Il dibattito infuocato sul collegamento sciistico tra Lizzola e Colere scatena controversie a Valbondione

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Walter Semperboni, il sindaco di Valbondione, ha acceso una polemica con una frase provocatoria che ha rapidamente guadagnato popolarità sui social: “Agli stronzetti pseudo ambientalisti e comunisti che sono contro il Comprensorio dico solamente: succhiate”. Questo commento pungente è stato rivolto a coloro che si oppongono al progetto di collegamento sciistico tra Lizzola e Colere, destinato a connettere la Val Seriana e la Val di Scalve attraverso le loro località già attrezzate di impianti di risalita. La questione ha suscitato un acceso dibattito sulla sostenibilità ambientale e l’impatto economico del progetto, mettendo in luce la complessità delle decisioni che riguardano il territorio montano.

La posizione del sindaco e la reazione del pubblico

Walter Semperboni ha manifestato la propria frustrazione verso quelli che considera detrattori della crescita economica della sua comunità. Il suo intervento non è sfuggito all’attenzione e ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni cittadini concordano con la necessità di espandere l’offerta turistica per contrarrestare lo spopolamento, molti altri esprimono preoccupazione per l’impatto ambientale che il progetto potrebbe avere sulle splendide valli bergamasche. I residenti critici sottolineano che i presunti vantaggi economici non compenserebbero il danno a un territorio già fragilizzato.

Il punto di vista del sindaco ha scatenato una petizione contro il progetto, che ha già raccolto oltre 26.000 firme. Questa mobilitazione dimostra quanto sia sentita la questione tra gli abitanti della zona, che temono che un intervento di tale portata possa danneggiare irreparabilmente l’ambiente locale e la qualità della vita.

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Impatti ambientali e territoriali del progetto

L’intento di costruire un collegamento sciistico presenta sfide significative. Il progetto prevede l’installazione di un tapis roulant lungo 450 metri attraverso il Pizzo di Petto, un’operazione che richiederebbe lavori che potrebbero compromettere la bellezza naturale della montagna. Le valli di Val Conchetta e Val Sedornia, che devono essere attraversate, fanno parte del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche, un’area protetta con materiali naturali di grande valore ecologico.

Inoltre, il piano include la costruzione di nuove cabinovie e seggiovie, insieme a una rete di piste sciistiche, nonché un grande bacino per la produzione di neve artificiale. I costi complessivi dell’operazione si aggirerebbero intorno ai 70 milioni di euro, con un impegno finanziario da parte della comunità che in molti considerano difficile da sostenere. La preoccupazione principale è che eventuali problemi economici e ambientali possano gravare sulle spalle dei cittadini, rendendo il progetto insostenibile nel lungo termine.

La questione economica e il futuro delle comunità montane

I sostenitori del progetto giustificano l’investimento sostenendo che mira a contrastare il fenomeno dello spopolamento nelle aree montane. Tuttavia, gli oppositori mettono in discussione l’efficacia di tale strategia, evidenziando come espandere il comprensorio sciistico non garantisca una soluzione ai problemi economici della zona. Con i cambiamenti climatici in atto, le prospettive di neve nelle aree più basse potrebbero non essere tali da sostenere un’industria turistica florida nei prossimi anni.

C’è pertanto una forte richiesta di alternative più ecologiche e sostenibili, che preservino l’integrità del territorio, invece di cercare di “aggiustare” le problematiche di un’area a suon di costruzione di impianti. Il concetto di sviluppo dovrebbe prevedere una coesistenza armoniosa con la natura, e non un’invasione che la comprometta.

Storia e problematiche pregresse del progetto

La proposta di collegamento sciistico tra Lizzola e Colere non è affatto una novità. Le origini del progetto risalgono a diversi decenni fa, con tentativi già avviati nel periodo 2006-2008, quando il comune di Valbondione ha realizzato la “Pista del sole”. Questa iniziativa, avvenuta nel rispetto di aree protette, ha provocato dissesti idrogeologici significativi, che richiesero interventi correttivi successivi. Gli errori del passato sembrano riflettersi nel presente, alimentando il timore che si stiano ripetendo scelte poco lungimiranti.

Anche il commento critico di Luca Rota, che ha paragonato il progetto a un’idea valida solo negli anni ’60, sottolinea quanto sia importante valutare se l’approccio di sviluppo proposto sia realmente adatto al contesto attuale e alle sfide che il cambio climatico e le necessità della popolazione impongono.

Le nuove dinamiche politiche

Le recenti critiche e le mobilitazioni contro il progetto hanno attirato l’attenzione anche a livello nazionale, con la presentazione di un’interrogazione parlamentare da parte di Alleanza Verdi Sinistra. Questo passaggio dimostra come le questioni locali possano scontrarsi con le politiche più ampie riguardanti l’ambiente e la sostenibilità. Ci si aspetta ora un dialogo più profondo che consideri davvero le opinioni della comunità e il delicato equilibrio tra sviluppo e conservazione.

La questione del collegamento sciistico tra Lizzola e Colere continua a rappresentare un tema cruciale per il futuro delle vallate bergamasche, evidenziando l’importanza di un dibattito aperto e informato su temi tanto rilevanti per le comunità locali e l’ambiente circostante.

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