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Fare la spesa al mercato, ma anche la piega e pure la manicure. Non solo frutta e verdura a chilometro zero. Nei mercati rionali entrano i servizi alla persona. Accanto al fruttivendolo comparirà il parrucchiere. Davanti al salumiere potrebbe spuntare una lavanderia. Per rendere ancora di più i mercati delle piazze vive, dei centri commerciali naturali, il bando dei posteggi si allarga a nuove tipologie di attività commerciali: dall’estetista alla tintoria.
Cosa succederà? Oggi, quando si libera una postazione in un mercato, questa torna a bando perché sia riassegnata. La novità è che ora possono partecipare con certezza anche parrucchieri, estetiste, tintorie, lavanderie. Con certezza. C’è un parere della Regione Lazio che dà il via libera a questa importante novità. Gli uffici capitolini “Direzione Mercati e Commercio su Suolo Pubblico” di via dei Cerchi prima di oggi non erano così certi si potesse avere un mix diverso nell’offerta dei banchi. C’era un buco normativo per cui nel tempo si sono affollati diversi dubbi. L’ultima legge nazionale (2021), infatti, vieta questi esercizi, sia che siano ambulanti sia che si parli di posteggio. Testo unico del Commercio alla mano, invece, emergono un’interpretazione e un orientamento a favore delle attività di tintolavanderia, estetica, acconciatura e onicotecnica. Una legge regionale del 2015, infatti, consente l’esercizio dell’impresa artigiana nei posteggi situati all’interno delle aree mercatali. 

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Cita manufatti stabili che ospitano «servizi o altre pertinenze di un mercato». Parla di mercati coperti e plateatici attrezzati, aree attrezzate (coperte o scoperte, e quindi dotate di allaccio alla rete idrica, fognaria, elettrica e telefonica), composte da più posteggi e destinate all’esercizio dell’attività per «l’offerta integrata di servizi, merci al dettaglio, alimentari e non». Non ci sono dunque ostacoli o formule che possano escludere l’attività di lavanderia o un box per farsi le unghie
Ed è una novità perché per la prima volta entrano nei mercati questi servizi che, nell’intenzione della giunta, potranno e dovranno avere sempre più cittadinanza. «I mercati rionali sono il cuore pulsante dei nostri quartieri, spazi vivi dove tradizione e innovazione si incontrano, dove il commercio si intreccia con i servizi di prossimità», ragiona l’assessora alle Attività produttive Monica Lucarelli. «Eravamo convinti che artigiani come parrucchieri, estetisti e onicotecnici potessero avere un ruolo nei mercati coperti e plateatici attrezzati, per questo abbiamo chiesto un parere alla Commissione Regionale per l’Artigianato. Ora abbiamo la conferma: queste attività potranno essere presenti nei mercati, portando servizi utili e accessibili a tutte e tutti, nel pieno rispetto delle normative igienico-sanitarie», continua tratteggiando un’idea di mercato incisa nelle linee programmatiche del sindaco Gualtieri che li vuole «luoghi multifunzionali, non solo di acquisto, ma anche di socialità e benessere». Nell’idea di spazi fruibili in vari momenti della giornata, dove darsi appuntamento e intrattenersi, la giunta favorirà, dunque, un allargamento delle funzioni dell’area. 

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È anche un modo per incoraggiare attività di giovani imprenditori: l’ingresso in un mercato rionale comporta costi nettamente inferiori a un negozio. Nel bando giovani under 35 e donne sono premiati ciascuno con cinque punti aggiuntivi. Se sei donna, hai meno di 35 anni, e partecipi al bando, ottieni dieci punti. E viste le difficoltà del contesto (gli abusivi che gabbano i regolari) può essere una porta aperta all’avvio di un’impresa. Il 22% delle attività di estetica a Roma è guidato da giovani e il 45% da donne. Perciò «queste imprese artigiane potranno partecipare ai bandi dei Municipi per l’assegnazione delle postazioni nei mercati rionali che risultano ancora libere», assicura l’assessora. Queste postazioni, poi, saranno inserite nei piani del commercio che i Municipi stanno predisponendo. Un piccolo preludio alla rivoluzione Bolkestein che farà scattare l’ora zero del commercio in città. Intanto, la giunta aggiunge un brano alla playlist: mele, pere e cappotto al lavasecco. Morandi più Gaber. Uscire di casa per comprare banane e lamponi e poi fermarsi un altro po’: «Quasi, quasi mi faccio uno shampoo». 

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