Professore aggredito a scuola si nasconde in bagno per evitare il pestaggio del padre di un suo alunno • LacityMag.it

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Il recente caso di un quindicenne arrestato in Trentino per presunti legami con un gruppo neonazista e satanista ha fatto luce sul fenomeno del satanismo giovanile. E inoltre sulle sue connessioni con l’estremismo di destra. Il giovane, arrestato, è accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, fabbricazione di ordigni esplosivi e diffusione di materiale pedopornografico. Era attivo in canali Telegram legati a gruppi estremisti e stava pianificando, un atto terroristo. Ma non da attuare da solo bensì in compagnia di altri membri, con i quali mettere in atto azioni violente nel corso della cosiddetta “Settimana del Terrore“. Questo episodio solleva interrogativi profondi sulle motivazioni che spingono gli adolescenti ad avvicinarsi a ideologie tanto distruttive.

Neonazismo e satanismo: una connessione pericolosa

Il caso del quindicenne trentino mette in luce un altro aspetto inquietante: l’associazione tra satanismo e neonazismo. Questi due fenomeni, apparentemente opposti, si sovrappongono in alcune frange estremiste che mescolano l’adorazione del male assoluto con la violenza ideologica del suprematismo bianco. In particolare, movimenti come l’Order of Nine Angles (O9A), una setta nata in Inghilterra negli anni ‘60, combinano elementi satanici e neonazisti, promuovendo la violenza estrema e il culto della distruzione. Per molti adolescenti, il richiamo di questi gruppi non deriva da una reale comprensione delle ideologie sottostanti, ma piuttosto da un desiderio di emulazione. L’estetica militarista del nazismo e la simbologia sovversiva del satanismo offrono un senso di appartenenza e potere a giovani che si sentono alienati dalla società. E la rete gioca un ruolo chiave in questo processo, come è avvenuto in Trentino. Fornisce accesso a contenuti estremi e piattaforme dove l’odio viene normalizzato e incentivato.

Satanismo giovanile: ribellione e bisogno di identità

L’adolescenza si sa è un periodo di transizione caratterizzato da un intenso bisogno di definire la propria identità, spesso attraverso l’opposizione ai valori familiari e sociali. Il satanismo, con la sua estetica trasgressiva e il suo richiamo all’individualismo estremo, si presenta come una forma di ribellione contro un mondo percepito come ipocrita e restrittivo. Molti giovani, provenienti da contesti cattolici o fortemente tradizionalisti, vedono nel satanismo un modo per sfidare le norme imposte e affermare la propria autonomia.Va distinto però il satanismo “filosofico”, ispirato a figure come Anton LaVey e la sua Chiesa di Satana, da quello più oscuro e deviato, che assume connotazioni criminali e settarie. Mentre il primo si fonda su un individualismo pragmatico e simbolico, il secondo può sfociare in atti di violenza, abuso e reati gravi. L’attrazione di alcuni adolescenti, come il giovane trentino, per la dimensione più cupa del satanismo è spesso legata al desiderio di sfida e alla fascinazione per il proibito.

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Il ruolo di internet e il proselitismo online

Con l’avvento di internet, la diffusione di ideologie estreme ha trovato nuovi canali di espansione. Forum, gruppi Telegram e siti web diventano luoghi di aggregazione per giovani che cercano risposte e identità. Spazi virtuali che funzionano come incubatori di radicalizzazione, dove il linguaggio dell’odio e la violenza vengono promossi senza filtri. La distanza fisica permette di abbassare le inibizioni e di esaltare la retorica della ribellione, fino al punto in cui le fantasie di distruzione si traducono in azioni concrete.

Che fare? Come affrontare il problema

Per contrastare questi fenomeni, è fondamentale un approccio multidisciplinare che coinvolga famiglie, scuole e istituzioni. Alcuni passi chiave includono:

Educazione digitale. Insegnare ai giovani a riconoscere i pericoli della radicalizzazione online e a sviluppare un pensiero critico. Un compito per famiglie e scuola.

Ascolto e dialogo. Bisogna creare spazi sicuri dove gli adolescenti possano esprimere il proprio disagio senza timore di giudizi o repressioni.

Monitoraggio dei contenuti online. Le autorità sono chiamate a intensificare la sorveglianza sulle piattaforme che diffondono ideologie estremiste.

Interventi psicologici e sociali. E’ necessario offrire supporto a ragazzi a rischio, con programmi di prevenzione e recupero.



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