L’Umbria lancia la sfida dei soggiorni lunghi

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18 Febbraio

07:00
2025



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Dalla presenza, troppo spesso breve, alla permanenza. Questa la vera sfida che l’assessora al Turismo della Regione Umbria, Simona Meloni, incontrata alla Bit, intende raccogliere e vincere per far diventare il “cuore verde d’Italia” non solo una destinazione per short break, ovvero fine settimana – come è attualmente, con una permanenza media di soli due giorni e dagli scarsi impatti sul territorio – a vera e propria meta di soggiorni lunghi, almeno settimanali, per vacanze esperienziali.

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Assessore Meloni Umbria da uff stampa

«E abbiamo sia i numeri che le capacità per candidarci ad essere una regione appetibile – sottolinea Meloni – per italiani e stranieri. Anche se non abbiamo il mare quale componente di spicco dell’offerta, possiamo contare su una rete integrata del territorio: dai cammini religiosi agli itinerari enogastronomici, dalle vacanze ai laghi (Trasimeno, Piediluco, Corbara) ai soggiorni in  uno dei 1.300 agriturismi, ai borghi, alla full immersion nella natura con 7 parchi per lo slow tourism».

«Un’offerta variegata, quindi, in grado di assicurare un turismo rigenerativo sportivo – osserva Meloni – In altre parole, l’Umbria intende innovare la sua immagine con una attenta strategia nella comunicazione anche social e una stretta collaborazione tra amministrazione pubblica e imprese private per esibire tutte le sue eccellenze del territorio, la sua storia e il suo patrimonio culturale e religioso. Non abbiamo ancora completato il nostro programma promozionale, anche se sicuramente saremo all’Itb di Berlino e al prossimo Ttg Incontri a Rimini in ottobre, ma dedicheremo certamente risorse e creatività per predisporre pacchetti d’offerta ad alto contenuto esperienziale».

Abbiamo chiesto all’assessora quale potrà essere anche il ruolo della Regione nella sfida per migliorare la connettività aerea e Meloni ha risposto senza esitazione: «Siamo consapevoli dell’importanza di un hub come l’aeroporto di Perugia che vogliamo far crescere e aprire così nuovi bacini di traffico, sia con collegamenti internazionali – magari puntando su mercati maturi e di sicuro ritorno in termini di flussi turistici come la Spagna con Madrid – sia attraverso un’adeguata rete di servizi domestici: penso ad esempio al sud Italia, in particolare al bacino di Napoli, dove possiamo avere preziose opportunità nei flussi incoming».

E a proposito dello scalo intitolato a San Francesco d’Assisi, Meloni punta anche ad alimentare un traffico aereo privato: «Vogliamo aprire la  strada a un turismo d’alta gamma che possa favorire l’evoluzione del segmento luxury, ben combinato con le eccellenze del territorio e sempre nella logica della vacanza esperienziale. Questo vuol dire invitare i turisti nei  periodi della vendemmia, della raccolta delle olive, perché sono questi i momenti che un ospite vuole vivere in prima persona».

Per Meloni il turismo è lo strumento attraverso cui il territorio umbro si può esprimere nelle sue mille sfaccettature e presto ci saranno nuove azioni promozionali sulle reti televisive commerciali e “on board” per intercettare al meglio molteplici fasce di potenziali ospiti, così come si presterà maggiore attenzione al trade.

Non a caso nello stand della Regione si è parlato anche di “Umbria, le Giornate del Patrimonio Unesco, un progetto volto a valorizzare il ricco patrimonio culturale e naturalistico della regione in vista della diciassettesima edizione del World Tourism Event (Wte), che si terrà nel 2026, anno in cui ricorre l’ottavo centenario della morte di San Francesco.

Così come sempre in Bit è stato anche illustrato il progetto “Tiber-Pallia“, un itinerario archeologico, culturale e paesaggistico che collega cinque siti di epoca etrusca e romana situati nei territori di quattro comuni dell’area orvietana, compresa tra i fiumi Tevere e Paglia. Il percorso comprende la Necropoli di Crocefisso del Tufo e gli scavi di Campo della Fiera a Orvieto, il sito archeologico di Coriglia a Castel Viscardo, la località di Vallone San Lorenzo a Montecchio e Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina.

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