Per la rinascita della festa della campagna e del muletto: il cantiere è aperto

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Giovedì 13 febbraio al cinema Roma di Barga c’erano più di cento persone, incuranti della concomitanza con il festival di Sanremo, giunte lì per incontrarsi e ragionare insieme sulla possibilità di far rinascere uno degli appuntamenti più tradizionali e coinvolgenti del nostro territorio dal dopoguerra a oggi: la Festa della campagna e del muletto; per i barghigiani di vecchia data, semplicemente “il muletto”.

Nata nel 1949 per volontà del cavalier Pietro Marroni e organizzata della neonata Pro Loco allora presieduta da Italo Stefani, la manifestazione abbinava una corsa di muli alla sfilata di carri allegorici sul tema appunto della campagna ed ebbe un successo ben oltre la più ottimistica previsione, al punto che la RAI mandò un inviato a seguire l’evento per la radio nazionale. Da lì a poco Marroni sarebbe diventato presidente della Pro Loco e avrebbe continuato a riproporre la manifestazione nelle estati successive, fino alla metà degli anni sessanta (l’ultima edizione che siamo in grado di ricostruire dai documenti è quella del 1966).

Nel 1983, la festa del muletto rinacque sotto l’egida della AS Barga («principali organizzatori della festa: Raffaello Bernardini e Giuliano Luti, che hanno avuto la collaborazione di decine di volontari», scriveva il direttore Bruno Sereni nel Giornale di Barga del settembre 1983) e negli anni successivi, sempre grazie alla “sportiva” e ai suoi collaboratori, la manifestazione crebbe fino a evolversi in palio dei rioni: squadre allestite dagli abitanti della varie zone di Barga si affrontavano in tornei sportivi (calcio, pallavolo, ecc…) o concorsi di arte varia (esibizioni canore, barzellette, cabaret…). Gran finale, la sfilata per le vie di Barga dei carri allegorici (non più esclusivamente a tema campagnolo come in origine, ma aperti alla satira e all’attualità come quelli del carnevale di Viareggio) e ovviamente la corsa dei muli allo stadio Moscardini di Barga.

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La cosa andò avanti per una decina di anni, con la partecipazione di migliaia di persone stando alle cronache dell’epoca, prima di scomparire al cospetto del mutare dei tempi, dei nuovi modi di stare insieme e vivere il paese e anche dei numerosi obblighi sanitari (e relativi oneri economici) a cui adempiere per poter organizzare una gara fra animali.

Recentemente, però, qualche barghigiano si è posto il problema di recuperare perlomeno alcune fra le componenti della vecchia festa del muletto che avevano un effetto positivo sulla comunità, anzi: ne erano elementi fondanti.

In ordine sparso:

  • bambini, giovani, meno giovani e anche vecchi che lavorano insieme a un progetto condiviso
  • persone che fino al giorno prima si ignoravano, o al limite si salutavano di sfuggita, che si ritrovano fianco a fianco a darsi da fare per dare il proprio contributo al proprio rione;
  • riscoprire la sensazione di sentirsi parte di una comunità viva e non virtuale, anche sfottendosi e cercando di battere l’avversario sul piano del gioco e della competizione agonistica, ma alla fine ritrovandosi insieme a ridere e scherzare nella cornice di una grande festa popolare.

E questi sono stati più o meno i concetti ribaditi da Giorgio Cella (uno degli ideatori della proposta) davanti alla gente accorsa al cinema giovedì scorso, richiamata da una locandina circolata nei giorni precedenti scarna nella forma, ma piuttosto chiara sullo spirito della cosa: tutto nasce da un appello ai barghigiani che si sentono tali, cioè che si sentono parte di una comunità al di là di quello che fanno nella vita di tutti i giorni e delle loro inclinazioni personali. A questi viene chiesto se hanno tempo e voglia di mettersi a disposizione e lavorare insieme per la rinascita di una manifestazione storica del nostro territorio, che già in passato ha dimostrato di sapere aggregare intorno a se migliaia di persone. In estrema sintesi, l’idea è quella di portare ognuno quello che può (piccolo il mio) in funzione di un progetto più grande e ambizioso (grande il nostro).

A giudicare dall’ottima risposta dell’iniziativa al cinema Roma, i presupposti per far partire i lavori ci sono tutti. Per un resoconto dettagliato della serata, vi rimandiamo alla ricca pagina ad essa dedicata da barganews: testata da sempre molto attenta ai cambiamenti grandi e piccoli che investono la nostra comunità modificandone il volto: https://www.barganews.com/2025/02/13/festa-della-campagna-e-del-muletto/

Aggiungiamo soltanto che al momento siamo ancora in fase di progettazione: è stata fatta una primachiamata alle arti” con l’incontro di giovedì scorso, sono stati identificati alcuni soggetti che hanno dato la loro disponibilità a partecipare al tavolo di lavoro per l’organizzazione che partirà a breve, sono stati stabiliti alcuni obiettivi di massima tendenti fondamentalmente a “fare comunità” evitando “gruppetti” e divisioni… Di tutto il resto se ne può e se ne deve parlare.

Nel frattempo, grazie alla disponibilità del dottor Enzo Simonini, è stato recuperato un primo elemento di continuità con la festa del muletto degli anni ’80: il palio dipinto da Cesare Puccinelli (pittore barghigiano che a umile parere di chi scrive meriterebbe una riscoperta) e commissionato (e immaginiamo pure pagato di tasca sua, conoscendolo) da Enzo quando era uno degli animatori del comitato nato in seno alla AS Barga per far rinascere la festa del muletto. Nelle intenzioni, lo stendardo sarebbe dovuto andare al rione che fosse riuscito ad aggiudicarsi tre edizioni del palio; nessuno però ci è riuscito e al momento si trovava a casa del dottor Simonini che non ha esitato un attimo a metterlo a disposizione come suo contributo a questa nuova rinascita della manifestazione.

E per questa nuova rinascita della manifestazione ci piace tornare a quello che scriveva Bruno Sereni, fondatore di questa testata, nel 1983 nell’articolo già citato dal titolo “Un bel ritorno: il muletto“:

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«Quando mi dissero che l’Unione Sportiva Barga aveva in programma la riesumazione della domenica del Muletto, li dissuasi. – Che vi viene in mente, dissi. Quelli erano trattenimenti buoni per gli anni ’50 – Chi volete che venga oggi a vedere i muli correre?» 

(…)

«E invece mi sbagliavo. E sono sempre pronto a riconoscere i miei errori. Sono bastate poche serate di organizzazione, un po’ di manifesti e di locandine, un paio di striscioni, la Banda della Pieve, gli sbandieratori di Gallicano, il balletto folkloristico di Camporgiano ed i muli venuti di fuorivia per convogliare allo Stadio Moscardini qualche cosa come 2000 persone.»

Speriamo che anche stavolta gli eventuali scetticismi vengano spazzati via dalla realtà dei fatti, anche se stavolta la corsa dei muli non ci sarà: l’idea di fondo è quella che ciascun rione dovrà progettare e allestire una specie di “mulo artistico”. in pratica, una portantina con un fantino e due persone a fungere l’una da zampe anteriori del “mulo”, l’altra da zampe posteriori. Ovviamente poi ci sarà la corsa al campo sportivo fra i “muli finti”, ma quello che conterà sarà la creatività, la fantasia e il mestiere dimostrato nell’allestimento “coreografico” del muloe soprattutto le ore passate insieme per costruirlo.

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