Belluno, proprietari con finta residenza nella seconda casa: «Così ad Auronzo e dintorni riuscivano ad evadere l’Imu»

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di
Dimitri Canello

La Finanza ne scova 150 tra persone fisiche e società attive nel turismo

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Risultavano residenti nella prima casa ad Auronzo di Cadore e in altri comuni cadorini, in realtà utilizzavano l’immobile di loro proprietà come seconda casa di vacanza, senza pagare i giusti tributi previsti per legge. 

La Guardia di Finanza di Auronzo, nel Bellunese, ha scoperto 150 falsi residenti fra persone proprietarie di abitazioni e anche aziende, dimostrando tramite indagini durate oltre un anno un meccanismo truffaldino che portava all’evasione di tributi dovuti: «Non è stata un’indagine facile – spiega il comandante della Guardia di Finanza di Belluno Roberto Atzori – quattro militari sono stati impegnati per oltre un anno a cercare riscontri, a chiedere accessi a ditte di distribuzione di gas ed energia elettrica, a incrociare fatture, consumi e attestazioni varie. Chi ha evaso il Fisco non ha pagato nulla di Imu, visto che risultava proprietario di una prima casa senza esserlo in realtà, ha pagato un’imposta sostitutiva illecitamente ridotta, usufruendo di varie altre agevolazioni. Il grosso delle persone coinvolte ha riguardato Auronzo di Cadore, poi altri Comuni limitrofi come Santo Stefano di Cadore».




















































Molti «furbetti» sono veneti

Fra i controllati, la maggior parte sono veneti: «Tanti sono residenti a Padova, a Treviso e a Venezia – prosegue Atzori – altri vengono da fuori regione, da Lombardia, Emilia e Friuli. Le indagini di verifica sono state particolarmente accurate». L’operazione «Nemo Est» ha smascherato evasori ed elusori che non hanno pagato illecitamente 850 mila euro nel settore turistico-immobiliare. Sono stati ribattezzati i furbetti dell’Imu, sono 150 in tutto tra persone fisiche e giuridiche e tra il 2019 e il 2023 avrebbero eluso una base imponibile di 120 milioni di euro nonché una base imponibile, ai fini dell’imposta di registro e dell’imposta sostitutiva, per oltre 550 mila euro.

Non si è fatta attendere la reazione del sindaco di Auronzo Dario Vecellio Galeno: «Onestamente dispiace aver appreso della vicenda – ammette – il primo pensiero va a coloro che fanno le cose correttamente e che hanno pagato il giusto tributo alla collettività. Ci sono organismi preposti a fare i controlli, evidentemente se sono giunti a determinate conclusioni ci saranno stati motivi più che fondati. Da sindaco non posso che rammaricarmi che ci sia qualcuno che non ha pagato quanto dovuto».

Recuperata Imu non versata per 800 mila euro

Fra i 150 evasori, le Fiamme gialle hanno incluso anche circa 20 aziende, attive nell’economia chiave del territorio nei settori turistico-alberghiero e occhialeria, che avrebbero omesso l’Imu dovuta. La Finanza ha recuperato l’Imu non versata per circa 800 mila euro di cui oltre 220 mila euro già accertati dagli enti locali, nonché dell’imposta di registro e dell’imposta sostitutiva correlate all’acquisto della prima casa, per circa 50 mila euro. Secondo un’indagine del 2023 di Uncem, l’Unione nazionale Comuni, nelle località turistiche del Veneto un residente su quattro potrebbe essere fasullo.

L’usanza di fissare la residenza della seconda casa a moglie o figli sarebbe più diffusa di quanto si possa pensare e quella scoperta ad Auronzo è soltanto la punta di un iceberg che coinvolge tutta la regione. Nel recente passato controlli avevano riguardato varie località di villeggiatura in Veneto, fra cui Jesolo e Caorle, ma anche il Lago di Garda, l’Altopiano di Asiago e Comuni dolomitici.


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