19.06 – martedì 18 febbraio 2025
Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Sicurezza sul lavoro, no della Seconda commissione al ddl 31. La Seconda commissione, presieduta da Antonella Brunet (Lista Fugatti), ha espresso oggi parere contrario (con 4 no e 3 sì) sul ddl 31 di Lucia Maestri (Pd), sottoscritto anche dai colleghi del Pd, di Campobase, AVS e Casa Autonomia, di modifica della legge provinciale in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro del 1983. Durante la votazione dell’articolato è stato respinto l’articolo 1, mentre sono stati accolti gli articoli 2, 3 e 4. La seduta di questo pomeriggio ha visto anche una relazione sullo stato di attuazione dell’ordine del giorno 30 relativo agli indennizzi ai titolari di imprese che subiscono perdite economiche a causa dell’apertura di cantieri per l’esecuzione di opere pubbliche.
Il punto sull’ordine del giorno 30
Presentato dai consiglieri Claudio Cia (Misto) e Christian Girardi (FdI), l’ordine del giorno 30 è stato approvato dall’Aula il 25 luglio 2024 in sede di assestamento di bilancio di previsione della Provincia e impegna la Giunta a completare l’istruttoria per definire le modalità attuative del novellato articolo 47 bis della legge 26 del 1993 (riformulato con la legge di assestamento di bilancio del 2023), assicurando tempi certi per l’adozione della delibera attuativa. L’odg impegna inoltre l’esecutivo a garantire che le modalità attuative includano semplificazioni procedurali e a informare la commissione consiliare competente una volta conclusa l’istruttoria, comunicando i dettagli delle misure adottate e dei criteri stabiliti per l’erogazione degli indennizzi.
Da questo punto si è partiti oggi in Seconda commissione con l’ingegner Luciano Martorano che ha ricordato che ad oggi si è lavorato molto a livello anche trasversale, ma che purtroppo però non si è arrivati ancora a una definizione finale rispetto alle modalità dell’applicazione. Si sono fatti tutti gli approfondimenti necessari, ha spiegato, per individuare le modalità applicative, ma subito si sono individuate una serie di problematiche. Le ha illustrate: prima tra queste il fatto che sia previsto, ai fini della liquidazione dell’indennizzo, che i beneficiari forniscano prova della perdita subita, un fatto non semplice né per il soggetto che predispone la documentazione, né per la struttura che deve valutarla. Ancora, Martorano ha ricordato che vanno definite le modalità di chiusura della strada: si era valutato come chiusura significativa quella di 30 giorni, il tema della chiusura parziale è un problema perché è impossibile praticamente quantificare la chiusura. L’unica documentazione ragionevole, ha proseguito poi, può essere quella prodotta a fini fiscali, ma ci sono altre eventualità che possono incidere, come ad esempio lavori di ristrutturazione programmati proprio nel momento della chiusura della strada.
Si era pensato di prevedere un indennizzo forfettario rispetto al periodo di chiusura rispetto all’utile anno, ha aggiunto ancora, non si possono però valutare allo stesso modo mesi di bassa stagione o di picco della stagione turistica. Martorano ha quindi indicato l’esistenza di situazioni di tipo minore per cui l’entità dell’indennizzo potrebbe essere annullata dagli oneri che il soggetto dovrebbe sostenere per un commercialista e per andare a documentare la perdita alla Provincia. Dopo la sintesi delle criticità sorte, Martorano ha approfondito l’aspetto legato al forfait: ci si è confrontati sul parametro da mettere in gioco per riconoscerlo, che poteva essere il numero di lavoratori presenti nell’azienda nel periodo di chiusura, ma le criticità in questo caso sono dovute alla necessità di dover comunicare il numero di soggetti attivi e comunque il forfait può dar luogo a differenze di valutazione. Ragionamenti di questo tipo, ha concluso, impongono di cambiare la norma che prevede un riscontro della perdita subita, il percorso va dunque accompagnato da un intervento normativo.
