Quante tipologie di tasso esistono per il mutuo?

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Per richiedere un mutuo, devi scegliere una tipologia di tasso di interesse. I più comuni sono il fisso, con una rata sempre uguale, o il variabile, con una rata che cambia in base al mercato. Esistono però anche soluzioni intermedie, come ad esempio il tasso variabile con capped rate (CAP) e il tasso misto. In questa guida, ti spiegheremo quali sono le tipologie di tasso alternative al fisso e al variabile per scegliere quale possa essere la più adatta alle tue esigenze.

Cos’è il tasso di interesse

Quando richiedi un mutuo, la banca applica un tasso d’interesse chiamato TAN (Tasso Annuo Nominale). Questo tasso rappresenta gli interessi che dovrai pagare alla banca sul mutuo.

Il TAN viene stabilito basandosi su un indice di riferimento determinato dalla Federazione Bancaria Europea: l’IRS per i tassi fissi e l’Euribor per i tassi variabili. A questo indice viene poi aggiunto uno spread, che rappresenta il costo del mutuo applicato dalla banca.

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Qual è la differenza tra TAN e TAEG

Quando si parla di mutui, è importante capire la differenza tra TAN e TAEG:

  • Il TAN è il tasso di interesse applicato al mutuo. Indica la percentuale di interesse che pagherai alla banca dell’importo ricevuto.
  • Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) rappresenta il costo totale del mutuo. Di conseguenza, include il TAN e tutte le altre spese obbligatorie, come commissioni, spese di istruttoria e assicurazioni richieste dalla banca.

Mentre il TAN ti dice quanto pagherai di interessi, il TAEG ti fornisce una visione completa del costo totale del mutuo, considerando tutte le spese. Per questo motivo, il TAEG è l’indicatore più corretto per confrontare diverse offerte di mutuo. Ricorda, in ogni caso, che il TAEG non include le spese notarili e le spese di agenzia in quanto si tratta di costi che non puoi pagare con il mutuo.

Quanti tipi di tasso esistono

Puoi scegliere tra diversi tipi di tasso, tra cui:

  • Tasso fisso
  • Tasso variabile
  • Tasso variabile con CAP
  • Tasso variabile a rata costante
  • Tasso misto
  • Tasso bilanciato

Vediamo insieme quali sono le caratteristiche principali di ognuna di queste soluzioni.

Tasso fisso

Se scegli il tasso fisso, il tasso d’interesse rimarrà lo stesso per tutta la durata del mutuo. Di conseguenza, pagherai la stessa rata ogni mese. Si tratta della soluzione più scelta dagli italiani principalmente per due motivi:

  • Sei protetto da eventuali aumenti del tasso: il tasso applicato al momento della firma del contratto di mutuo non cambierà fino alla scadenza del mutuo. Ciò significa che, anche se i tassi in generale dovessero aumentare, il tuo mutuo non subirà alcuna variazione.
  • Ti permette di pianificare meglio le tue spese: poiché le rate non cambiano, puoi pianificare facilmente il tuo budget mensile per gestire meglio le tue spese e i tuoi risparmi.

Dunque, se cerchi stabilità, il tasso fisso rimane la scelta più sicura. Ad oggi, il mutuo a tasso fisso più basso proposto dalle nostre banche partner è del 2,35%. 

Tasso variabile

Il mutuo a tasso variabile ha un tasso di interesse che varia nel tempo. A differenza del mutuo a tasso fisso,, il tasso variabile è legato a un indice di riferimento (l’Euribor) che varia in base all’andamento del mercato. Ciò significa che:

  • Se l’Euribor aumenta, aumenterà anche la tua rata mensile.
  • Se l’Euribor scende, avrai una rata più bassa.

Anche se il tasso variabile è di solito più basso, conviene sceglierlo solo se hai una solida stabilità finanziaria. In questo modo, anche se la rata dovesse aumentare di molto, riuscirai a sostenerla senza difficoltà.

