Calma piatta per il grano duro, prosegue l’ascesa del tenero

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Il mais, intanto, si mantiene sostenuto sia per la scarsa disponibilità, sia per il supporto trasversale dai cereali a paglia. In rialzo la soia

Grano duro, prevalgono le posizioni attendiste

Italia grano duro

Da settimane non cambiano i fondamentali, con produzioni, deficit (strutturale) di campagna e utilizzi pressoché confermati. L’incognita è legata al “da che origine” arriverà il volume di grano che manca per arrivare a congiuntura (e oltre) di campagna: Canada, Turchia/Mar Nero o Usa? Scambi limitati dall’attendismo della domanda, con il consolidamento dei prezzi sui livelli della scorsa settimana, in attesa di novità da aste e mercati internazionali. Incertezza sull’evoluzione nell’ultimo trimestre di questa campagna e dati Istat che darebbero un incremento di superfici del 9-10% sul 2024. Il duro tipo “Fino” nazionale Centro quota sui 330-335 €/t partenza, con i mercantili a sconto di un 15-40 €/t al Nord e di un 5-25 €/t al Sud; le alternative estere (Canadese) in consolidamento di attesa di eventi per il marzo-maggio.

Europa grano duro

Ratificata da mesi la supply-demand e di fatto completata la commercializzazione del vecchio raccolto, gli scambi vertono su rivendite locali, con l’influsso esterno delle quotazioni dei possibili rimpiazzi esteri. Il nuovo raccolto 2025 si conferma in buone condizioni generali nelle principali aree produttive dell’Europa, anche se il raccolto 2025 dovrebbe, in volume, discostarsi poco dal 2024. I produttori e gli operatori restano poco propensi a trattare la vendita del nuovo raccolto a causa del rischio climatico e colturale che potrebbero introdurre problemi di qualità. In attesa di maggiori notizie dai principali paesi esportatori, le quotazioni si cristallizzano sui valori della scorsa settimana, con l’origine Spagna e Francia che per il “tipo fino” restano sui 310 €/t Fob.

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Mondo grano duro

Oltreoceano l’attività di imbarco ai porti si conferma vivace a eseguire i contratti in essere. Sulla definizione di nuove vendite e sulle futura tendenza dei prezzi, resta importante l’atteggiamento commerciale di Turchia e Canada, con i paesi importatori che al momento centellinano la definizione di nuove coperture, sperando in un rientro dei prezzi nell’ultimo trimestre di campagna. Gli ultimi prezzi certi restano quelli dell’asta tunisina (sui 350 $/t Cif), ma c’è attesa per il possibile ritorno alla vendita del Tmo turco e per le prime proiezioni di semina Usa-Canada che ufficialmente usciranno a fine marzo.

Il grano tenero continua a salire

ItaliaTerra e Vita

Da settimane si mantiene la tendenziale differenza tra i grani di forza, tenuti ma sostanzialmente invariati in prezzo, e le classi inferiori, che continuano ad apprezzarsi riducendo lo spread con la classe 1. Scambi costanti ma senza tensioni per i grani di forza, mentre restano sostenuti i “misti” nazionali che si mantengono al rialzo, anche oltre le quotazioni ufficiali, grazie ai rimpiazzi comunitari ed esteri. Con l’arrivo di piogge (e neve) al Nord, si confermano positivi i progressi colturali del nuovo raccolto. Su Bologna e Milano il grano “tipo Bologna” è quotato un 325 €/t reso destino, con i “panificabili” al di sopra dei 270 €/t e i biscottieri sui 260 €/t. I comunitari panificabili valgono come la classe 3, mentre le origini “spring” da Usa e Canada tornano al rialzo.

Europa Terra e Vita

L’evoluzione dei mercati comunitari è stata molto influenzata dalle notizie climatiche mondiali, che si articolano con un’evoluzione del nuovo raccolto comunitario che lascia spazio a qualche preoccupazione, soprattutto in Francia. La richiesta di qualità “milling” dai porti e gli scambi intra-Ue mantengono vivaci gli scambi e sostengono le quotazioni, anche se sulla Borsa a termine di Parigi la settimana è stata caratterizzata da un graduale rientro verso i listini di metà gennaio. I progressi colturali si mantengono positivi, anche se è latente l’eccesso idrico in aree del centro Europa; il nuovo raccolto resta stimato a 128 mln/t, più 14 mln/t sul 2024, con import e consumi stabili sui livelli della campagna in corso e un lieve miglioramento degli stock al giugno 2026. Su Euronext Parigi la posizione marzo scende a 231 €/t (meno 3), mentre il nuovo raccolto (settembre) resta sui 235 €/t; il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 230 €/t (+ 1).

Mondo grano duro

Il fattore a sostegno dei prezzi, al di là del “weather market” che continua a influenzare Borse e statistiche 2025/26, resta l’incertezza sul volume residuo di export dal Mar Nero. L’introduzione di “quote” all’export russo e i dubbi sulla soluzione a breve termine del conflitto con l’Ucraina mantengono alta la pressione sui mercati, anche se per contro si registrano l’arrivo dell’ampio raccolto australiano e stime in calo per l’import cinese nel prosieguo di campagna. Gli ultimi dati dell’americana Usda non mostrano variazioni di rilievo e sono considerati “neutri” dagli operatori. I prezzi del “milling” reso Cif Mediterraneo (Marocco) invariato sui 255 $/t, con il Fob Russia a 247 $/t (più 5) per il milling 12,5% pro e il Fob Ucraina invariato sui 237 $/t per il 11,0% proteina.

