Bio aurum autorizzata per avviare studio clinico sul nuovo dispositivo medico Neuretina Md

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Bio aurum riceve l’autorizzazione del ministero della salute per avviare uno studio clinico sul nuovo dispositivo medico Neuretina Md 

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LECCE – Bio Aurum, startup di ricerca medica controllata da Cube Labs – il venture builder italiano nel settore Life Science – comunica di aver ricevuto l’autorizzazione del Ministero della Salute, seguente il parere favorevole del Comitato Territoriale Regione Toscana Area Vasta Centro (CEAVC), per attuare uno studio clinico in collaborazione con l’AOU Careggi e l’Università degli Studi di Firenze. Lo studio sarà volto a valutare l’efficacia del nuovo dispositivo medico Neuretina MD nel registrare, misurare e analizzare dati sui movimenti oculari e rilevare variazioni legate all’invecchiamento e al rischio di sviluppare patologie neurodegenerative.

Esistono numerose evidenze di come lo studio del sistema visivo offra numerose potenzialità per valutare e studiare il sistema corticale sia in condizioni fisiologiche che patologiche[1]. Lo studio dei movimenti oculari, in particolare, può offrire una valutazione di numerose aree del sistema nervoso centrale (SNC), permettendo di verificarne possibili variazioni e, data l’estrema precisione funzionale del sistema, offrire lo spunto per capire se sono in corso modificazioni di natura degenerativa del SNC stesso. Per questo motivo, vari studi hanno analizzato di recente la cinematica dei movimenti oculari con il fine di identificare potenziali biomarcatori che potessero predire l’insorgenza di specifiche disfunzioni cognitive[2].

L’obiettivo primario dello studio sarà di valutare l’accuratezza e l’affidabilità delle misure effettuate dal dispositivo Neuretina MD, nonché la sicurezza dello strumento stesso mediante descrizione degli eventi avversi. Saranno dunque analizzati  un gruppo di 120 soggetti sani di diverse fasce di età (da 21 a più di 80 anni, divisi equamente per genere), con il fine di evidenziare eventuali variazioni nelle saccadi oculari legate al fisiologico processo d’invecchiamento; tali dati saranno poi confrontati in una seconda fase con una popolazione di 30  soggetti di età ≥50 anni  affetti da declino cognitivo soggettivo (Subjective Cognitive Decline, SCD),  una condizione caratterizzata dalla percezione “soggettiva” di un peggioramento delle funzioni cognitive, non riscontrato però in maniera “oggettiva” dai test cognitivi standardizzati[3] e che non soddisfano quindi i criteri clinici per la diagnosi di una malattia neurodegenerativa. Tale condizione, viene considerata da molti studi un possibile indicatore di malattia di Alzheimer in fase preclinica e un fattore di rischio per lo sviluppo di un declino cognitivo nel futuro.

I centri coinvolti dallo studio clinico saranno due: il primo d’arruolamento, l’Ambulatorio della S.O.D. Neurologia d’urgenza (già “SOD Neurologia 2”) presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi AOUC, e il secondo per l’esecuzione della procedura d’indagine clinica, il Laboratorio SO3 presso il Dipartimento Medicina Sperimentale e Clinica (DMSC), Sezione Scienze Fisiologiche – Università degli studi di Firenze.

Lo studio avrà una durata complessiva di 12 mesi, includendo il periodo di arruolamento e di raccolta dati (10 mesi) e il tempo necessario per l’analisi dei dati stessi (2 mesi).

Neuretina MD

Neuretina MD è un innovativo dispositivo medico software ideato per fornire ai professionisti sanitari uno strumento affidabile ed efficace per raccogliere dati precisi e dettagliati su movimenti oculari, Il software riceve in input le registrazioni (frame) dalla camera, la quale rileva e registra i movimenti oculari del paziente, e valuta il tempo di esecuzione di specifici test e la percentuale di errori nel riconoscimento di caratteri visivi.

Neuretina MD consente la raccolta e l’analisi di informazioni in diverse condizioni, mediante un approccio non invasivo, semplice e rapido, permettendo una valutazione del funzionamento del sistema visuo-motorio in condizioni sia fisiologiche che patologiche.

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Analisi della letteratura e razionale dell’indagine clinica

Il sistema nervoso centrale (SNC) si presenta come una complessa rete cellulare le cui componenti comunicano utilizzando segnali elettrici di tipo sia analogico che digitale. La costruzione funzionale di tale rete richiede nell’uomo un lungo periodo di tempo: la maturità si raggiunge intorno ai 18-20 anni. In condizioni fisiologiche il sistema rimane abbastanza stabile fino ai 50-60 anni di età, quando iniziano i processi di invecchiamento. In questa fase, iniziano delle deviazioni non programmabili che possono portare all’attivazione di processi neurodegenerativi[4].

