«Quì la nuova terra dei fuochi»

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Camion carichi di rifiuti quasi ogni giorno partono dalla Campania per arrivare in Puglia, un intenso traffico illecito, senza controllo. Immondizia di ogni tipologia, dagli scarti edilizi a quelli di materiali ferroso, rifiuti che finiscono per essere sotterrati, bruciati oppure imbarcati dai porti di Bari e Taranto e portati all’estero. Un business tanto lucroso per i clan mafiosi, quanto dannoso per ambiente e salute. La “terra dei fuochi” è ormai qui, si è “trasferita” dalle province campane a quelle pugliesi. Le più tartassate sono quelle di Foggia, Bat e Bari, ma tutta la regione è coinvolta.

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Un quadro allarmante che emerge chiaramente dalla relazione finale della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che dal 6 all’8 febbraio del 2024 è stata in missione in Puglia, ascoltando forze dell’ordine e i procuratori capo. Dalle 144 pagine depositate qualche giorno fa, balza agli occhi un dato inequivocabile: mentre in Campania, grazie alle inchieste penali, arresti e controlli più serrati, i roghi sono diminuiti dal 2019 al 2022, in Puglia parallelamente sono aumentati. Come in una sorta di principio dei vasi comunicati. In Campania, nel 2019 furono ben 2.220 le segnalazioni di incendi di rifiuti, nel 2022 si è passati a 1.044, più che dimezzati. “Tale miglioramento – mettono nero su bianco i commissari – non impedisce, tuttavia, di registrare una sua estensione su base territoriale sia verso altre Regioni italiane, come la Puglia (in relazione ai territori di Bari, Barletta, Andria, Trani e Foggia) che verso l’estero, il che si deve probabilmente tanto alle accresciute esigenze della criminalità quanto all’avvenuto scoraggiamento delle condotte criminali nell’area geografica che ne vide l’origine, proprio in ragione dell’enorme sforzo istituzionale svolto soprattutto in Campania”. Raccontato in sintesi, la Camorra non ha smesso di fare affari con l’immondizia, ha semplicemente spostato di qualche chilometro il suo raggio di azione per sfuggire ai controlli. Anziché tombare i rifiuti nelle terre tra il Napoletano e Caserta, ha scelto di far fare più strada ai suoi corrieri, arrivando sino a Foggia, o più giù verso Andria, Barletta, Murgia, Barese. E chissà, magari anche con l’appoggio, quantomeno logistico, delle cosche nostrane, in cambio ovviamente di soldi, armi e droga. E quanto emerso sino ad ora potrebbe essere soltanto la punta dell’iceberg, nuovi approfondimenti sono già iniziati.

“Con riguardo alla Regione Puglia – si legge infatti tra le carte – la commissione ha acquisito diretta cognizione del fenomeno relativo agli sversamenti illegali e ai roghi di rifiuti anche recandosi sui luoghi, in particolare nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, dal 6 all’8 febbraio 2024, e procedendo a una serie di incontri istituzionali con le autorità locali. La presa d’atto dell’esistenza di “nuove rotte” transregionali del traffico di rifiuti ha quindi condotto la commissione, secondo quanto convenuto nella riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dell’11 settembre 2024, a includere nel filone di approfondimento in oggetto gli aspetti relativi, appunto, al fenomeno degli sversamenti illegali e del traffico illecito di rifiuti nella Regione Puglia, con particolare riguardo ai reati economici, alle infiltrazioni mafiose e al ruolo della cosiddetta “area grigia”, fermo restando che tali fenomeni saranno oggetto di successivi approfondimenti”. Sono al lavoro le Procure, cosi come la stessa commissione di inchiesta. “L’analisi – è scritto nel documento -, svolta anche in tal caso con un ricorso equilibrato ad audizioni, missioni sui luoghi e acquisizioni documentali, pur tuttora in corso, ha già portato a constatare, da un lato, l’esistenza di significativi flussi di rifiuti illecitamente diretti verso altre regioni, in particolare la Puglia, e, dall’altro, il grave rischio di inquinamento delle falde acquifere insistenti sui territori interessati dagli sversamenti illeciti, rischio in relazione al quale sono in corso approfondimenti di carattere giuridico e tecnico-scientifico”.

I commissari, durante i lavori in tutta Italia, hanno ascoltato anche il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, anche se molti elementi sono ancora coperti da segreto istruttorio, essendoci indagini in corso. Però, durante le audizioni, “è stata illustrata, tra l’altro, l’esistenza di un traffico di rifiuti” dalla Campania “verso la Tunisia e la Puglia, per prendere poi la direzione dell’Albania, della Macedonia del Nord, del Montenegro, della Bulgaria e della Slovacchia. In particolare – riporta la commissione – il porto di Bari è stato identificato come snodo importante dal punto di vista del rapporto con l’area dei Balcani, con la Grecia e con l’Albania, e la nuova rotta del traffico è favorita dalla considerazione per cui in questi Paesi l’attenzione delle forze dell’ordine e della legislazione non sono così stringenti, sotto il profilo del contrasto, come quella italiana e quella europea”.

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