Archeologia. Nuovi tesori emergono in provincia di Avellino, dopo indagini geomagnetiche. Identificato il Foro, pavimenti con mosaici e lapidi. I risultati degli scavi. Che cos’era Aeclanum? Rispondono gli esperti

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Oggi, alle 15.30, nella Sala Consiliare del Comune di Mirabella Eclano (AV), saranno svelati al pubblico i risultati dell’ultima campagna di scavo nel Parco Archeologico dell’antica Aeclanum. L’incontro rappresenta un momento di grande rilevanza scientifica e culturale, frutto di ricerche condotte sotto la direzione del professor Massimo Osanna e rese possibili grazie a un finanziamento specifico della Direzione generale Musei.

Una nuova stagione di scavi dopo decenni di silenzio

Dopo un lungo periodo di inattività archeologica, la ripresa delle indagini ha riportato alla luce elementi di straordinaria importanza, soprattutto nell’area del Foro, uno spazio centrale della vita politica e commerciale della città, che in passato era stato solo marginalmente esplorato. Le nuove scoperte promettono di riscrivere la storia di questo centro urbano situato lungo la Via Appia, la “Regina Viarum” che collegava Roma a Brindisi, favorendo lo sviluppo di Aeclanum come punto nevralgico degli scambi e della cultura in Irpinia.

Tecnologie avanzate al servizio dell’archeologia

Prima di avviare gli scavi, il sito è stato oggetto di una dettagliata campagna di prospezioni geofisiche condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Questa fase preliminare ha permesso di individuare una serie di anomalie nel sottosuolo, interpretate come possibili strutture sepolte. I dati acquisiti hanno guidato con precisione l’intervento degli archeologi, permettendo di ottimizzare il lavoro sul campo e di rivelare strutture rimaste celate per secoli.

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Aeclanum: un’antica città tra fioritura e distruzione

Aeclanum, situata presso Passo di Mirabella Eclano, ha una storia complessa che affonda le radici nell’età eneolitica, come attestano le necropoli rinvenute nella località Madonna delle Grazie. Tuttavia, la città romana vera e propria si sviluppò alla fine del III secolo a.C., dotandosi inizialmente di una cinta muraria in legno, menzionata dallo storico Appiano. Nel corso della Guerra sociale, l’89 a.C., il generale romano Silla assediò e incendiò l’abitato, segnando un momento cruciale per la città.

Superata questa fase di distruzione, nel I secolo a.C., con l’istituzione del municipium, le fortificazioni furono ricostruite in opera reticolata, con un tracciato irregolare che seguiva la morfologia del terreno, delimitando un pianoro a forma triangolare.

Il Foro e la riorganizzazione urbanistica

Uno degli aspetti più enigmatici di Aeclanum è sempre stato il Foro, cuore pulsante della città. Fino ad oggi, la sua collocazione esatta non era mai stata definita con certezza, nonostante alcune ipotesi consolidate. I nuovi scavi hanno ora portato alla luce strutture che potrebbero confermare la sua esatta posizione, arricchendo il quadro della topografia urbana.

Non lontano da quest’area sorgeva il macellum, il mercato cittadino dove venivano venduti carne e pesce. Di esso rimane ben visibile una costruzione centrale a pianta circolare, situata a nord dell’ipotizzato Foro. Attorno ad essa, con ogni probabilità, si disponeva un’area porticata con tabernae, botteghe destinate al commercio.

Tra domus aristocratiche e officine artigiane

Le recenti indagini hanno inoltre permesso di approfondire la conoscenza di alcune strutture abitative. Una delle più interessanti è una domus con peristilio, sostenuto da colonne in laterizio rivestite di stucco, affacciata su una strada basolata. Gli ambienti interni, decorati con cura, suggeriscono un’abitazione di prestigio, destinata a funzioni di rappresentanza. Tuttavia, in epoca successiva, la destinazione d’uso sembra essere cambiata: il peristilio perse la sua funzione originaria e venne riutilizzato per ospitare attività artigianali. In particolare, la scoperta di grandi quantità di scorie di vetro ha fatto ipotizzare la presenza di un’officina di vetraio.

Le terme e la magnificenza di Aeclanum nel II secolo d.C.

A nord-ovest dell’abitato, su un’altura, si trovano i resti di un complesso termale che testimonia l’alto livello di sviluppo raggiunto dalla città nel corso del II secolo d.C.. Le strutture, ancora oggi conservate per un’altezza notevole, in alcuni casi fino all’attaccatura delle volte, erano impreziosite da statue e decorazioni marmoree, segno del benessere e del gusto estetico dell’epoca.

Aeclanum e la transizione tardoantica

La vitalità della città si protrasse fino alla tarda antichità, come dimostra la presenza di una basilica cristiana intra moenia, edificata alla fine del IV secolo d.C.. Aeclanum divenne anche sede vescovile, il cui esponente più noto fu Giuliano di Aeclanum, teologo e avversario di Sant’Agostino.

L’insediamento rimase abitato fino al VII secolo d.C., ma a partire dall’VIII secolo il sito è citato con il nome di “Quintodecimo”, indicante la distanza di quindici miglia da Benevento, ormai divenuto il centro principale della regione.

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Un futuro ricco di nuove scoperte

I risultati della recente campagna di scavo rappresentano solo un tassello di un mosaico ancora in fase di completamento. La ricchezza delle evidenze archeologiche emerse apre nuovi orizzonti per la ricerca, contribuendo a delineare con maggiore precisione l’evoluzione di Aeclanum nel corso dei secoli.

L’evento di presentazione di oggi rappresenta dunque non solo un’occasione di divulgazione scientifica, ma anche un invito a riscoprire e valorizzare un sito archeologico di straordinaria importanza, che merita di essere sempre più conosciuto e apprezzato.



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