2 marzo 2025. Segniamola sul calendario, questa data, perché la RomaOstia, la mezza maratona più celebre d’Italia taglia il traguardo delle cinquanta edizioni e sarà una festa. E noi saremo pronti a onorare una delle grandi classiche che hanno reso forte il mondo della corsa in Italia. Erano ancora tempi da pionieri, quelli in cui prese vita la RomaOstia.
Poco tempo prima i giorni cupi della “austerity” avevano, se non altro, sviluppato il fenomeno delle gare podistiche, un modo nuovo di socializzare e sentirsi comunità in un momento delicato per il nostro Paese. Ma quelli che correvano per strada erano ancora “mosche bianche”, più avvezzi alle battute di scherno che agli applausi.
Eppure, quel gruppo di appassionati che si riunirono intorno alla mente creativa
di Luciano Duchi si muovevano sicuri: probabilmente non immaginavano di essere in procinto di fare la storia, ma lavoravano decisi intorno alla loro creatura per il gusto di trasformare una splendida idea in realtà.
RomaOstia, le origini
La RomaOstia si corse per la prima volta il 31 marzo 1974. Ma l’idea frullava da molto tempo nella testa di Luciano, professione bancario con un passato nell’atletica, da lanciatore di disco e peso e poi decatleta. “Da piccolo vivevo in un palazzo abitato da ferrovieri della linea Roma-Ostia, può essere che quel nome mi sia rimbalzato nella testa fino all’età adulta. Ma il vero motivo scatenante fu proprio l’austerity, come accadde in tante zone d’Italia. Ero presidente del circolo aziendale della Cassa di Risparmio, dalla banca ebbi il sostegno economico per le prime edizioni e i collaboratori venivano tutti da lì, non necessariamente esperti d’atletica ma pieni di entusiasmo. Due anni dopo, il gruppo aveva già raccolto molti dipendenti e divenne GS Bancari Romani e, intanto, la corsa aveva iniziato ad attecchire”.
Arrivarono in 313 a quella prima edizione, e 212 erano bancari perché la manifestazione valeva per il titolo interbancario di maratonina. In realtà il percorso andava ben oltre la “mezza” canonica: ventotto chilometri, con partenza dal Circo Massimo, all’epoca ancora libero da vincoli, sul piazzale di Porta Capena, con l’obelisco di Axum, poi smantellato a partire dal 2003, a fare da punto di riferimento. Distanza insolita, come spesso capitava negli anni Settanta.
“Fino ad allora avevo organizzato qualche campionato sociale – sorride Duchi -, ma mi buttai nell’impresa perché quel percorso aveva qualcosa di affascinante e unico. Riuscii anche a correre le prime tre edizioni: nel 1976 impiegai un’ora e cinquantacinque minuti, niente male per uno che doveva anche pensare a tutto il contorno. Ricordo che per quattro volte venne anche Abdon Pamich, insieme ad altri marciatori: si allenavano per i primi quindici chilometri e poi terminavano la gara di corsa”.
50 edizioni di RomaOstia, nomi e storie indimenticabili
Fino al 1987 il punto di partenza mutò diverse volte: dal Circo Massimo a Piazza delPopolo, da via San Gregorio al Palasport; ma il punto d’arrivo restò fino a quella edizione il vecchio stadio Stella Polare di Ostia. Fu proprio in quell’anno che per la prima volta si adottò definitivamente la misura della mezza maratona: 21,097 chilometri. Ma nel frattempo la RomaOstia aveva preso il volo, decollando nei numeri e regalandosi un respiro internazionale grazie ai grandi nomi stranieri che avevano iniziato a frequentarla.
Umberto Risi, due volte tricolore nei 3.000 siepi, fu il primo a scrivere il suo nome nell’albo d’oro. Aveva ormai trentaquattro primavere sulle spalle, ma seppe ripetersi quattro anni dopo. Il primo straniero a trionfare fu l’etiope Dereje Nedinel 1981, due anni dopo toccò al britannico Bernard Ford. Ma il vero cambio di ritmo arrivò nel 1985, quando al via si presentò il gallese Steve Jones, che cinque mesi prima aveva strappato a Chicago il primato mondiale di maratona correndo in 2:08’05”.
Oggi Luciano Duchi è un ottantacinquenne dalla memoria ancora prodigiosa, figurarsi se può rimuovere quel ricordo di quasi quarant’anni fa. “Uno dei momenti più emozionanti di questa epopea. Steve era un ragazzo d’oro. Cenammo insieme a Franco Fava la sera della vigilia, e lui si scolò tranquillamente tre pinte di birra da mezzo litro l’una. E la mattina dopo vinse alla grande. Gli portò fortuna, la nostra corsa: per lui quello fu un anno memorabile, trionfò a Londra e in agosto fece il primato del mondo nella “mezza”, poi chiuse la stagione vincendo ancora a Chicago in 2:07’13””.
50 anni di RomaOstia, l’albo d’oro
L’albo d’oro dei primi 50 anni della RomaOstia è un elenco di stelle, italiane e straniere. Gli atleti di casa, da Nicosia a Pimazzoni, da Ruggiero a Baldini e Ingargiola, hanno registrato l’ultimo successo nel 2001 con Giuliano Battocletti. In campo femminile è un elenco ancora più lungo: Cruciata, Marchisio, Curatolo, Striuli, Villani, Munerotto, Fiacconi, Viceconte, Alagia, Marconi, Console, Incerti, Ejiafini: le stelle più brillanti ci sono tutte.
Da oltre confine sono arrivati, tra gli altri, Thackery, Masai, Metto, Robert Cheruiyot capace di vincere 4 volte a Boston. L’etiope Tujuba Mergesa è stato il primo ad abbattere, nel 2011, il murodell’ora. I primati della gara, entrambi stabiliti nel 2022, sono keniani: Sabastian Kimaru Sawe ha corso su queste strade in 58’02”, in quel momento secondo tempo all-time, e un anno dopo ha vinto i titoli mondiali di mezza maratona e cross; Irene Kimais ha portato il limite della gara femminile a 1:06’03”.
“Mi sta a cuore soprattutto il rapporto con questi ragazzi – spiega ancora Duchi -. Un altro momento felice l’ho vissuto nel 1997, quando Stefano Baldini e Giacomo Leone, tornati da uno stage in Namibia, alla nostra corsa finirono primo e secondo. Stefano chiuse in 60’56”, un tempo fantastico. Con loro ed altre persone speciali come Marchei, Caimmi, Console e Ingargiola sono nate amicizie profonde. Sono parte di questa storia perché l’hanno vissuta profondamente”.
50 anni di RomaOstia, il presente
Il presente è in quel mezzo secolo di vita che mette la RomaOstia di fronte a un traguardo speciale. Oggi “griffata” Eurospin, è sempre stata soprattutto la corsa degli amatori, con via Cristoforo Colombo che si stende come un lungo filo grigio tra la città e il mare. Erano in dodicimila nel 2015, a oggi l’edizione più partecipata. Ma quella del 2025, ennesimo passo della ripresa dopo i tempi bui della pandemia, viaggia già a ritmi alti.
Lo racconta Laura Duchi, che ha ereditato da papà Luciano lo spirito organizzativo e la passione per la creatura di GSB Run, che sente sua: “Abbiamo superato quota 7mila, un segnale importante: la RomaOstia è nata e cresciuta per il popolo della corsa, ed è entrata nel suo grande cuore”.
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