Pedemontana: «È iniziato le scempio nei boschi di Bernate di Arcore»

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Pedemontana si srotola sulla Brianza. I cantieri preliminari per la costruzione dell’autostrada che deve collegare la Brianza da ovest a est stanno lasciando i primi segni sul territorio.

Nel Vimercatese «è iniziato le scempio nei boschi di Bernate di Arcore, tratta C». La denuncia è del circolo Gaia Legambiente, attivo fin dal 1993. L’associazione ambientalista ha pubblicato le foto delle prime ruspe al lavoro per abbattere gli alberi nei boschi sopra Velate, dove invece nelle settimane scorse sono iniziati gli scavi nella zona della Granarolo dove gli sbancamenti superficiali mostrano una sorta di disegno delle tre corsie per senso di marcia. Corre verso Velasca e dovrebbe poi continuare verso Brembate, ma la tratta che dalla tangenziale Est diventa D non ha ancora un progetto definitivo.

«Forse dovevamo “svegliarci prima”, ricordiamo le prime proteste degli anni 90: forse la politica, tutta la politica avrebbe dovuto svegliarsi prima e forse noi cittadini dovevamo urlare di più, forse. Stiamo qua a dire “forse” e forse c’è lo meritiamo. Stiamo a guardare», commentano amaramente dal circolo.

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Pedemontana: i conti delle opere di compensazione

Intanto ciclabili, rotonde e un po’ di alberi piantati qua e là sono il conto finale delle opere di compensazione ambientale che i comuni interessati dalla tratta C, una quindicina in tutto in provincia di Monza, riceveranno in cambio dell’arrivo della super strada voluta da Regione Lombardia e realizzata da Apl Spa. Effetto della contrattazione uno a uno. Il progetto da 5,2 miliardi di euro (questa la stima contenuta nel piano economico finanziario aggiornato al 2020) restituirà per la realizzazione della tratta una “mancia” alla Brianza (oltre alla cosiddetta Greenway, ciclabile lungo tutto il percorso di Pedemontana, 55 milioni di euro che però non risultano ancora finanziati) in piste per biciclette, qualche intervento di viabilità e un po’ di riforestazione. Non esattamente un affarone.

Pedemontana dissenso - foto Legambiente
Pedemontana dissenso – foto Legambiente

Pedemontana: ad Arcore e Lesmo

Lo scenario durante l’incontro che i comitati No Pedemontana e Circolo Gaia di Legambiente hanno chiesto ai sindaci di Arcore, Usmate – Velate, Vimercate, Lesmo e Camparada, e che si è tenuto a inizio febbraio nella sala del camino in Villa Borromeo.

Ad Arcore, 1,5 milioni di euro saranno impiegati per quattro quinti (1,1 milioni) per piantare alberi a nord di Bernate, mentre 400mila euro per una ciclabile che da Arcore, pedalando con vigore, arriva fino a Camparada e Usmate.
Lesmo non ha sciolto le riserve. Una volta respinte le profferte di Pedemontana, sono in corso di valutazione le controfferte. Lesmo fu protagonista, con l’allora sindaco Francesco Montorio, dell’unico – e solitario – episodio di resistenza dall’inizio. Il primo cittadino e novanta famiglie che fecero ricorso. L’unica vittoria, se così si può chiamare, è stata quella del 2024 dell’attuale sindaco Sara Dossola che era riuscita a far modificare il tracciato affinché l’autostrada non passasse fuori dalla porta di un asilo. Viene da chiedersi, non senza ironia, cosa sarebbe accaduto se il comune non avesse proposto ad Apl un terreno, già espropriato come alternativa.

Pedemontana Tratta C
Pedemontana Tratta C

Pedemontana: Usmate, Camparada e Vimercate

A Usmate e Camparada i comuni sono piccoli e i fondi aiutano. Ma mentre qui la ciclabile con Camparada è già finanziata dalla provincia, Usmate sta puntando su viale Monza. E infine Vimercate: il progetto per il momento è il più ambizioso e almeno non si parla di rotonde e ciclabili. Ha un progetto da 4 milioni di euro per ridisegnare gli spazi cittadini in ottica green.
Ma c’è, comunque un ma che è tornato a tenere banco in occasione dell’incontro di Arcore. Ossia, il problema che riguarda la possibilità che qui la tratta finisca a ridosso della tangenziale Est, una sorta di “moncherino” che avrebbe come conseguenza quella di mandare in tilt il traffico cittadino. Quale sarà la soluzione? Forse l’ennesima rotonda che ha mandato in visibilio altri sindaci in altre zone della Brianza e che è stata contrabbandata per una gloriosa vittoria?

Pedemontana: i numeri dei cantieri

E fosse questo l’unico problema si potrebbe anche azzardare un respiro di sollievo. Ma non è così. Sul piatto c’è tutta la partita dei cantieri. Martedì scorso in provincia si è tenuta una riunione a porte chiuse che ha messo insieme i rappresentanti della tratta C per iniziare ad invertire la rotta e cominciare a pensare tutti insieme. L’idea che è trapelata è quella di dare mandato al centro studi Pim affinché elabori un piano d’intervento comune. Che è quello poi che chiedono, sul fronte delle compensazioni, le associazioni verdi. Tutti uniti per ottenere meglio e di più. Anche perché il rischio – stanti anche i dati sui volumi di traffico previsti dalla stessa Pedemontana, è che l’opera non crei solo voragini di terreno.

Le stime parlano di 19mila auto previste nel 2025 e quasi 31mila dieci anni dopo. Questo a fronte delle 50/60mila ipotizzate nel 2014 per gli stessi anni. Un dimezzamento. Insomma la Brianza potrebbe essere sventrata per nulla. La misura della questione è riassunta un po’ in questa riflessione, fatta dagli ambientalisti: «Quello delle piste ciclabili – hanno detto – non può essere l’unico orizzonte. Certo, rappresentano opere di facile realizzazione, con un impatto positivo per la cittadinanza, ma non possono essere considerate a pieno titolo delle vere compensazioni, dato che creano esse stesse consumo di suolo».



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