo quanto emerso finora, Moratti è l’unica vittima accertata della truffa del falso Crosetto. Era stato contattato con la scusa di fornire un aiuto finanziario allo Stato: “Ci sono dei giornalisti italiani rapiti in Iran e in Siria. È una cosa segretissima. Lo Stato chiede un suo aiuto. Restituiremo tutto attraverso la Banca d’Italia”, dicevano i truffatori al telefono. L’imprenditore ha versato in totale 979.980 euro, pagati in due tranche, con due bonifici. “Hanno contattato anche me. Questi sono bravi, nel senso che sembrava assolutamente tutto vero. Comunque può capitare, poi certo uno non se l’aspetta una roba di questo genere. Ma succede a tutti…”, ha spiegato Moratti pochi giorni fa, denunciando la vicenda.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il “misterioso” conto corrente olandese

Il conto corrente olandese su cui la procura di Milano ha sequestrato i soldi sarebbe intestato a cittadini stranieri. Per oggi, giovedì 13 febbraio, sono attesi gli esiti di alcune rogatorie internazionali nell’inchiesta per associazione a delinquere, truffa aggravata e sostituzione di persona. Saranno necessari accertamenti sugli intestatari del conto, per verificare che non si tratti di nominativi fittizi, e gli eventuali legami con soggetti italiani. Sul conto olandese non si troverebbe altro denaro sospetto, oltre a quello pagato dal presidente di Saras. Ci sarebbe stato un tentativo di trasferire i soldi altrove: è stato bloccato in tempo.

Le reazioni di Crosetto e Moratti

Ad esultare per la svolta nelle indagini è lo stesso ministro Crosetto, che sui social ha scritto: “Sono molto contento che i soldi sottratti con l’inganno ad un imprenditore, utilizzando la mia voce falsificata ed il mio nome, siano stati individuati su un conto olandese e bloccati nella loro totale interezza. Ottimo lavoro dei magistrati e delle forze di polizia”.

E Massimo Moratti, al telefono con l’Ansa, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla soluzione della vicenda che per qualche giorno lo ha tenuto con il fiato sospeso: “Sono stati tutti molto bravi, a partire dal ministro Crosetto che ci ha messo la faccia e mi ha avvisato subito. Poi il procuratore Viola e i carabinieri sono stati di una professionalità incredibile. La denuncia immediata ha facilitato la soluzione, anche se non era semplicissimo”.

L’inchiesta della procura di Milano

Ieri Guido Crosetto ha presentato ai carabinieri un esposto contro ignoti per l’ipotesi di reato di sostituzione di persona, poi trasmesso alla procura di Milano. La truffa del falso Crosetto ha preso di mira anche tanti altri imprenditori facoltosi, che però hanno desistito dall’inviare il denaro richiesto dalla banda. Tra loro ci sono le famiglie Del Vecchio, Beretta, Aleotti e Caprotti, ma anche Marco Tronchetti Provera. Tutti hanno sporto denuncia ai carabinieri per tentata truffa.

Nei prossimi giorni l’elenco potrebbe allungarsi con altre querele, tra cui quelle di Diego Della Valle, Patrizio Bertelli (marito di Miuccia Prada), la famiglia Caltagirone e Giorgio Armani. La procura di Milano indaga per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e sostituzione di persona, con gli inquirenti che stanno dando la caccia al gruppo anche tramite rogatorie internazionali. Le indagini sono guidate dal pubblico ministero Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola.





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