Poste Vita, dalla prevezione alla previdenza complementare. Ecco le tre soluzioni della compagnia assicurativa di Poste italiane

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Più prevenzione, migliore qualità dello stile di vita, grandi passi in avanti della medicina e della chirurgia, si vive più a lungo.

Negli ultimi decenni, il nostro Paese è diventato uno dei più longevi al mondo, con un’aspettativa di vita alla nascita che supera, in media, gli 83 anni. Una buona notizia, ma c’è un però, come sempre. Salute più controllata vuol dire vita più lunga, ma vita più lunga impone uno sguardo più attento al futuro proprio, individuale e familiare, per progettare una qualità della vita anche nel lungo periodo. Dalla prevenzione alla previdenza.

SISTEMA A RIPARTIZIONE

Vivere più a lungo vuol dire in teoria anche riscuotere per più tempo l’assegno previdenziale. La certezza della pensione deve essere costruita nel tempo. È vero che nel corso della nostra vita lavorativa abbiamo versato i contributi previdenziali obbligatori, ma il nostro sistema funziona con un meccanismo che è chiamato “a ripartizione”. Cioè i contributi che ciascuno versa servono a conteggiare l’entità del futuro assegno previdenziale, ma innanzitutto assicurano il pagamento delle pensioni in essere: funzionano da cassa “comune”. Tutto va bene finché i versamenti sono compatibili con i prelievi. La crisi demografica in corso – nascono sempre meno bambini, purtroppo – sta assottigliando la schiera dei futuri lavoratori e quindi dei nuovi contribuenti del conto previdenziale complessivo “a ripartizione”. Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana è ben evidenziato dalla crescita dell’indice di vecchiaia, che misura il numero persone di 65 anni e più ogni 100 giovani di 0-14 anni: passa dal 193% nel 2022 al 200% nel 2023. Era al 149% nel 2011. Le persone entrano nel mondo del lavoro sempre più tardi e con una minore continuità contributiva, a causa di periodi di precarietà e inoccupazione. Ci sono dunque meno contributi (meno lavoratori, che iniziano più tardi la loro attività) e più pensioni da pagare (più pensionati che percepiscono pensioni per più anni). In conseguenza di ciò, un sistema che raccoglie contributi da chi lavora e nello stesso momento eroga prestazioni a chi è in pensione, va supportato e manutenuto per poter continuare a stare in equilibrio. Si pone rimedio ormai da 30 anni a questa evoluzione, attraverso riforme progressive. Tra queste riforme c’è la possibilità di ricorrere a qualche forma di previdenza complementare, cioè una modalità per integrare la pensione di base. Ma ci vogliono versamenti contributivi aggiuntivi: al momento questi ulteriori contributi sono incentivati con vantaggi fiscali (fino a una quota di circa 5000 euro all’anno). Destinatari di questi contributi aggiuntivi sono almeno tre tipi di soggetti abilitati: i fondi pensione chiusi (che nascono dalla contrattazione collettiva e sono specifici di ciascun comparto merceologico), i fondi pensione aperti (sia per individui, sia per collettività ma senza “chiusure” contrattuali), i cosiddetti Pip (piani individuali pensionistici) aperti a tutti gli individui che vogliono costruire la propria previdenza complementare. I dati di settore certificano che nel 2023 un quarto degli utenti di fondi pensione ha smesso di versare e solo il 26% dei lavoratori è iscritto ad una forma di previdenza complementare pagando i contributi con continuità. C’è sicuramente un problema di risorse, ma anche di fiducia nell’interlocutore.

Conto e carta

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L’OFFERTA

La rete distributiva che offre Poste italiane è certamente tra le più capillari, assicurando in ogni ufficio postale una possibile consulenza aggiornata. Poste Vita, la compagnia assicurativa di Poste italiane, con oltre un milione di aderenti e 12 miliardi di risparmi previdenziali, detiene il primo fondo pensionistico individuale integrativo volontario in Italia. Postaprevidenza Valore offre tre profili di investimento: garantito al 100%, guidato (life cycle) e dinamico. Ha un Indice sintetico di costo (Isc) a 10 anni pari a 1,45%, su una media di mercato dei Piani Individuali Pensionistici dell’1,86% per i comparti garantiti e del 2,13% per quelli bilanciati, ed è stato pensato per coloro che desiderano pianificare in modo efficace il proprio futuro pensionistico, beneficiando di una combinazione di vantaggi fiscali, gestione professionale dei fondi e flessibilità. A tutto questo si aggiungono affidabilità e solidità, tipiche di un’azienda storica e consolidata come Poste italiane, due elementi molto importanti quando si deve intraprendere una scelta finanziaria di lungo periodo come la pianificazione della pensione.

FLESSIBILITÀ-CONSULENZA

Si può aderire al piano individuale pensionistico negli uffici postali di tutto il territorio nazionale dove si può gestire il proprio piano pensionistico nel corso della durata contrattuale e ricevere assistenza dedicata, anche attraverso i canali digitali e telefonici. La possibilità di personalizzare il piano secondo i propri bisogni è molto ampia, mirata alle caratteristiche personali, familiari e agli obiettivi finanziari. La flessibilità e la consulenza sono due elementi importanti per programmare con sicurezza il proprio futuro previdenziale. Abbiamo un futuro più lungo davanti a noi, per fortuna. Una vita più lunga ci chiede più responsabilità e scelte più ragionevoli. Per noi, e per i nostri familiari.

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