Elezioni presidenziali in Abkhazia vanno al secondo turno

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Le elezioni presidenziali anticipate tenutesi il 15 febbraio in Abkhazia, una regione separatista sostenuta dalla Russia nella Georgia nord-occidentale, andranno al secondo turno dopo che tutti e cinque i candidati, tra cui il favorito del Cremlino, il leader ad interim Badra Gunba, e il capo dell’opposizione Adgur Ardzinba, non sono riusciti a superare la soglia del 50%. Gli altri tre candidati, che si sono posizionati come una “terza forza”, non sono riusciti a rappresentare una seria sfida per i favoriti. Il secondo turno decisivo con Gunba e Ardzinba dovrebbe tenersi entro il 1° marzo.  L’UE ha ribadito il suo sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità della Georgia in una dichiarazione in cui afferma di non riconoscere il quadro costituzionale e legale in cui si sono svolte le “cosiddette elezioni presidenziali in Abkhazia”.

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L’Abkhazia va al ballottaggio

Il risultato non sorprende: i rivali Gunba e Ardzinba rappresentano due schieramenti politici polarizzati che si sono alternati al potere nel governo abkhazo negli ultimi due decenni, sebbene entrambi i candidati rimangano ampiamente favorevoli al mantenimento della posizione filo-russa dell’Abkhazia. Gunba, che in precedenza era vicepresidente, ha assunto la carica di leader ad interim il 19 novembre dopo che Aslan Bzhania si è dimesso in mezzo a proteste di massa contro un accordo di investimento con la Russia. Gli oppositori temevano che l’accordo minacciasse lo status già fragile dell’Abkhazia sotto il controllo russo.  Ardzinba, ex ministro dell’economia de facto (2015-2020) e leader dell’Abkhaz People’s Movement, si è schierato contro l’accordo, sebbene abbia comunque promesso stretti legami con Mosca.  Quindi, i risultati delle elezioni non hanno portato sorprese. Tuttavia, la Russia, che ha sostenuto Badra Gunba, aveva chiaramente sperato che si sarebbe assicurato una vittoria assoluta. Mosca ha impiegato ingenti risorse amministrative, finanziarie e mediatiche per supportare il suo candidato preferito, ma questo si è rivelato insufficiente per una vittoria al primo turno. Rimane una piccola ma reale possibilità che il presidente non venga eletto neanche al secondo turno. Questo perché la scheda include un’opzione “nessuna delle precedenti”. Per essere dichiarato vincitore, un candidato deve ricevere più voti sia del suo avversario che dei voti “nessuna delle precedenti” combinati. Gunba ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il vice primo ministro Alexander Novak e, per rafforzare la sua posizione, Mosca ha annunciato la ripresa degli aiuti finanziari, sospesi da settembre, e l’aumento delle forniture di elettricità a fronte di gravi carenze. Con l’imminente secondo turno alle porte, l’influenza di Mosca sembra rimanere decisiva. Il fallimento di Gunba nel vincere direttamente sembra sottolineare il crescente disagio in Abkhazia per l’espansione economica russa. Resta da vedere se il ballottaggio porterà a un risultato diverso.

Leggi anche: Georgia: il leader dell’Abkhazia separatista si è dimesso

L’influenza di Mosca

L’Abkhazia non è riconosciuta come entità indipendente dalla comunità internazionale, ad eccezione di Russia, Nicaragua, Venezuela, Nauru e Siria sotto il governo detronizzato di Assad. Nonostante l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, la sua presenza militare in Abkhazia rimane forte, con resoconti che suggeriscono piani per una base navale a Ochamchira. Le elezioni giungono in un momento di forti tensioni sull’influenza russa in seguito al controverso accordo di investimento dell’anno scorso, che il parlamento dell’Abkhazia ha infine respinto dopo l’estromissione di Bzhania. L’accordo faceva parte di una spinta più ampia da parte di Mosca per consolidare il controllo economico, comprese le proposte precedentemente respinte per consentire ai russi di acquistare immobili e riconoscere le sentenze della corte russa in Abkhazia. Le autorità russe avrebbero reagito contro gli oppositori di queste misure. Due critici accesi, il legislatore Kan Kvarchia e l’attivista Levan Mikaa, sono stati privati ​​della cittadinanza russa.



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