Cittadella, rapinato con un coltello fuori da scuola. Il preside: «Bulli, estorsioni e furti: ragazzi, non voltatevi dall’altra parte. I genitori ne parlino con i figli»

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Roberta Merlin

Padova, episodio di violenza tra minorenni: la lettera del dirigente pubblicata sul sito della scuola assieme al messaggio dei genitori del ragazzo minacciato: «Nessuna paura»

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Cinque ragazzi, tutti minorenni, hanno circondato un coetaneo alla fermata dell’autobus e, minacciandolo con un coltello per derubarlo, gli hanno intimato di svuotare lo zaino. L’episodio, denunciato ai carabinieri dalla famiglia della vittima, è accaduto il 31 gennaio scorso, davanti all’istituto tecnico commerciale Giacinto Girardi di Cittadella (Padova) dove, nell’ultimo anno, sarebbero molteplici gli episodi di bullismo, estorsioni e furti che avvengono all’interno e fuori dalla scuola. A lanciare l’allarme è il preside Francesco Merici, attraverso una lettera indirizzata a studenti, famiglie, insegnanti e collaboratori scolastici. Il dirigente l’ha pubblicata sul sito dell’istituto, preoccupato per i numerosi furti e atti di vandalismo che dall’inizio dell’anno scolastico si stanno verificando tra gli studenti.

«Se uno di noi è minacciato, lo siamo tutti»

«Episodi di violenza, estorsione di beni e denaro sotto la minaccia di un coltello, e promesse di ritorsioni in caso di denuncia», è la panoramica del preside nella lettera. «I soggetti coinvolti sono tutti studenti che frequentano il Girardi, come sono studenti del Girardi quanti hanno avuto il coraggio di riferire l’accaduto agli insegnanti e al sottoscritto». Il dirigente dell’istituto si scaglia contro il dilagare degli episodi: «Non possiamo accettare che la nostra quotidianità sia funestata da episodi di questo genere – tuona nel testo – non possiamo tollerare che gli spazi in cui passiamo gran parte della nostra giornata siano invasi dalla paura, non vogliamo arrenderci alla prepotenza del più forte». Poi, l’invito alle famiglie a denunciare i soprusi e tutti quelli che ne sono testimoni, insegnanti compresi, a «non girarsi dall’altra parte»: «Non dobbiamo cedere alla paura per non essere coinvolti. Chi ha subito minacce e violenza ha bisogno della nostra vicinanza e della nostra solidarietà, ha bisogno di sentire che siamo dalla sua parte. La violenza rivolta a ognuno di noi è rivolta a tutto il Giacinto! Se uno di noi è minacciato, lo siamo tutti, se uno di noi prende un pugno in faccia, abbiamo tutti un occhio nero». Sì, perché, il bullismo, sottolinea il dirigente scolastico, «non riguarda solo chi lo subisce, ma tutta la comunità».




















































«Ragazzi, schieratevi con le vittime»

«In questo momento – continua – è fondamentale prendere consapevolezza della corresponsabilità come valore civile: siamo responsabili gli uni degli altri. Lo abbiamo sperimentato con forza durante la pandemia pochi anni fa, quando abbiamo accettato limitazioni e chiusure per la salute dei nostri concittadini più fragili. Ed oggi siamo chiamati ancora una volta a prenderci cura gli uni degli altri con un’attenzione particolare a quanti sono in difficoltà o temono ritorsioni per avere avuto il coraggio di testimoniare. Invito tutti gli studenti e le studentesse a conoscenza di fatti simili ad avere il coraggio di schierarsi dalla parte di chi subisce piuttosto che dalla parte di chi umilia e fa soffrire, e di riferire al personale scolastico o ai genitori episodi simili». La stessa esortazione è diretta anche al personale scolastico: «Rinnovo l’invito ad osservare con attenzione quanto succede a scuola, e mettersi in atteggiamento di ascolto degli studenti, dei loro problemi e delle loro esigenze, perché sentano di avere di fronte adulti credibili e sensibili».

«Discutete in casa con i vostri figli»

Il dirigente non ne fa solo una questione di convivenza scolastica: nella lettera chiede alle famiglie di parlare con i propri figli. «Suggerisco di discutere in casa della questione, per stimolare una riflessione che porti alla consapevolezza, perché oggi è toccato ad un altro, ma domani potrebbe essere il nostro figlio o la nostra figlia a subire la medesima sorte. La presenza e il supporto dei genitori hanno un valore enorme per i nostri figli, e lo confermano i genitori dello studente minacciato, che ci hanno messo la faccia e ci lanciano una sfida».

I genitori della vittima: «Nessuna paura»

Allegata alla lettera del preside, sul sito della scuola ce n’è un’altra firmata “due genitori” che punta il dito contro il fenomeno dei «cattivi ragazzi» a scuola: «Sentiamo il diritto e soprattutto il dovere, come madre e padre, di porre l’attenzione di tutti noi genitori su questo fenomeno di ragazzi che agiscono in branco – baby gang – facendosi forza l’un l’altro e coprendosi le spalle a vicenda», spiegano i familiari del ragazzo vittima dei bulli. «Dobbiamo essere noi genitori a comunicare correttamente fra noi adulti e poi a casa con i nostri figli per passare un messaggio forte e chiaro: i ragazzi non devono aver paura. I bravi ragazzi devono farsi forza l’un l’altro e non avere paura di un numero limitato di cattivi ragazzi. Sarebbe bello che dopo questi fatti si aprisse uno spazio di comunicazione tra tutti noi genitori, i professori e le autorità, per far comprendere ai nostri ragazzi che noi ci siamo». Dialogo ed educazione, come auspicato dal preside, ma anche responsabilità per chi ha commesso violenza e «sarà chiamato a rispondere delle sue azioni». Conclude il dirigente: «Tutti siamo chiamati a costruire un ambiente scolastico capace di prevenire e fronteggiare senza paura il bullismo e la prepotenza, schierandosi apertamente dalla parte di chi ha subito».

«Esplosione di furti in classe e segnali di malessere»

A richiedere un appello tanto forte, la crescente difficoltà di convivenza tra ragazzi a scuola. Secondo il docente gli episodi di violenza e bullismo sarebbero aumentati, in particolare, dopo la pandemia: «Tra i banchi sono tornati studenti ancora più fragili che fanno fatica a riprendersi – spiega Merici -, abbiamo registrato un’esplosione di furti in classe, spariscono cuffiette bluetooth, soldi e merende. Senza contare numerosi atti di autolesionismo tra i ragazzi. Segnali di malessere a cui la scuola ha risposto con uno sportello psicologico ma che purtroppo non è sufficiente per aiutare i numerosi studenti che manifestano uno stato psichico di sofferenza. Ecco, dunque, la mia decisione, attraverso questa lettera, di lanciare un appello alla comunità: dobbiamo unirci, ognuno deve fare la sua parte, non lasciamo soli i nostri giovani».


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14 febbraio 2025 ( modifica il 14 febbraio 2025 | 16:08)

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