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Andamento del tasso variabile negli ultimi 25 anni. Fonte: euribor-rates.eu

Ricorda comunque che dal 2023, a seguito dell’innalzamento dei tassi degli ultimi anni, il tasso variabile risulta più alto del tasso fisso.

Tasso variabile con CAP

Il tasso variabile con CAP è una tipologia di mutuo variabile che ha un limite massimo (CAP) oltre il quale il tasso di interesse non può salire. In pratica, rispetto a un tasso variabile classico, il CAP ti protegge da aumenti eccessivi. Ad esempio, se il tuo CAP è al 5%, anche se il tasso di interesse dovesse salire al 6%, il tuo mutuo rimarrebbe al 5% fino ad una nuova discesa.

Tuttavia, ci sono due aspetti che devi tenere in considerazione:

  • Il tasso di partenza di un variabile con CAP di solito è più alto rispetto ad un variabile puro.
  • Spesso, assieme al CAP che ti protegge da un aumento eccessivo, la banca stabilisce anche un floor oltre il quale il tasso non può scendere.

Con questa soluzione, hai una maggiore sicurezza rispetto al variabile puro, ma anche un tasso di partenza più alto. Inoltre, è presente anche una soglia stabilita dalla banca oltre la quale il TAN non potrà scendere.

Tasso di partenza Rata di partenza
Variabile: 4,20 % 733,53 €
Variabile con CAP: 4,85 % 791,54 €

Confronto tra tasso variabile e tasso variabile con CAP proposti nel mese febbraio da una delle nostre banche partner (valore immobile € 188.000, importo mutuo € 150.000, LTV 80%, durata 30 anni. Tassi aggiornati al 04/02/2025).

Tasso variabile a rata costante

Con il tasso variabile a rata costante, il tasso d’interesse può cambiare in base all’andamento dell’Euribor, ma la rata mensile resta sempre la stessa. La differenza si riflette sulla durata del mutuo: 

  • Se il tasso aumenta, il mutuo si allunga nel tempo.
  • Se il tasso scende, diminuisce la durata.

Questa formula è utile se vuoi avere una rata fissa e prevedibile, ma allo stesso tempo non vuoi rinunciare ai vantaggi del tasso variabile. Tuttavia, devi considerare che se i tassi salgono molto, potresti ritrovarti a pagare il mutuo per molti più anni del previsto.

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Tasso misto

Il mutuo a tasso misto permette di cambiare il tipo di tasso a scadenze prestabilite con la banca, passando da fisso a variabile o viceversa in genere ogni 1, 2 ,5 o 10 anni. Può essere vantaggioso perché ti permette di scegliere sempre il tasso d’interesse più adatto in base all’andamento del mercato. Ad esempio:

  • Se all’ultima scadenza hai scelto il tasso variabile, puoi continuare anche per le scadenze successive se, secondo le previsioni di mercato, continuerà a scendere.
  • Se i tassi di interesse iniziano a salire, alla prossima scadenza potrai passare al tasso fisso per proteggerti dagli aumenti.

Nonostante questi vantaggi, se vuoi scegliere il tasso misto, devi considerare due aspetti fondamentali:

  1. La banca potrebbe applicare uno spread più alto rispetto a quello utilizzato per il tasso fisso o variabile.
  2. La banca può aggiornare il tasso in base all’indice di riferimento alla scadenza. Ad esempio, se hai un fisso al 2% e vuoi rinnovarlo, il nuovo tasso dipenderà dall’IRS del momento: se è più alto, le rate aumenteranno.

Tasso bilanciato

Il tasso bilanciato è un mutuo che combina tasso fisso e tasso variabile, dividendo la rata in due “parti”: una sarà stabilita da un tasso fisso mentre l’altra da un tasso variabile.

