Marion Cotillard, spietata Regina delle Nevi in “The Ice Tower”, girato in Alto Adige

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BERLINO “Più freddo del ghiaccio il suo bacio trafisse direttamente il cuore, che già era un pezzo di ghiaccio”. Fascino del cinema e fusione tra realtà e finzione nella coproduzione franco-tedesca in Concorso alla Berlinale, La Tour de Glace (The Ice Tower) in cui la regista Lucile Hadžihalilovic porta la sedicenne Jeanne (Clara Pacini), in fuga da un orfanotrofio, in uno studio cinematografico dove si sta girando La Regina delle Nevi. Ad interpretarla la bella e misteriosa Cristina (Marion Cotillard), star tormentata che affascina Jeanne al punto che la giovane viene completamente assorbita in quel mondo fantastico. Un personaggio misterioso, proprio come la Regina delle Nevi. Un’attrice che ha avuto il suo momento di gloria, ma che non è più brillante come un tempo e che si osserva ripetutamente e ossessivamente attraverso l’immagine che la pellicola restituisce di lei, e anche attraverso la giovane ragazza che le ricorda chi era da bambina.

Un racconto ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen, in cui lo specchio capace di corrompere e far sparire il bello viene sostituito dalla telecamera, presentato al pubblico in una Berlinale magicamente innevata, come non si vedeva da anni. “Nella neve c’è qualcosa di affascinante, innanzitutto perché cade dal cielo. C’è poi una bellezza nel fatto che ogni fiocco è unico”, ha commentato Marion Cotillard che ha definito “alquanto poetico” il suo arrivo a Berlino.

“Ho sempre avuto la tendenza a realizzare film che assomigliano a delle fiabe, perché trovo che sia un modo per arrivare a un luogo profondo dentro di me – ha rimarcato la regista in conferenza stampa – Penso che tutti i miei film raccontino storie di crescita, di prove da superare che fanno maturare. Quindi la forma della fiaba si presta molto bene. Nella Regina delle Nevi, era proprio la figura della Regina a incuriosirmi enormemente. Mi chiedevo: chi è? Cosa rappresenta? Cosa significa il suo palazzo? Questa figura femminile, simbolo di potere e conoscenza, allo stesso tempo spaventosa e magnetica, era un punto di partenza davvero entusiasmante. E per una volta, era una ragazza a intraprendere questo viaggio e questa lotta”.

Ad interpretare la sedicenne Jeanne una talentuosa Clara Pacini. “Non abbiamo fatto prove per questo film. Avevo già incontrato Clara, ero molto intimorita quando l’ho conosciuta – ha rivelato Marion Cotillard – perché innanzitutto è molto carismatica, e poi perché la relazione tra i nostri due personaggi è molto particolare. C’è un rapporto di fascinazione, un tentativo di dominazione e anche una certa violenza. Ci siamo incontrate a casa mia e ricordo che non osavo guardarla negli occhi. Per tutto l’incontro, in realtà, non mi sentivo a mio agio, e, in fondo, era già l’inizio del lavoro. Tra noi esisteva già qualcosa, e io mi sono lasciata trasportare completamente”.

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Il set italiano in Alto Adige, in un’atmosfera sospesa tra sogno e incubo

La Tour de Glace è una coproduzione franco-tedesca – 3B Productions e Davis Films, Sutor Kolonko, Arte France Cinéma e Bayerischer Rundfunk in collaborazione con Arte – che ha scelto le montagne altoatesine per ambientare alcune delle sue scene più suggestive, immergendo lo spettatore in un’atmosfera sospesa tra sogno e incubo. Creando un luogo quasi metafisico in cui cinema e realtà si intrecciano come in un gioco di specchi. 

Le riprese in Italia hanno toccato alcune delle località più affascinanti dell’Alto Adige, scelte per il loro carattere evocativo e per l’atmosfera fiabesca che riescono a conferire alla pellicola. Tra le location, Caldaro e il Lago di Caldaro, uno specchio d’acqua che, soprattutto in inverno, diventa quasi surreale, avvolto da nebbia e da un’atmosfera sospesa nel tempo. Un luogo ideale per accentuare il senso di isolamento e mistero del film; Merano, famosa per il suo passato aristocratico e per i suoi edifici in stile liberty; il capoluogo altoatesino Bolzano, che ha ospitato diverse scene sfruttando il suo mix di architettura mitteleuropea, vicoli storici e scenari naturali. Riprese anche a Magré sulla Strada del Vino, un piccolo borgo dal fascino antico, con le sue stradine in pietra e le case storiche, utilizzato per alcune delle sequenze più intime del film.

L’opera è stata sostenuta da IDM Film Commission Südtirol in fase di produzione durante le riprese in Alto Adige. La casa di produzione altoatesina, Albolina Film, ha realizzato il service per le riprese italiane.



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