MODENA. Un corteo di protesta che dal Novi Sad attraversa la città, fino alla Prefettura e il municipio. Per chiedere più sicurezza dopo l’ennesimo episodio di sangue in un’area nevralgica di Modena.
L’iniziativa
È quello che stanno organizzando alcuni cittadini che fanno parte dei gruppi di controllo di vicinato della zona. A partire da quello “Oltre le Mura”, di cui è referente Antonella Bernardo, che ieri mattina ha invitato alla mobilitazione dopo l’aggressione nella serata di martedì 12 febbraio, quando un giovane nigeriano è stato colpito alla gola con un coccio di bottiglia che gli ha causato un lungo taglio. L’appello è rivolto ai residenti in tutta l’area attorno, a partire da via Fabriani, Cittadella, viale Storchi, via Rainusso, via Emilia ovest e viale Barozzi. «Dobbiamo riunirci e fare sentire la nostra voce – sottolinea la Bernardo – perché non è più possibile vivere in questo modo. Il Novi Sad è l’unico parco presente in questa zona, e deve essere il parco in cui possiamo portare i nostri nipoti a giocare. Non deve essere il parco della droga, delle risse e degli accoltellamenti. Non capiamo perché noi cittadini non possiamo usufruirne in sicurezza. L’episodio di martedì sera è gravissimo, e rilancia l’allarme sul parco e le aree attorno, dove continuano a registrarsi gravi episodi di criminalità. Un’area in cui ci sono scuole: ci dovrebbe esserci la massima attenzione. Invece sembra che ci sia una certa accettazione del fatto che il Novi Sad sia popolato da delinquenti e balordi, specie la sera. Questa non è inclusione, è delinquenza pura. Da parte di persone che, se ci lamentiamo, si rivolgono a noi spesso con toni di sfida dicendoci: “Chiamate pure la polizia, se volete, tanto dopo siamo subito fuori”. Non è possibile accettare questo stato di cose, sono sotto gli occhi di tutti i problemi al Novi Sad, in Cittadella, viale Storchi, via Rainusso, via Emilia ovest e via dicendo. Per questo con i cittadini del nostro gruppo di controllo di vicinato – ma anche altri all’esterno, perché il parco e la città sono di tutti – stiamo organizzando una manifestazione dal Novi Sad al palazzo della Prefettura, fino al municipio. Perché quello che sta accadendo, sta avvenendo nel silenzio dell’amministrazione comunale, ma anche dell’opposizione. Invece è ora di fare qualcosa, per i nostri figli e nipoti. Io già a giugno avevo lanciato l’allarme sul degrado in cui stava precipitando l’area del Novi Sad, perché io giro per le strade e mi rendo conto delle situazioni. Allora nessuno mi ha ascoltato. Adesso la situazione è questa». Il dato oggettivo è che da fine ottobre in città nell’arco di circa tre mesi (vedi grafico) sono balzati alla cronaca almeno sei gravi episodi di aggressione che hanno coinvolto giovani o giovanissimi, in gran parte tra il Novi Sad e la stazione delle corriere. E di altri fatti si potrebbe non avere avuto notizia.
Le indagini
Nell’allarme che ha circondato la gravissima aggressione di martedì sera, la notizia positiva è che alla fine il ferito non ha subito gravi conseguenze. Il 39enne nigeriano è stato dimesso nella tarda serata di martedì: gli approfondimenti sanitari hanno confermato che il taglio nel collo, pur essendo lungo andando quasi da orecchio a orecchio, è rimasto a livello superficiale, senza causare lesioni tali da mettere a rischio la vita del giovane. Dopo l’applicazione di alcuni punti di sutura, è stato quindi dimesso. A fronte di questo referto, l’episodio non può essere ricondotto a un tentato omicidio, ma a lesioni personali. La polizia di Stato – subito accorsa martedì sera con la Squadra Mobile dopo l’allarme dal 118 – non può quindi procedere d’ufficio nei confronti dell’aggressore: serve la querela di parte. Bisogna dunque che il 39enne sporga denuncia nei confronti dell’uomo che l’ha colpito così brutalmente nei pressi della gradinata del Novi Park. Potrebbe averlo fatto nelle scorse ore, oppure potrebbe essersi preso del tempo per valutare. C’è da capire infatti in che tipo di rapporti erano i due, e qual è il contesto in cui è maturata l’aggressione choc: se si è trattato di una semplice lite tra ubriachi finita a bottigliate, o se dietro ci sono questioni di droga e di controllo della piazza. L’aggressore comunque è stato identificato, con l’ausilio di testimonianze e di filmati di videosorveglianza che hanno ripreso le varie fasi della drammatica lite. Che non ha avuto certamente conseguenze gravi come quella che 31 marzo 2023 al Novi Sad portò alla morte del 16enne pakistano Mohamed Ahram, accoltellato per un cellulare. Ma il colpo con il coccio di bottiglia martedì sera è stato sferrato con modalità tali che avrebbero potuto condurre a una tragedia, evitata per un soffio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link