Questa tipologia di tasso ti garantisce sicurezza grazie alla presenza del tasso fisso e, allo stesso tempo, ti permette di approfittare delle eventuali diminuzioni dei tassi di interesse grazie alla parte variabile. Inoltre, puoi anche decidere quanta parte del mutuo vuoi che sia a tasso fisso e quanta a tasso variabile, in base alle tue esigenze (ad esempio 60% fisso e 40% variabile).

Tuttavia, rispetto a un mutuo solo fisso o solo variabile, il tuo risparmio potrebbe essere minore. Inoltre, non tutte le banche consentono di utilizzare questa tipologia di tasso, quindi le opzioni potrebbero essere limitate.

Come cambiare tipo di tasso

Se hai un mutuo e vorresti cambiare tipo di tasso (ad esempio passare dal tasso variabile al tasso fisso), puoi scegliere tra tre diverse opzioni:

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  • Rinegoziazione: ti consente di rivedere il contratto di mutuo con la tua banca e di cambiare la tipologia di tasso. Inoltre, se hai un tasso di interesse più alto rispetto a quelli attuali, con la rinegoziazione hai anche la possibilità di ridurlo adeguandolo ai tassi di oggi. Ricorda, tuttavia, che la banca non è obbligata ad accettare la tua richiesta.
  • Surroga: se un’altra banca offre condizioni più vantaggiose rispetto alla tua, puoi trasferire il tuo mutuo residuo e cambiare la tipologia di tasso. Inoltre, grazie alla Legge Bersani del 2007, la surroga è gratuita e non comporta penali da pagare.
  • Sostituzione: a differenza della surroga, che ti consente di trasferire solamente la parte che ti resta da pagare del tuo mutuo, con la sostituzione la nuova banca ti consente di estinguere il vecchio mutuo per ottenerne uno nuovo con un tipo di tasso diverso. Si tratta di un’opzione utile se, oltre a cambiare il tasso, hai bisogno di liquidità aggiuntiva. In ogni caso, a differenza della surroga, la banca potrebbe addebitarti costi aggiuntivi.

In conclusione

Scegliere il tasso giusto per il tuo mutuo è una decisione fondamentale. Non esiste, però, un tasso “migliore” in assoluto: la scelta dipende dalle tue esigenze, dalla tua propensione al rischio e dalla situazione del mercato. Se vuoi sicurezza e stabilità, un tasso fisso ti garantisce una rata costante per tutta la durata del mutuo. Se sei disposto a correre qualche rischio per approfittare di eventuali riduzioni dei tassi, un tasso variabile potrebbe essere più conveniente.

In ogni caso, se sei indeciso, ci sono anche soluzioni intermedie come il tasso variabile con CAP, il tasso misto e il tasso bilanciato che ti garantiscono un mix tra protezione e flessibilità. Inoltre, ricorda che, anche se hai stipulato un mutuo, puoi sempre cambiare la tipologia di tasso in futuro grazie a opzioni come la rinegoziazione, la surroga e la sostituzione.


Disclaimer: le informazioni fornite in questo articolo sono valide alla data di pubblicazione. Ti consigliamo di consultare sempre il foglio informativo della banca per avere dati aggiornati. I documenti relativi alle nostre banche convenzionate sono disponibili al seguente link.


Domande frequenti

Qual è la tipologia di tasso più comune?

Ad oggi, la tipologia di tasso più scelta in Italia è il tasso fisso.

Cambiare tasso comporta dei costi?

La rinegoziazione e la surroga non comportano costi aggiuntivi, mentre con la sostituzione potrebbero esserti addebitati alcuni costi per la stipula del nuovo contratto di mutuo. In ogni caso, verifica sempre con la banca per avere maggiori informazioni.

Qual è il momento migliore per passare da un tasso variabile a uno fisso (o viceversa)?

Se i tassi sono in salita e non si prevede un abbassamento nel breve periodo, passare al tasso fisso potrebbe essere la scelta giusta. Viceversa, se i tassi sono in discesa, potresti passare al tasso variabile e approfittare di una rata più bassa.



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