Uno degli ultimi episodi di una lunghissima e drammatica serie è stato registrato qualche giorno fa a Ponticelli, zona “difficile” del quadrante est di Napoli. A finire sotto i colpi delle ruspe una palazzina abitata da decenni da una famiglia che, da un giorno all’altro, è stata gettata per strada, senza un posto dove andare.
Una vicenda, triste e sotto molti profili incomprensibile, che è purtroppo completamente sovrapponibile alle tante, troppe, che si consumano nell’intero territorio campano, con un’accelerazione spaventosa in questi ultimi anni. Ciò che mi colpisce maggiormente è il pressoché totale silenzio calato su queste autentiche tragedie che pure riguardano direttamente centinaia di migliaia di cittadini (tra cui tantissimi bambini, anziani, soggetti fragili), ridotti a semplici numeri, quelli delle caselle dove, di volta in volta, va a fermarsi la pallina di un gioco infernale, la “roulette degli abbattimenti”.
Eppure dietro quelle caselle – che al massimo meritano un “colonnino” o una “breve” sui quotidiani – ci sono persone con le loro storie difficili e i loro grandi sacrifici, anche economici, fatti per anni e anni soltanto per assicurare un tetto sulla testa dei loro cari. Gente che, per quelle case gravate spesso da irregolarità ragionieristiche e formali, ha speso tutto ciò che aveva con il solo scopo di mettersi in regola, accedendo a condoni rilasciati, con tutti i crismi di legge e a caro prezzo, dalle loro amministrazioni comunali.
E che poi, all’improvviso e spesso dopo 30, 40 anni, vedono abbattersi – “nel nome della legge” – un maglio che devasta le loro vite e mette in seria discussione il loro futuro. Se non bastasse, queste persone finiscono pure per essere additate come criminali, poste allo stesso livello di palazzinari senza scrupoli che invece hanno costruito quelle stesse case e rioni interi sotto gli occhi di tutti, compresi quelli della stessa legge che allora però non ha visto nulla, non ha sentito nulla, non ha chiesto nulla, non si è accorta di nulla.
Neppure rioni interi che sono comparsi dal nulla. Ma che oggi presenta il conto e, con il metro in mano, controlla se il condono presentato da un poveraccio che ha comprato con un regolare atto notarile e magari fatto un mutuo per pagare, sia regolare o meno. E – mentre tutto ciò accade, mentre un inflessibile magistrato, nel chiuso del suo ufficio, esamina, con tecnici che poi pagherà proprio quel poveraccio, quella “pratichetta” – continuano tranquillamente a brillare, alla luce del sole, ecomostri realizzati in zone vincolate, a rischio sismico o idrogeologico, coi soldi della camorra! Perché è questo il senso della roulette: non importa chi sei o cosa è stato costruito.
Chi ci capita, ci capita. Conta solo la casualità, perché le Procure si ostinano a non voler neppure seguire una gradualità negli abbattimenti: farlo comporterebbe esaminare centinaia di migliaia di faldoni polverosi, mentre così basta prendere il primo fascicolo della pila! E così, in un mix di indifferenza, pigrizia e rigore, questa giustizia abbatte modeste abitazioni, gravate da abusi di necessità, manda bimbi in case famiglie perché i genitori non hanno più un tetto da assicurare ai propri figli, vecchi in ospizi, poveracci a dormire in macchina.
Nel corso di questi anni ho raccolto il grido di aiuto di tantissimi cittadini, incrociato il loro sguardo disperato e ho sentito preghiere restate senza risposta. Quello che più mi ha fatto male – e continua a farmi male – è che, esaminando centinaia di casi e la relativa documentazione, appare chiaro che le irregolarità contestate, non riguardano quasi mai la tenuta strutturale di quelle abitazioni, né costituiscono un pericolo per chi vive in quelle case o per gli altri.
Anzi, spesso quegli abusi sono stati addirittura favoriti da norme anacronistiche, oltre che dall’indifferenza e dall’ipocrisia delle sinistre. In tutta questa vicenda, infatti, non bisogna dimenticare le responsabilità delle giunte quasi tutte rosse (la Campania da decenni è governata a tutti i livelli pressoché soltanto da amministrazioni di sinistra) che, chiamate ad affrontare l’emergenza abitativa, si sono letteralmente girate dall’altra parte. Di esempi che testimoniano insensibilità nei confronti di centinaia di migliaia di campani ce ne sono tanti.
