Mosca attacca Mattarella dopo il discorso di Marsiglia. Il presidente: «assoluta serenità»

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di Marzio Breda

La lezione sugli anni Trenta e le dominazioni di oggi: il presidentesi è ritrovato a sua volta bersaglio di un pesante attacco russo

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Nel 2017, ben prima che Mosca avviasse la guerra contro l’Ucraina, Putin e Mattarella s’incontrarono al Cremlino. In agenda c’erano le crisi di Siria e Libia, ma i due accennarono pure a quanto accadeva nella capitale sul fiume Dnepr, su cui pendeva irrisolta la questione della Crimea. «Sono pronto a fare un accordo, solo che a Kiev non c’è un interlocutore affidabile», disse Putin, in risposta a una sollecitazione dell’ospite. Non l’ha mai trovata, la controparte giusta per lui. Così il 24 febbraio 2022 ha fatto scattare l’offensiva militare.

Chissà se il nostro capo dello Stato se l’aspettava. Di sicuro, posto che gli avesse creduto e fosse poi rimasto sorpreso del blitz, c’è che da allora non ha mai smesso di condannare l’invasione e di sostenere le ragioni per una «pace giusta». L’ha fatto anche a Marsiglia, dieci giorni fa. E ieri, a scoppio ritardato, si è ritrovato a sua volta bersaglio di un pesante attacco russo. Mediatico e politico. Nel quale la portavoce del ministro degli Esteri, Maria Zakharova, lo accusa di aver pronunciato parole «blasfeme» e di essersi concesso «paralleli offensivi, scandalosi e palesemente falsi» tra la Federazione russa e la Germania hitleriana. «Analogie criminali», ha aggiunto.




















































Inutile aspettarsi reazioni dal Quirinale. Dove si fa sapere che Mattarella è rimasto «assolutamente sereno», rimandando chi volesse approfondire le ragioni della sua tranquillità (e grande pazienza) alla lettura di quel discorso del 5 febbraio. Non resta dunque che recuperare il passaggio chiave del lungo testo — una lectio magistralis sui nuovi equilibri mondiali — per capire che il parallelo tracciato dal presidente poneva un tema di metodo. E che pertanto l’attacco di Mosca è stato come minimo il frutto di un fraintendimento, se non un pretestuoso tentativo di ingerenza per dividere la politica italiana.

Il presidente evocava i cupi anni Trenta, quando «anziché la cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura». Frasi da inserire in una densa riflessione incentrata sull’accomodamento pacificatorio (lui ha usato l’espressione inglese appeasement) che creò parecchie illusioni, anche se di fatto anticipò la Seconda guerra mondiale. Insomma, nessun legame tra Putin e Hitler, ma uno scontato abbinamento al concetto di «guerre di conquista», com’è considerata quella mossa contro Kiev dalla Federazione russa.

Ecco, e lo ha spiegato diffusamente a Marsiglia, il suo modo di interpretare la storia del passato alla luce di un presente carico di incognite. Che vanno dall’affanno degli organismi multilaterali (come l’Onu e la stessa Ue) all’avanzata di nuove forme di autoritarismo, dall’annuncio di nuovi protezionismi al trionfo dei tecno-feudatari.

Una visione che è stata compresa, almeno a giudicare dalle dichiarazioni di vicinanza recapitate sul Colle ieri pomeriggio e delle quali Mattarella si è compiaciuto. Infatti, si è detto grato della solidarietà della premier Meloni e dei ministri del governo, come degli esponenti dei partiti e delle istituzioni. Non era tanto scontato: nel 2018 aveva subito, nel silenzio quasi generale, una massiccia incursione con migliaia di messaggi gravemente denigratori sulla galassia dei social network. Le indagini non portarono a nulla, ma si stabilì che la fonte era una sola e fu indicata (certo, senza prove) una precisa cabina di regia. A Mosca e dintorni.

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15 febbraio 2025 ( modifica il 15 febbraio 2025 | 08:46)

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