Mais, c’è vivacità sulle piazze

Italia Terra e Vita

Il mercato resta sostenuto sia per i motivi ben noti di disponibilità residua di mais con caratteristiche superiori, sia per il supporto trasversale dai cereali a paglia. L’evoluzione dei prezzi resta ancorata alle quotazioni dei rimpiazzi comunitari ed esteri sui porti, con buon livello di scambio. Gli operatori guardano all’evoluzione dei mercati esteri e alla geopolitica, per stimare disponibilità e mercato nel secondo semestre di campagna; da valutare in prospettiva le semine, in antagonismo alla soia. Sulle Borse di Bologna e Milano il mais nazionale con caratteristiche si quota dai 257 €/t (più 3 €/t) della Granaria ai 266 €/t (più 2 €/t) di Ager; il mais “generico” a sconto di un 7-9 €/t, con le alternative comunitarie arrivo sui 265-270 €/t.

Europagrano duro

La settimana ha visto un riflesso negativo sulle quotazioni dovuta al miglioramento dello scenario mondiale che, di fatto, limita l’interesse degli acquisitori ad allungare le coperture. A deprimere ulteriormente il corso resta la qualità e salubrità del mais comunitario che è penalizzante rispetto alle alternative estere. Scambi che comunque vedono interesse per il “generico” da parte di Regno Unito, Penisola Iberica e Italia; poca domanda invece dai porti verso destinazioni extra-Ue. Su Euronext Parigi la posizione “future” marzo 2025 si conferma sui 216 €/t, con l’origine Francia spot reso franco porto di Bordeaux sui 216 €/t (meno 1) ed il rumeno Fob Mar Nero sui 222 €/t (meno 3).

Mondograno duro

Il miglioramento climatico in Argentina, con l’arrivo di piogge nelle aree finora siccitose, e i positivi progressi di semina in Brasile del secondo raccolto (safrinha), hanno influenzato l’andamento dei mercati, che vedono ridursi le incognite. Aspetto evidenziato anche nelle ultime proiezioni dell’americana Usda, che rivede al ribasso la produzione brasiliana ma non passa segnali di tensione, anche per l’incognita dell’import (in calo?) cinese. Prezzi in dollari molto allineati tra Ucraina e Sudamerica sui 228 $/ton, per un Cif Mediterraneo sui 240 $/t o 230 €/t.

Sorgo e orzo in recupero, guadagna terreno anche la soia

Italia Terra e VitaTerra e Vita

Cereali foraggeri: il rafforzamento del grano “alimentare” influenza e produce un generalizzato aumento anche per il settore dei cereali zootecnici, con il sorgo che recupera un 2 €/t e vale sui 250 €/t arrivo, gli orzi che salgono di un 2 €/t (per un prezzo reso di 264 €/t) e i teneri sui 266 €/t. Oleaginose: la soia nazionale si mantiene al rialzo per scarsità di prodotto idoneo alla trasformazione e (in prospettiva) alla semina; si sente il riflesso rialzista delle origini estere. La soia nazionale è quotata partenza Milano sui 437 €/t (più 3) con Bologna sui un 443 €/t (più 3); si allineano Ager e Granaria sulle quotazioni dell’estera a 460-465 €/t arrivo.

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Europa Terra e VitaTerra e Vita

Cereali foraggeri: il sostegno agli orzi arriva sia dalla domanda interna sia dagli esportatori verso le tradizionali destinazioni Emea e asiatiche. I teneri trovano costante supporto dall’evoluzione climatica in centro Europa (eccesso idrico) e dai “rumors” internazionali sulle origini Mar Nero, ma le ultime aste di acquisto dei paesi Mena vedono aggiudicataria la Russia. Il grano “any origin” reso porto Spagna invariato sui 250 €/t. Oleaginose: l’evoluzione dei prezzi al rialzo trova ragione nel calo di offerta di colza e girasole, con i detentori che rallentano l’immissione dopo i dati Usda. Effetto rialzista anche dalle quotazioni del “palma” (effetto Ramadan). La colza comunitaria che su Parigi, posizione febbraio ’25, vale un 527 €/t (più 7), con l’agosto (nuovo raccolto) sui 495 €/t (più 5) e il Fob Rouen sui 525 €/t (più 5); il girasole “alto oleico” a S. Nazaire (Francia) tra i 645 ed i 650 €/t (più 15).

Mondograno duro Terra e Vita

Cereali foraggeri: le stime di minor export russo-ucraino di grano e orzo nel semestre in corso e le notizie di problemi climatici nella regione del Mar Nero hanno contribuito a consolidare le quotazioni che già avevano scontato l’accelerazione dell’export Usa-Canada. Prezzi stabili in Australia e asta tunisina di orzo aggiudicata a 250 $/t, per merce resa Cif marzo/aprile. Oleaginose: il miglioramento climatico in Sudamerica, soprattutto in Argentina, pone la soia al ribasso (meno 2%) sulle principali Borse a termine. Restano positive le supply-demand della soia in Usa, nonostante l’export acceleri, e in Brasile. La canola (colza) canadese e australiana mantengono i livelli di prezzo della scorsa settimana.





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