Panetta (Bankitalia): «Effetto dazi più forte per Germania e Italia. Rischio Pil -1,5%. Europa e Italia assieme per superare le difficoltà»

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Il governatore ospite a Forex di Torino. Sul risiko ruolo super partes:«La Vigilanza verifica, il responso lo danno il mercato e gli azionisti. Bankitalia non commenta queste operazioni come se fosse uno show»

Di fronte a un Vecchio continente che fatica ritrovare slancio e una risposta comune ai tumulti geopolitici, per Fabio Panetta l’Europa si salva solo con l’Europa. Facendo investimenti e aumentando la produttività, con una sola voce: «Europa e Italia hanno un sistema produttivo d’eccellenza, un capitale umano ampio e diffuso, talenti, risorse finanziarie; possono costruire il proprio futuro con scelte coraggiose, visione e unità d’intenti».
Mentre sul risiko creditizio – in cui viene riconosciuto che le varie ops e opas ridurrebbero il divario dimensionale delle banche in Italia e con i competitor oltre confine – il governatore di Bankitalia rimarca il suo ruolo super partes: il regolatore verifica il rispetto delle norme «l’esito delle operazioni di concentrazione è affidato a dinamiche di mercato e scelte degli azionisti». E risponde a chi polemizzava con il silenzio di Palazzo Koch sul riassetto in corso: «È difficile ipotizzare che la Banca d’Italia possa commentare operazioni come se fosse un talk show con osservazioni e valutazioni estemporanee. Sono operazioni che richiedono una attenta analisi dei documenti, degli effetti, tra l’altro non tutti i documenti sono disponibili. La Vigilanza non funziona così. La Banca d’Italia per quello che vale non funziona così. Ne parleremo (delle operazioni, ndr) attraverso analisi e decisioni prese a tempo debito e in accordo con altre autorità».

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I dazi e l’ipotesi Pil a -2%

È un discorso da considerazioni finali, quello che Panetta ha tenuto all’Assiom Forex di Torino, toccando tutti i temi a lui cari, dalla congiuntura, al caro-vita, passando per criptoasset, dazi e la nostra economia. A cominciare dall’imposizione dei dazi Usa che, secondo Palazzo Koch, se fossero applicati e accompagnati da ritorsioni «la crescita del Pil globale si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali», con un -2% per gli Stati Uniti e un -0,5% per l’Europa con effetti maggiori in Germania e Italia, con le nostre imprese sempre più sotto pressione da parte di quelle cinesi, costrette a cercare mercati al di fuori del Nord America. La strategia Trump delle imposte doganali per negoziare i rapporti economici potrebbe avere conseguenze inaspettate e generare nuove fratture.




















































«Investire meglio»

E Panetta riconosce che su questo scacchiere l’area Euro «fatica a trovare slancio» e che la «ripresa potrebbe tardare ulteriormente», con il manifatturiero che «continua a perdere quote a favore dei produttori cinesi». Per questo, ammonisce il governatore, il Vecchio continente «deve adottare un nuovo modello di sviluppo che valorizzi il mercato unico e riduca la dipendenza da fattori esterni. Vanno rilanciati gli investimenti, che da anni sono inferiori rispetto a quelli degli Stati Uniti». Ma non basta investire di più, «è necessario investire meglio, privilegiando i progetti e le riforme in grado di innalzare la produttività, la cui bassa crescita rappresenta il principale fattore di debolezza dell’economia europea». In cima alla lista i settori innovativi, soprattutto quelli legati a digitale e ambiente. Un orizzonte su cui pende ancora l’accidentato rientro dell’inflazione al 2%, complicato anche dal rischio di importare gli alti tassi dagli Usa, ingiustificati per l’economia Ue. «Nell’area Euro l’obiettivo di medio termine del 2% (di inflazione, ndr) è quasi raggiunto. Tuttavia il percorso di normalizzazione non è concluso – ammonisce Panetta -. Le decisioni di Politica Monetaria devono basarsi sulle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione, le previsioni svolgono un ruolo essenziale».

Debito sotto controllo

Il governatore ha gettato lo sguardo anche sull’Italia, per cui Palazzo Koch prevede una ripresa della crescita nei prossimi mesi, anche se aleggiano le incognite del contesto economico internazionale. Per cui «è essenziale moltiplicare gli sforzi per completare gli investimenti del Pnrr» e «attuare il piano strutturale di bilancio a medio termine elaborato dal Governo e approvato a gennaio dal Consiglio della Ue. La gestione prudente dei conti pubblici sta già dando frutti, con una riduzione del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi».

Bankitalia vigila sul risiko

Panetta non poteva non toccare anche l’argomento caldo delle cronache finanziarie, il risiko bancario, su cui ha confermato la sua posizione di regolatore e attore super partes: «la Vigilanza verifica la conformità alle normative e valuta la capacità di dar vita a intermediari solidi ed efficienti. Nel rispetto di questi criteri, l’esito delle operazioni di concentrazione è affidato a dinamiche di mercato e scelte degli azionisti». Le operazioni annunciate, si fa notare, ridurrebbero il divario dimensionale fra le banche in Italia e con l’Europa: nel nostro Paese il valore medio dell’attivo delle prime cinque banche è quattro volte inferiore rispetto a quello delle banche francesi e una volta e mezza più basso di quello degli intermediari spagnoli e tedeschi.
E dalle dimensioni al credito vero e proprio, Panetta è stato categorico: «è essenziale che le banche assicurino una distribuzione responsabile degli strumenti finanziari complessi, evitando di proporli a clienti privi delle competenze necessarie per valutarne costi e rischi». Come deve essere tenuta alta la guardia sulle monete parallele, i cui rischi non dipendono solo da differenze normative tra Usa e UE: «Se questi mezzi di pagamento privati, facilmente integrabili in piattaforme commerciali con miliardi di utenti, dovessero diffondersi ampiamente, le conseguenze potrebbero essere rilevanti. Le banche commerciali rischierebbero di perdere una parte importante delle loro funzioni. Inoltre le banche centrali, responsabili del buon funzionamento del sistema dei pagamenti, si troverebbero a operare in un contesto in cui pochi soggetti privati, magari esteri, avrebbero un ruolo così rilevante da compromettere la stabilità del sistema in caso di incidenti».
Anche per questi motivi Banca d’Italia ha intensificato la sua azione chiedendo agli intermediari di valutare i propri sistemi di gestione dei rischi informatici.

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15 febbraio 2025 ( modifica il 15 febbraio 2025 | 12:35)

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