tesi convergenti tra AD e CF2R – Analisi Difesa

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Il libro Les Conséquences Géopolitiques de la Guerre d’Ukraine, curato da Éric Denécé e pubblicato dal Centre Français de Recherche sur l’Intelligence (CF2R), si propone di smontare la narrazione dominante sulla guerra in Ucraina, mettendo in discussione la versione ufficiale promossa dalle cancellerie occidentali e amplificata dai media mainstream. Una prospettiva che presenta sorprendenti analogie con le analisi sviluppate negli ultimi anni da Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, il quale ha più volte denunciato la miopia strategica dell’Occidente e il suo approccio fallimentare al conflitto.

L’opera, realizzata con il contributo di una dozzina di esperti tra diplomatici, analisti di intelligence e accademici, cerca di restituire una visione più articolata degli eventi, sfuggendo alle semplificazioni propagandistiche. L’obiettivo è chiaro: spiegare come e perché la guerra in Ucraina sia stata trasformata da Washington in un braccio di ferro globale con la Russia, con l’Europa relegata al ruolo di spettatore e vittima collaterale.

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L’Ucraina come strumento della strategia americana

Denécé e i suoi collaboratori partono da un presupposto chiave: la guerra in Ucraina non è mai stata una priorità strategica per Washington, ma solo un mezzo per logorare Mosca e rafforzare la NATO. Una posizione che riecheggia quanto sostenuto da Gaiani, che ha più volte evidenziato come l’Occidente abbia usato Kiev come carne da macello in una guerra di attrito destinata a esaurire le risorse russe senza alcuna reale prospettiva di vittoria per l’Ucraina.

Gli autori mostrano come l’aiuto occidentale, presentato come incondizionato, abbia in realtà avuto un impatto limitato sul terreno. Dopo anni di sostegno militare massiccio, Kiev si ritrova con un’economia devastata, infrastrutture in macerie e una posizione negoziale sempre più fragile. Anche il fallimento della controffensiva del 2023 ha dimostrato l’illusione che fosse possibile una vittoria totale sull’esercito russo, un’idea che sia il Pentagono che le cancellerie europee continuano a sostenere per giustificare l’invio di armi e finanziamenti.

L’Europa grande sconfitto di questa guerra

Il libro sottolinea come l’Europa, priva di una propria visione strategica, si sia fatta trascinare in un conflitto che ha finito per danneggiarla economicamente e politicamente. Le sanzioni imposte alla Russia, anziché isolare Mosca, hanno accelerato il processo di allontanamento dal sistema finanziario occidentale, portando paesi come Cina, India e Arabia Saudita a sviluppare nuovi meccanismi di cooperazione economica.

Anche su questo punto, la lettura di Denécé è sorprendentemente vicina a quella di Gaiani, che da tempo denuncia la subalternità europea agli Stati Uniti. L’Unione Europea ha seguito ciecamente Washington, accettando un’escalation che ha reso insostenibile la propria sicurezza energetica e ha causato un’impennata dei costi industriali. A pagarne il prezzo più alto sono state la Germania e l’Italia, un tempo pilastri dell’export europeo, oggi penalizzate dalla rottura con la Russia e dalla perdita di competitività rispetto alle economie emergenti.

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Il grande errore di calcolo dell’Occidente

Un altro punto centrale del libro è la dimostrazione di come le previsioni occidentali sulla caduta della Russia si siano rivelate errate. Washington sperava che le sanzioni, la guerra e la pressione diplomatica avrebbero messo in ginocchio il Cremlino. Invece, il risultato è stato opposto: Mosca ha ridisegnato la sua economia, ha rafforzato le sue capacità militari e ha consolidato i rapporti con il resto del mondo non occidentale.

Denécé sottolinea come, mentre gli Stati Uniti continuano a spingere per una guerra a oltranza, la Russia ha adottato una strategia di lungo periodo, giocando sul logoramento degli aiuti occidentali e sul crescente malcontento interno all’Europa. Una lettura che Gaiani ha più volte ribadito, sostenendo che Mosca, lungi dall’essere isolata, ha semplicemente spostato il proprio baricentro economico e diplomatico verso il Sud globale, lasciando all’Occidente l’onere di sostenere una guerra sempre più costosa e impopolare.

 

La strategia di Washington per prolungare il conflitto

Una delle riflessioni più interessanti del libro riguarda la gestione del conflitto da parte dell’amministrazione Biden e, ora, di quella Trump. Se da un lato Biden ha cercato di rafforzare la NATO e mantenere alta la pressione su Mosca, dall’altro Trump potrebbe tentare un approccio più pragmatico, mirando a negoziati che lascino agli Stati Uniti un vantaggio strategico senza perdere la faccia.

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Il problema, però, è che né Washington né Bruxelles sembrano realmente interessate a una vera soluzione diplomatica. L’autorizzazione agli attacchi a lungo raggio in Russia, concessa dall’amministrazione uscente, e le dichiarazioni bellicose di Trump dimostrano che l’obiettivo non è chiudere il conflitto, ma mantenerlo acceso il più a lungo possibile per tenere sotto scacco Mosca e consolidare l’egemonia americana in Europa.

Anche qui, la convergenza con le analisi di Gaiani è evidente: entrambi sottolineano come la guerra in Ucraina non sia più una questione di sovranità nazionale per Kiev, ma un tassello di una strategia più ampia, in cui l’Ucraina è diventata un campo di battaglia secondario rispetto agli interessi delle grandi potenze.

Una guerra che cambia il mondo, ma non come voleva l’Occidente

Denécé e il suo team chiudono il libro con una riflessione sulla trasformazione dell’ordine mondiale. Lontano dall’aver rafforzato la leadership americana, il conflitto ha accelerato la transizione verso un sistema multipolare in cui Washington non è più l’unico arbitro globale. I BRICS si stanno rafforzando, la Russia ha evitato l’isolamento e l’Europa si trova più debole e divisa.

Se l’obiettivo era usare l’Ucraina per colpire Mosca e riaffermare l’egemonia occidentale, il risultato è stato l’opposto: gli Stati Uniti hanno dimostrato di non essere in grado di controllare le dinamiche globali, mentre la Russia ha trovato nuove sponde e alleanze.

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In sintesi, Les Conséquences Géopolitiques de la Guerre d’Ukraine offre un’analisi lucida e spietata di una guerra che si è rivelata un boomerang per l’Occidente. Un punto di vista che si inserisce perfettamente nel filone delle riflessioni proposte da Gaiani, confermando che le critiche alla gestione occidentale del conflitto non sono più una posizione isolata, ma una realtà sempre più evidente.

Per chi cerca una lettura fuori dagli schemi, capace di andare oltre la retorica ufficiale, questo libro rappresenta un contributo essenziale alla comprensione delle nuove dinamiche geopolitiche.

 

Les conséquences géopolitiques de la guerre d’Ukraine

 Référence: 333875

 Reliures: Dos carré collé

Formats: 14,8×21 cm

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Pages: 461

Impression: Noir et blanc

N° ISBN: 9782959050329

 

https://www.thebookedition.com/fr/les-consequences-geopolitiques-de-la-guerre-d-ukraine-p-414007.html

 

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