Mario Giacomelli. La sua Camera Oscura in mostra a Senigallia

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


È Sotto la pelle del reale ad aprire nello storico Palazzo del Duca di Senigallia la mostra La Camera Oscura di Giacomelli – ealizzata nell’ambito del progetto Senigallia Città della Fotografia promosso dalla Regione Marche ed è stata organizzata dal Comune di Senigallia e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. 

È un’installazione multimediale e riproduce il flusso creativo di Mario Giacomelli, la cui voce – tratta da un’intervista per Radio 3 Suite del 2000 – guida i visitatori mentre le immagini in movimento e frammenti scritti di pensieri si alternano, evocando la sua visione profonda e poetica della fotografia come mezzo per esplorare la realtà e l’interiorità. Queste immagini, nella loro metamorfosi, seguono gli stessi moti delle impennate verticali e le cadute nel vuoto con cui l’artista rincorreva l’Infinito e ne imitano la gestualità in camera oscura, all’ingranditore, con la carta sensibile tenuta obliqua per immergere il mondo nella vertigine.

Mario Giacomelli, Presa di coscienza sulla natura, 1976-80. Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli

Già, la camera oscura, dove Giacomelli dava forma al suo immaginario trasformando la materia in visioni potenti e universali. Cuore pulsante, anche della mostra, la camera oscura vive attraverso le esposte ma anche attraverso attrezzature originali, come la sua macchina fotografica Kobell, e oggetti di scena utilizzati per i suoi scatti, accanto ai quali trovano posto provini di stampa, appunti manoscritti e interviste che documentano il processo creativo dell’artista, mostrandone la sua incessante sperimentazione e la continua trasformazione del reale. Alla fine del percorso sarà ancora proprio la camera oscura a tornare protagonista con le riproduzioni fotografiche commissionate da Guido Harari in occasione del progetto editoriale Nella camera oscura di Mario Giacomelli. L’antro dello sciamano (Rizzoli Lizard, 2024), realizzato in collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli di Rita e Simone Giacomelli. Un lavoro di recupero e memoria di un luogo magico definito dallo stesso Harari «antro dello sciamano».

Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961. Provino con appunti di stampa. Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli

La mostra, a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli, raccoglie circa cento fotografie originali, tra vintage e stampe d’epoca, che attraversano tutta la produzione di Giacomelli, dagli anni ‘50 fino al 2000, anno della sua morte, che intrecciano temi chiave della poetica giacomelliana fino a rappresentarne il mondo interiore. Sviluppata attraverso otto sezioni tematiche, il percorso espostivo riserva – e restituisce – particolare attenzione al rapporto tra fotografia e poesia, elemento fondante del lavoro dell’artista: poesia come cassa di risonanza delle sue emozioni, che fuoriescono sotto forma di immagini fotografiche. Opere come Io non ho mani che mi accarezzino il volto, ispirata ai testi di Padre David Maria Turoldo da cui trae origine la famosa serie fotografica dei Pretini del 1961 e che apre il percorso espositivo, Passato (1986) di Cardarelli e Spoon River Anthology (1971-73) di Edgar Lee Masters, testimoniano proprio come la poesia abbia sempre rappresentato per Giacomelli una fonte inesauribile di ispirazione e introspezione, un mezzo per esplorare l’essenza dell’uomo e del mondo.

Mario Giacomelli, Paesaggio, anni 60. Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli

Come in un racconto che, pur partendo da vicissitudini autobiografiche, parla con la voce antica e infinita dell’umanità, le opere in mostra – come i paesaggi antropomorfizzati che diventano ritratti umani – intrecciano memoria e materia in un dialogo continuo. Emerge così un mondo profondo e ancestrale, dove la figura materna, evocata attraverso elementi simbolici, figura come presenza costante e fondativa della visione artistica, e la luce, elemento essenziale del lavoro di Giacomelli, interrompe l’oscurità per illuminare piccoli e preziosi frammenti di realtà, offrendo una visione che oscilla tra l’immenso e l’intimo, tra il concreto e il metaforico. La Camera Oscura di Giacomelli non è dunque solo un’esposizione, ma un vero e proprio viaggio nell’universo creativo di un artista che ha saputo parlare all’anima dell’uomo attraverso la fotografia, trasformando ogni immagine in un frammento di interiorità e poesia.

Nell’ambito delle Celebrazioni per il Primo Centenario dalla Nascita di Mario Giacomelli, che avranno inizio nel 2025, l’Archivio Mario Giacomelli, all’interno di un più complesso e articolato programma, darà corpo a una serie di grandi mostre che documentano l’intera produzione del grande fotografo e ne aggiornano la sua interpretazione critica. Le prime due importanti mostre saranno quelle di Roma e Milano; la prima a Roma presso Palazzo delle Esposizioni, dal 17 aprile al 1° settembre 2025, seguita poco dopo da quella di Palazzo Reale, a Milano, dal 24 maggio al 21 settembre 2025, per proseguire con un calendario espositivo che toccherà varie sedi nazionali e internazionali per concludersi nel 2027.

Mario Giacomelli, Ritratti Mia madre, 1955. Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link