Molta attività di ricerca si è concentrata sullo studio dello sviluppo del SNC, sui meccanismi e sul ruolo giocato da fattori sia endogeni sia esogeni che si sono rivelati critici per lo sviluppo corretto del sistema e della sua attività funzionale sensori-motoria. La comprensione dello sviluppo corretto di un sistema complesso come il SNC può aiutare a capire meglio l’inizio e la progressione del processo degenerativo. Grande attenzione si è concentrata sullo studio del sistema visivo sia per la rilevanza che questo sistema ha nella vita dell’uomo, sia per le potenzialità offerte per valutare e studiare il sistema corticale, in condizioni fisiologiche e patologiche[5]. Ad oggi si parla dell’occhio come finestra per studiare le funzioni del sistema nervoso centrale[6]. La retina, la parte neuronale dell’occhio, è una componente del SNC sia per la sua origine embriologica che per le caratteristiche funzionali. Rispetto al SNC, tuttavia, la retina presenta una fisiologia particolarmente sofisticata nella generazione dei potenziali elettrici che sono di tipo digitale solo a livello del nervo ottico, mentre la comunicazione tra fotorecettori e neuroni di secondo ordine avviene tramite segnali di tipo analogico.

Una delle caratteristiche più fini e complesse della visione umana è proprio la binocularità: la percezione della terza dimensione richiede infatti una perfetta integrazione tra lo stimolo visivo percepito dai due occhi e la risposta motoria dei muscoli oculari, che non a caso sono sotto il controllo di 3 nervi cranici su 12. Lo sviluppo della coordinazione visuo-motoria è dunque altamente sofisticato. È ben noto che la deprivazione della visione di un occhio durante lo sviluppo porta alla perdita della binocularità e alla riorganizzazione della corteccia e della percezione visiva, ma altrettanto dimostrato è che un’alterata coordinazione delle risposte motorie dei due occhi, non solo in presenza, ma anche in assenza di stimolazione visiva porta allo stesso risultato[7]. Inoltre, il percorso attraverso il quale l’informazione visiva viene processata al fine di pianificare e realizzare un atto motorio, come ad esempio un movimento oculare, comporta l’integrazione dell’attività di diverse aree corticali e sottocorticali[8]. Se da un lato, quindi, lo studio dei movimenti oculari legati alla stimolazione visiva può offrire una valutazione di numerose aree del SNC, dall’altro permette di verificarne possibili variazioni: se, come dimostrato da un’ampia letteratura in merito, la funzione visiva e le attività dei muscoli oculari sono strettamente legate e si sviluppano in maniera coordinata, è plausibile ipotizzare che nel momento in cui le attività nervose subiscono variazioni legate a processi d’invecchiamento o a processi neurodegenerativi subclinici, questa coordinazione risulti alterata e possa quindi essere evidenziata da un’alterata risposta motoria oculare.

Grazie all’estrema precisione funzionale del sistema, l’analisi di tali alterazioni può offrire un valido strumento per individuare modificazioni degenerative in atto a livello del SNC. Per questo motivo, vari studi hanno analizzato di recente la cinematica dei movimenti oculari con il fine di identificare potenziali biomarcatori che potessero predire l’insorgenza di specifiche disfunzioni cognitive[9].

Esistono due principali classi di movimenti oculari: movimenti lenti e movimenti rapidi. I movimenti lenti comprendono i movimenti di inseguimento, ovvero movimenti oculari lenti e coniugati, destinati a stabilizzare l’oggetto di interesse in movimento sulla fovea, la zona retinica responsabile della visione distinta. I movimenti rapidi comprendono invece per lo più i movimenti saccadici, ovvero movimenti oculari rapidi e balistici, essenziali per esplorare attivamente il campo visivo, permettendo di spostare rapidamente lo sguardo da un punto all’altro dello spazio. Le saccadi, in particolare, possono essere studiate e classificate in ambito sperimentale in base al tipo di compito motorio eseguito in relazione alla presentazione di bersagli visivi. Le “prosaccadi” o saccadi propriamente dette, sono movimenti oculari veloci diretti verso uno specifico bersaglio visivo. Consentono alla fovea di focalizzarsi rapidamente su oggetti di interesse[10] e possono essere innescate in modo riflesso o intenzionale. Le “antisaccadi” sono saccadi evocate in direzione opposta a un bersaglio visivo periferico[11]. Le “saccadi guidate dalla memoria” sono invece saccadi dirette verso un bersaglio visivo periferico, non più presente.

