Oltre 300.000 cani randagi uccisi in Marocco. È la stima di LNDC Animal Protection che denuncia “metodi brutali”. Un numero che sembrerebbe in aumento a causa della “volontà di presentare un’immagine più accogliente del Paese agli occhi del mondo. Un’azione inaccettabile e crudele, che ignora completamente le soluzioni etiche ed efficaci già adottate in molti Paesi per gestire il fenomeno del randagismo”.
L’associazione animalista ha scritto ufficialmente all’Ambasciatore del Marocco in Italia, Youssef Balla, chiedendo chiarimenti in merito alla situazione e sollecitando l’adozione di “strategie più civili”, come la sterilizzazione, l’identificazione e la vaccinazione degli animali randagi. “Un Mondiale di Calcio (Marocco 2030, ndr)non può basarsi sul sangue di creature innocenti – afferma Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection. “Esistono metodi rispettosi ed efficaci per controllare la popolazione canina senza ricorrere alla violenza. Chiediamo alle autorità marocchine di fermare questo massacro e adottare una gestione responsabile del problema.”
L’associazione ha inoltre inviato una lettera alla Fifa, indirizzata al presidente Gianni Infantino e al segretario generale Mattias Grafström, affinché l’ente sportivo internazionale prenda una posizione chiara e condanni pubblicamente quanto sta accadendo. “La Fifa ha il potere di influenzare le scelte del Marocco”, prosegue Rosati. “Chiediamo che prenda le distanze da queste azioni disumane e che promuova un messaggio di rispetto per la vita animale.”
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