Roma, un progetto da 3.5 milioni contro la povertà educativa

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Tre milioni e mezzo per contrastare la povertà educativa in cinque zone di Roma in cui si registrano le situazioni più gravi. Il progetto si chiama Iep, Interesse educativo prioritario, ed è stato messo a punto dal Comune di Roma grazie alle risorse del Programma nazionale Metro Plus. 

Le aree coinvolte

Il programma sarà attuato in cinque zone della città in cui gli indicatori di diseguaglianze educative sono risultati più alti e dove è emerso un bisogno maggiore di interventi a sostegno della comunità e di contrasto alla povertà educativa: Labaro, Fidene, Quadraro/Torpignattara, Borghesiana, Ostia nord.

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Le aree urbanistiche oggetto dell’intervento sono state selezionate attraverso la collaborazione con Dipartimento di Scienze della formazione, dell’università Roma Tre, che ha condotto un’indagine per Roma Capitale, volta a individuare le aree in cui gli indicatori rappresentativi della povertà educativa fossero più alti. 

Tra gli indicatori utilizzati dall’ateneo figurano: l’indice di non completamento del ciclo di scuola secondaria di primo grado, l’incidenza degli alunni stranieri nelle scuole, il tasso di disoccupazione dai 15 anni in su, l’incidenza di giovani che non studiano e non lavorano, l’uscita precoce dal sistema di istruzione. Sono state escluse le tre zone già interessate dai Pui (Piani urbanistici integrati): Corviale, Santa Maria della Pietà, Tor Bella Monaca. 

Un progetto in più fasi

L’idea è quella di basare il progetto sul principio di discriminazione positiva, dunque un investimento mirato a riequilibrare le disparità e le opportunità tra i vari territori della città. Lo sviluppo si articolerà in due anni e mezzo con diverse fasi. In primo luogo si svolgerà la selezione attraverso un bando del soggetto che, per ogni territorio, coordini e animi la costruzione di un patto educativo di comunità, con al centro le scuole della zona e con il coinvolgimento di tutti gli attori che in quelle zone operano con e per bambini/e e ragazzi/e. 

Seguirà poi l’analisi, ad opera degli attori partecipanti al patto, dei bisogni del territorio, in ambito scolastico/educativo, sociale e culturale, e la programmazione delle attività e delle azioni per rispondervi e la realizzazione delle azioni volte alla prevenzione e al contrasto della povertà educativa e della dispersione scolastica.

Tra le iniziative organizzabili figurano: progetti di sostegno scolastico e didattico; laboratori, corsi, eventi e opportunità culturali aperti a tutto il territorio; interventi per favorire la sinergia tra istituti scolastici e servizi sociali, al fine di sostenere le famiglie più fragili e agire sul contesto; orientamento, spazi di ascolto e azioni di supporto finalizzate a promuovere il benessere psicologico dei ragazzi e delle ragazze; prevenzione e contrasto della violenza, delle discriminazioni e del bullismo. 

Gualtieri: “Battaglia contro la povertà educativa”

“Contro la povertà educativa e la dispersione scolastica – spiega il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, presentando il progetto – stiamo conducendo una battaglia che pensiamo giusta e doverosa. Con il progetto ‘Iep! Zone di interesse educativo prioritario’, lo facciamo con tante risorse che ci vengono dall’Europa e con l’intenzione di voler innescare un cambiamento radicale della città attraverso la leva dell’educazione”. 

E ancora: “Si tratta di un’idea di scuola che in questi anni, insieme all’assessora Pratelli, stiamo mettendo in campo con molta coerenza e convinzione: la scuola come polo civico culturale aperto al territorio, luogo vivo nella città e perno di crescita e di emancipazione che coinvolge tutti, grandi e piccoli, per una città più giusta e meno diseguale”.

Pratelli: “Processo di innovazione sociale coinvolgendo i territori”

“Con Iep – spiega l’assessora alla Scuola, formazione e lavoro, Claudia Pratelli – siamo partiti dall’insegnamento di don Milani, ‘Non c’è nulla che sia ingiusto quanto fare parti uguali tra diseguali’, e abbiamo voluto sviluppare un processo di innovazione sociale, non calata dall’alto sui territori, ma che li coinvolgesse, dalle scuole alle associazioni, dai genitori agli studenti/esse, dai servizi sociali a quelli culturali, dai teatri alle parrocchie, agli spazi sociali e ancora altro”. 

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E poi la frecciata al governo: “Mentre azzera il Fondo sulle povertà educative, noi scegliamo di investire dove esiste un gap sul piano delle opportunità educative, per colmarlo e lo facciamo anche in modo semantico: qui i quartieri non sono stati definiti problematici o marginali, ma ‘prioritari’. È un progetto ambizioso, con obiettivi alti: chiediamo a tutti gli attori in campo di assumersi un pezzo di questa sfida. Roma c’è e fa la sua parte”.

 



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