Diversi studi hanno evidenziato che alterazioni della dinamica delle saccadi possono accompagnare il processo di invecchiamento o lo sviluppo di condizioni psichiatriche e neurologiche come il morbo di Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica, la malattia di Alzheimer e la sclerosi multipla[12]. L’analisi delle diverse proprietà delle saccadi quali la latenza, il picco massimo di velocità, il tempo di durata o la traiettoria può aiutare nello studio selettivo di differenti popolazioni neuronali e quindi nella diagnosi di diverse condizioni coinvolgenti il SNC[13]. La latenza delle saccadi è influenzata da fattori quali la capacità di processare le informazioni visive, selezionare il bersaglio ed effettuare una corretta programmazione motoria. Vari autori hanno riportato che un aumento della latenza delle saccadi spesso accompagna l’invecchiamento[14]. Dati riportati in letteratura[15] hanno infatti dimostrato che la latenza dei movimenti saccadici orizzontali diminuisce durante lo sviluppo passando da 439 millisecondi all’età di 3 anni a 172 millisecondi all’età di 14-15 anni, per poi stabilizzarsi e ricominciare ad aumentare fino a 264 millisecondi dopo i 50 anni. Viceversa, la velocità di esecuzione della saccade prima cresce nel corso della vita fino a 14 anni per poi gradualmente diminuire. Le saccadi orizzontali e quelle verticali sono sotto il controllo di diverse popolazioni di neuroni[16]. A tal riguardo in studi sperimentali è stato osservato che l’inibizione selettiva della formazione reticolare pontina paramediana rallenta le saccadi orizzontali ma non quelle verticali[17], mentre lesioni coinvolgenti il nucleo rostrale interstiziale del fascicolo longitudinale mediale aboliscono le saccadi verticali[18].

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L’accuratezza della saccade, ovvero la capacità di far coincidere correttamente la fovea con il punto di interesse al termine del movimento oculare è sotto il controllo di circuiti cerebellari. Sebbene un minimo grado di ipometria delle saccadi sia spesso presente nei soggetti normali, la presenza di una ipermetria saccadica può segnalare una lesione a carico del cervelletto, specialmente del nucleo fastigio[19] e delle sue proiezioni neuronali. Inoltre, è altrettanto noto dalla letteratura che patologie a carico del SNC come la malattia di Alzheimer[20] il morbo di Parkinson[21] o la demenza fronto-temporale[22] possono modificare la funzione e la struttura retinica già in fase preclinica. Pertanto, lo studio integrato dei movimenti oculari legati a processi di riconoscimento visivo sembra essere molto promettente per monitorare sia il processo d’invecchiamento “fisiologico”, che possibili deviazioni da quest’ultimo, le quali potrebbe rappresentare un campanello d’allarme di processi degenerativi allo stadio iniziale.

Questa crescente comprensione dell’importanza e della complessità dei movimenti oculari ha portato allo sviluppo di dispositivi innovativi per il tracciamento dei movimenti oculari. Mentre nel passato le proprietà temporali delle saccadi venivano misurate mediante l’utilizzo di metodiche invasive che prevedevano l’utilizzo di bobine sclerali[23] o tramite metodiche di elettro-oculografia[24], recentemente sono stati sviluppati dispositivi basati su registrazioni video o ad infrarossi e quindi non invasivi, in grado di ottenere informazioni sia spaziali che temporali sui movimenti oculari[25]. Grazie alla loro capacità di fornire misurazioni oculari precise, oggettive e altamente affidabili[26], tali tecnologie trovano sempre maggiore applicazione nel campo della psicologia, della fisiologia e della neurologia e sono attualmente sotto studio con il fine di utilizzarle nello screening e nel monitoraggio della progressione di disfunzioni neurodegenerative[27].

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Bio Aurum

Bio Aurum sviluppa dispositivi medici innovativi per la diagnosi precoce delle malattie neurodegenerative. Il suo prodotto di punta, Neuretina MD, è un dispositivo avanzato per l’analisi automatizzata dei movimenti oculari, utile a identificare alterazioni visuo-motorie potenzialmente legate a processi neurodegenerativi. Parallelamente, Bio Aurum esplora l’impiego delle molecole bioattive dello zafferano per supportare il contrasto dei processi neuropatologici. Con un approccio scientificamente validato, l’azienda integra tecnologia diagnostica e ricerca nutraceutica per una medicina predittiva e personalizzata.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.bio-aurum.it

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Cube Labs

Cube Labs è il principale venture builder in Italia nel settore delle tecnologie sanitarie, dedicato a colmare il divario tra ricerca accademica d’avanguardia e il mercato globale delle scienze della vita. La missione della società è trasformare le scoperte scientifiche in soluzioni sanitarie concrete e di grande impatto, con l’obiettivo di democratizzare l’accesso alle scienze della vita e promuovere un mondo più sano e inclusivo. In linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, Cube Labs collabora con comunità internazionali impegnate nell’innovazione per migliorare gli esiti terapeutici e accelerare la transizione verso una salute ottimale. Cube Labs S.p.A. è quotata in Borsa Italiana su Euronext Growth Milan – Segmento Professionale.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.cube-labs.com



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