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Gava: “Rivedere subito illogico sistema Ttf e sospendere Ets che vessa imprese”
Governo al lavoro contro il caro bollette. Fra le misure allo studio ci sono l’eliminazione del divario fra il prezzo del gas sul mercato europeo, quello formato al Ttf di Amsterdam e quello sul mercato italiano (il Psv), la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni a carico dei produttori di energia, il potenziamento dell’energy release, il meccanismo che garantisce energia elettrica a prezzi calmierati alle imprese energivore.
IL PROVVEDIMENTO IN CONSIGLIO DEI MINISTRI, FORSE GIA’ MERCOLEDI’
Il provvedimento dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri mercoledì prossimo “ma difficilmente il decreto sulle bollette arriverà in tempo sul tavolo di Palazzo Chigi. La materia è certamente complessa e i fondi per coprire nuove misure non abbondano, ma in realtà il governo non ha ancora deciso dove incidere per aiutare famiglie e aziende alle prese con il rialzo del prezzo del gas”, si legge su La Stampa di questa mattina.
IL VICEMINISTRO GAVA: “RIVEDERE SUBITO ILLOGICO SISTEMA TTF E SOSPENDERE ETS CHE VESSA IMPRESE”
Ad anticipare in che direzione sta procedendo il Governo è il viceministro Lega dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava: “Siamo al lavoro con il ministro Giorgetti per abbassare il caro bollette. Allo stesso tempo, ritengo che si debba intervenire con urgenza sul meccanismo di formazione del prezzo del gas. Affidarlo al TTF di Amsterdam, un indice di borsa, favorisce solo speculazioni finanziarie, mentre i reali costi di estrazione e trasporto non sono cambiati. Un sistema illogico e dannoso. E’ urgente sospendere il sistema ETS, ulteriore tenaglia per le imprese già sul filo del rasoio. Finché non esiste una fonte alternativa al gas che sia disponibile e accessibile su larga scala, non possiamo permetterci di penalizzare il sistema energetico con costi insostenibili”.
TRA LE IPOTESI IN CAMPO ANCHE LO SCONTO SULL’IVA E L’AMPLIAMENTO DEL BONUS SOCIALE
“Tra le ipotesi sul tavolo, anche lo sconto sull’Iva (oggi è al 22%) e la possibilità di ampliare il bonus sociale, attualmente riservato alle famiglie con un Isee inferiore a 9.530 euro (il tetto è a 20 mila euro per i nuclei numerosi). Si tratta però in entrambi i casi di misure molto costose e quindi di difficile attuazione”, sottolinea ancora La Stampa.
PLAUSO DALLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI
Le associazioni dei consumatori la scorsa settimana hanno fatto un plauso all’iniziativa dell’esecutivo pur giudicandola in ritardo: “Meglio tardi che mai! Ora, però, servono atti seri e concreti visto che il gas lo stiamo pagando il 78,7% in più rispetto ai tempi pre-crisi, ossia confrontando i prezzi del Servizio di tutela della vulnerabilità di gennaio 2025 con quelli di gennaio 2021” ha affermato Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Bisogna ripristinare i crediti di importa per le imprese, per evitare che l’inflazione torni a decollare, mentre per le famiglie bisogna abbassare l’Iva sul gas, se non al 5% come ha fatto Draghi, almeno al 10 per cento. Quanto alle famiglie in condizioni economicamente svantaggiate vanno ripristinate le soglie Isee introdotte da Draghi, ossia 15.000 euro contro i 9.530 euro attuali” ha concluso Vignola.
“Attendiamo con ansia di leggere il contenuto del decreto sul caro-bollette, e poi faremo le nostre valutazioni nel merito. Ciò che è certo è che il taglio della tassazione, come il ripristino degli sconti Iva sul gas, non può rappresentare la soluzione al problema delle tariffe energetiche, considerato che oggi tra luce e gas la spesa si attesta sui 2.237 euro a famiglia” ha sottolineato il Codacons.
LE PROPOSTE DEI PRODUTTORI DI ENERGIA
I recenti picchi dei prezzi del gas, grandemente influenzati da movimenti di operatori finanziari che speculano sulle tensioni internazionali sulle materie prime ed energia, stanno incidendo significativamente anche sul mercato elettrico, distorcendo le reali dinamiche di domanda e offerta. Questo fenomeno interessa l’intera Europa, in primis i Paesi come l’Italia e la Germania che ancora dipendono in misura rilevante dal gas naturale per la produzione di energia (40% del mix). I consumatori domestici in questi paesi sostengono prezzi dell’energia molto elevati rispetto a quelli meno legati al gas (0.293 €/kWh in Germania, 0.274 in Italia vs. 0.212 in Francia e 0.203 in Spagna – fonte Eurostat 2024).
Il settore dei produttori di energia elettrica – rinnovabili ed a gas naturale – è pienamente consapevole delle difficoltà che famiglie ed imprese stanno attraversando e sta elaborando proposte d’intervento per mitigare questi fenomeni e le loro ricadute sui consumatori.
Attualmente, i più penalizzati sono i piccoli-medi consumatori, sia domestici che piccole e medie imprese (PMI), che non beneficiano delle tante agevolazioni attive e già adottate in passato a favore dei grandi gruppi industriali. Questi ultimi ricevono già da anni una serie di sussidi (interconnector, interrompibilità, rimborso CO2), a cui si è aggiunto ora il meccanismo dell’Energy Release.
Per proteggere questi segmenti di consumatori non agevolati, si propone la contrattualizzazione a medio-lungo termine, tramite il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), della capacità rinnovabile (eolica e fotovoltaica) su cui il Paese sta investendo da un paio d’anni in accordo agli obiettivi del Piano Energia e Clima al 2030 approvato dal Governo e non ancora assegnata. Questa iniziativa potrebbe aiutare a stabilizzare i prezzi finali dei consumatori su circa 20 miliardi di kWh di energia elettrica per il corrente anno.
Inoltre, con il rinnovamento degli impianti eolici e fotovoltaici nei siti esistenti si potrebbero aggiungere ulteriori 20 miliardi di kWh di produzione, con il duplice vantaggio di evitare impatti ambientali aggiuntivi e aumentare la disponibilità di energia rinnovabile. Questo favorirebbe la minor dipendenza energetica del Paese dalle importazioni di gas.
Complessivamente, stimiamo un beneficio per il sistema di circa 2 miliardi di euro, sbloccando investimenti aggiuntivi per oltre 10 miliardi di euro destinati al potenziamento degli impianti.
Peraltro il prezzo dell’elettricità potrebbe ulteriormente scendere se le Regioni autorizzassero gli impianti rinnovabili che hanno le autorizzazioni bloccate da tempo.
I produttori sono pronti a rispondere alle indicazioni che il Governo potrebbe dare per attuare queste misure e garantire una maggior tutela dei consumatori e all’intero sistema.
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