Come dimenticare, il “no” per la sola Campania, al condono nazionale del 2003? Chi lo proclamò? L’allora presidente della Regione, Bassolino. La storia, poi si è ripetuta. Nell’estate del 2022, sono stato il primo firmatario di una proposta che è partita dalla Lega ed è stata sposata dall’intero centrodestra, e che presentammo in Consiglio regionale. Si tratta di un progetto di legge che sarebbe servito ad effettuare i necessari distinguo sugli abusi, a dare finalmente risposte attese da decenni da tantissimi campani. Come è andata a finire?
Ci siamo scontrati con il “niet” sovietico del Pd e delle varie sinistre che compongono la maggioranza alla quale, da apposizione responsabile, avevamo chiesto di votare con noi, provando ad affrontare insieme questa criticità, e portare agli occhi del Paese intero la questione. E non è finita qui: lo scorso dicembre, De Luca e i suoi hanno votato nuovamente contro gli emendamenti che noi della Lega avevamo presentato per dare la possibilità ai cittadini in difficoltà di poter usufruire proprio del condono del 2003. Nel frattempo la situazione è sempre più da allarme rosso in una regione in cui si stima che il dramma dell’emergenza abitativa riguardi circa un sesto della popolazione.
Basterebbe solo questa cifra per rendere nel suo complesso, nella sua devastante potenza, l’ennesima bomba sociale pronta soltanto ad esplodere. Ma sappiamo che l’attuale amministrazione regionale e i suoi silenti complici, Pd in testa, sono da sempre preoccupati di tenersi aggrappati alla poltrona, sono sordi alle esigenze e alle istanze della collettività. Risultato? Nel Nostro Posto anche il diritto alla casa viene sistematicamente negato. Anzi, si fa di più, perché su questo versante, non c’è fine al peggio. Mi riferisco alla vicenda Acer (ex Iacp), il carrozzone clientelare che gestisce le abitazioni di edilizia pubblica residenziale della Regione.
Dall’inizio del 2025, in virtù dell’ennesima scelta di Palazzo Santa Lucia che ha adottato un nuovo sistema di calcolo dei canoni di locazione, gli inquilini devono fare i conti con uno sconsiderato aumento dell’affitto, in molti casi lievitato persino di 5 volte rispetto all’anno scorso. Un vero e proprio salasso che colpisce le fasce più deboli della popolazione: persone costrette quasi tutte a vivere in stabili in cui per giunta manca da tanti anni qualsiasi tipo di manutenzione ordinaria e straordinaria per strutture che si trovano in preoccupanti condizioni di degrado ed abbandono.
Dai sopralluoghi che ho personalmente effettuato è pure emerso che in molti di questi palazzoni finanche un ascensore funzionante diventa una chimera, col risultato che persone con disabilità e anziani impossibilitati a fare a piedi le scale restano praticamente “prigionieri in casa” anche per mesi. Pure su questa vicenda, che rende plasticamente l’inefficienza e la cinica indifferenza dell’attuale amministrazione regionale – interessata più a fare cassa per tenere invita un carrozzone come Acer, che al bene degli inquilini e alla loro dignità abitativa – ho presentato apposita interrogazione consiliare. Attendo risposte, chiare e responsabili, ma ormai non ci conto.
Non importa, andremo avanti per affrontare e risolvere questa e le altre problematiche che gravitano intorno all’universo casa, perché “abitare”, in Campania, torni ad essere un diritto. La Lega, la prima a combattere questa battaglia di civiltà, prosegue nella direzione indicata dal vicepremier Matteo Salvini.
Da un lato, stiamo continuando a lavorare per realizzare un condono di necessità qui in Campania, e abbiamo già depositato coi nostri parlamentari specifiche proposte di legge, dall’altro, abbiamo cominciato a gettare le basi per un Piano Casa e di rigenerazione urbana da adottare quando il centrodestra sarà alla guida della Regione. Perché, in questo disastro, c’è almeno la consolazione che la stagione delle parole e delle bugie della sinistra è agli sgoccioli, ci aspetta quella dei fatti: li realizzeremo per il bene della nostra terra e di tutti i campani.
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