Genova, anche il Consiglio di Stato dà ragione a Zucca: annullata la nomina del pg. Il pm della Diaz era stato bocciato con una forzatura

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La nomina di Mario Pinelli a procuratore generale di Genova è stata illegittima: quel posto spettava a Enrico Zucca, il pm del processo sulla mattanza alla scuola Diaz. Che ora, salvo sorprese, dovrà ottenerlo. A scrivere l’ultima parola sulla vicenda è il Consiglio di Stato, confermando la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato la delibera del Consiglio superiore della magistratura. Nel novembre 2023 l’organo di autogoverno aveva preferito Pinelli a Zucca nonostante la sua domanda per Genova fosse decaduta, in quanto, dopo averla presentata, il candidato aveva accettato un altro incarico, quello da procuratore generale di Campobasso. Il Csm, con 18 voti contro 11, aveva però “resuscitato” la sua corsa con un’interpretazione inedita, basata sulla lunga e tormentata storia del concorso (bandito nel lontano 2019 e già annullato una volta dal Consiglio di Stato): una forzatura ricondotta da molti alla volontà di silurare Zucca, il magistrato che ottenne le condanne dei dirigenti di Polizia responsabili del pestaggio alla Diaz durante il G8 del 2001. Una toga che in carriera si è fatta molti più nemici che amici, soprattutto negli ambienti politici vicini alle forze dell’ordine. A giugno, però, il Tar gli ha dato ragione, riconoscendo un viziopalese” nelle motivazioni della delibera: nel frattempo Pinelli, insediato nel capoluogo ligure, si è fatto notare per una serie di atteggiamenti piuttosto discussi, tra cui una presenza in ufficio essenziale e un uso disinvolto di auto di servizio e delle forze dell’ordine per gli spostamenti.

Ora il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi del pg e del Csm contro la decisione del Tar, che quindi è diventata definitiva. “Il dottor Pinelli non era più legittimato a concorrere al posto di procuratore generale presso la Corte d’appello di Genova” e quindi il Csm “non avrebbe potuto legittimamente assegnarglielo”, si legge nelle motivazioni della sentenza, depositata il 18 febbraio. Il meccanismo della decadenza delle domande, scrivono i giudici, “si fonda sulla necessità di assicurare la stabilità agli uffici nelle funzioni apicali al fine di evitare rapidi e inutili avvicendamenti in posizioni che si riflettono sull’organizzazione di interi uffici giudiziari. Risulta fin troppo evidente che, riconoscendo al dottor Pinelli la legittimazione ad ottenere il posto anche quando ne abbia nel frattempo chiesto e ottenuto un altro, questa ratio sarebbe intollerabilmente frustrata“, argomentano. E non rileva nemmeno il fatto che Pinelli avesse impugnato la nomina dell’originario vincitore del concorso, Roberto Aniello: il suo ricorso infatti non era stato accolto, a differenza di quello di un altro aspirante, Carlo Maria Zampi (entrambi poi si erano ritirati dalla procedura). Secondo la sentenza, quindi, l’impugnazione non aveva nessun effetto “prenotativo” capace di mantenere in vita la sua domanda per Genova. Ora la pratica tornerà al Csm, che dovrà procedere a una nuova nomina: in teoria la scelta di Zucca dovrebbe essere scontata, essendo l’unico concorrente rimasto in gara. Ma le resistenze, c’è da scommetterci, non mancheranno.

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