Nel mirino l’impatto del passaggio al libero mercato, ma anche l’impatto sul sistema produttivo secondo i dati di Confcommercio sul terziario (+24% in gennaio)
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato un provvedimento che verrà portato in Consiglio dei ministri con riferimento alle dinamiche dei prezzi energetici e una riflessione su ciò che è significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato elettrico. “Ricordo – ha detto nel corso di un question time – che era uno degli impegni assunti non certo da questo governo”.
I dati di Confcommercio
Secondo l’Osservatorio Confcommercio Energia i dati di febbraio 2025 mostrano un peggioramento dell’impatto del caro energia sulle imprese italiane del terziario. A gennaio 2025 la bolletta elettrica per queste aziende è aumentata del 24% rispetto allo stesso mese del 2024 e del 56,5% rispetto al gennaio 2019, cioè prima della pandemia e della crisi energetica. Da notare che, nel gennaio 2024, il divario rispetto al 2019 era meno della metà: solo un 26% in più. I settori più penalizzati risultano gli alberghi e le grandi superfici di vendita, che nel gennaio 2025 hanno pagato l’energia elettrica il 25% in più rispetto al gennaio 2024 e fino al 58% in più rispetto al 2019, sostenendo bollette mensili fino a oltre 7mila euro a gennaio 2025 per gli alberghi e quasi 6mila euro per le grandi superfici.
Con riferimento al gas, la bolletta di gennaio 2025 è risultata mediamente in aumento del 27% rispetto a gennaio 2024 e addirittura del 90,4% in più rispetto al 2019. A gennaio 2024, questo stesso incremento rispetto agli importi medi del 2019 era di circa il 50%. I settori più penalizzati risultano anche qui gli alberghi, seguiti da ristoranti e grandi negozi. Gli alberghi in particolare, a gennaio 2025 hanno pagato il 25% in più rispetto a gennaio 2024 e fino al 96,5% in più rispetto al 2019 (sostenendo bollette mensili fino a quasi 2.600 euro a gennaio 2025, contro importi di 2mila euro di gennaio 2024 e di 1.300 euro del 2019).
Secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “servono politiche e interventi urgenti per contenere l’impatto del caro energia su famiglie e imprese e sostenere la competitività del Paese. Da subito la riforma degli oneri generali di sistema – che per le imprese del terziario di mercato arrivano a pesare fino al 26% sulla bolletta elettrica – la revisione dell’attuale meccanismo di formazione dei prezzi dell’energia elettrica e approvvigionamenti tramite acquisti congiunti europei. Di particolare importanza, accelerare sul nucleare di ultima generazione e potenziare la produzione rinnovabile.”
La reazione dell’opposizione
“L’Italia è ufficialmente il Paese europeo con le bollette più alte, ma il governo continua a non muovere un dito: +48% sulla Spagna, +40% sulla Francia, un aumento mostruoso del 44% in un anno. Intanto, il gas ai massimi storici, su un mercato tutto speculativo che scambia una minima parte del totale, e il prezzo dell’energia alle stelle strangolano imprese e famiglie, che vedono le bollette schizzare a prezzi mai visti prima”. Lo afferma l’eurodeputata del Pd Annalisa Corrado, responsabile del partito per la conversione ecologica. “Ma che cosa fa Giorgia Meloni? – prosegue – anziché affrontare la crisi con misure concrete che potrebbe attivare subito, ancora si diletta a vendere sogni nucleari. A questo punto tanto vale attrezzarsi con le candele, altro che approccio pragmatico. Il problema non è solo la dipendenza dal gas, che il governo non ha minimamente contrastato con un serio piano di rilancio delle rinnovabili, ma anche l’assenza totale di una strategia per calmierare i prezzi dell’energia”.
La reazione dei consumatori
Soddisfatta l’Unione nazionale consumatori che parla di accoglimento di “un appello che abbiamo rivolto al Governo fin dal 1° aprile del 2023 quando fece la pessima pensata di ripristinare gli oneri di sistema della luce e di togliere una prima parte degli sconti introdotti da Draghi sul gas”, afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unc. “Ora si tratta di vedere che cosa proporrà in concreto. Per parte nostra chiediamo che i vulnerabili possano sempre restare nel servizio di tutela, sia per il gas che per la luce, che si possa rientrare nel servizio a tutele graduali della luce almeno fino a fine anno e non, come previsto ora, solo fino al 30 giugno 2025, che l’Iva sul gas sia portata tutta al 10%, e non come ora al 10% per i consumi fino a 480 metri cubi e al 22% per quelli superiori (era tutta al 5% con Draghi), che per chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate siano ripristinate le soglie Isee elevate da Draghi, ossia 15mila euro e 30mila euro per i nuclei familiari con almeno 4 figli a carico, contro quelle attuali pari, rispettivamente, a 9.530 euro e 20mila euro, possibilmente introducendo nuovo soglie intermedie”, conclude Vignola.
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