Tra le difficoltà Martorano ha indicato inoltre l’impossibilità di stabilire quale importo accantonare per gli indennizzi. Infine ha ricordato l’approfondimento di un’altra ipotesi, che prevede che si verifichi la possibilità di inserire la misura non tanto nella legge 26, ma andare a ragionare sulla normativa già prevista per il sostegno alle imprese e vedere in quell’ambito di riconoscere una forma di indennizzo legato alla normativa specifica che è più semplice dal punto di vista applicativo. Rimarrebbe comunque il tema del forfait, si tratterebbe di trovare comunque un punto di caduta sulla quota del sostegno, ha spiegato. Anche in questo caso, poi, come per il precedente servirebbe un intervento sulle norme, ha ricordato. Il tavolo tecnico è ancora aperto, si sta lavorando, ha concluso.
Il dibattito
Roberto Stanchina (Campobase) ha chiesto se, una volta trovata la quadra, la cosa dovrebbe essere retroattiva (dall’1 gennaio 2023, ha risposto Martorano) e se ci sono già risorse sul capitolo e se non sia pensabile di presentare una documentazione su una media di dieci anni per avere un range di indennizzo. Vero, bisogna però spaziare su tutta la platea delle ditte, ha risposto Martorano. Stanchina ha portato poi l’esempio della situazione del distributore in merito alla chiusura per l’abbattimento del sovrappasso di Ravina.
Claudio Cia (Misto) ha chiesto chiarimenti sui finanziamenti della legge e sugli accantonamenti: c’è l’accantonamento iniziale che è stato riportato di anno in anno, ha risposto Martorano. La legge, è evidente, ha detto poi Cia, è abbastanza vecchiotta e se ad oggi si è ancora nel guado qualcosa non funziona. Ha ricordato che è preoccupante che non ci siano solo ordini del giorno ma anche leggi rimaste nei cassetti. Il consigliere ha poi ricordato di aver sollevato, assieme a Christian Girardi (FdI), la questione del bicigrill di Faedo, che si trova su una ciclabile fortemente frequentata in estate, primavera e autunno e sulla quale in luglio è stato fatto uno scavo che poi è stato interrotto: il bicigrill ha perso l’attività e lo scavo è ancora in corso. Chi fa la previsione dei lavori deve tener presente delle aziende in zona che possono essere danneggiate, ha ribadito Cia, una decina di dipendenti che si sono trovati all’improvviso senza poter più lavorare. Si cerchi nel frattempo che i tavoli chiudono i lavori di non avviare lavori che vadano a danneggiare le aziende. Martorano ha affermato che qualche volta le norme sono poi di oggettiva difficile applicazione, nonostante il principio sia validissimo. Sul caso di Faedo ha notato che due su tre accessi erano aperti, anche se è evidente che il grosso del business viene dal transito della ciclabile: perciò è difficile quantificare.
Christian Girardi (FdI) sul bicigrill ha dichiarato che è chiaro che pur avendo un accesso aperto il danno ci sia stato. Si è detto d’accordo con la complessità della casistica e ha affermato di far fatica a capire come si possa trovare una soluzione. Perciò ha parlato di un errore fatto nell’approvare la norma che si sapeva sarebbe stata inapplicabile. Una norma di questo tipo, ha detto, si immaginava fosse utile per la Provincia per evitare i contenziosi, ma ci si rende conto che i limiti sono dettati dal fatto che oggi l’epoca che si vive dice che è meglio attendere la sentenza per una causa di primo grado piuttosto che prendersi la responsabilità di concedere un indennizzo.
Sicurezza sul lavoro, il ddl 31
Il disegno di legge di Maestri interviene a modifica della legge provinciale sul lavoro del 1983 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, è composto da 4 articoli e prevede l’impegno della Provincia a realizzare programmi di alta formazione per promuovere la sicurezza sul lavoro (articolo 1). Prevede inoltre, all’articolo 2, il coinvolgimento del Consiglio (la Giunta sarebbe chiamata a presentare alla commissione consiliare competente, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sullo stato della sicurezza sul lavoro) e (all’articolo 3) la costituzione di un fondo per la prevenzione degli infortuni finanziato anche con il ricavato delle multe per la violazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Dopo le audizioni, oggi in commissione è stata la volta dell’esame.
Antonella Brunet ha ricordato di aver proposto alla proponente una sospensione volta ad approfondire la campagna e le iniziative pensate in merito alla sicurezza sul lavoro dall’Associazione Artigiani. La prima firmataria, ha ricordato Brunet, ha chiesto di procedere comunque. La presidente si è riservata in ogni caso di promuovere un approfondimento con l’Associazione Artigiani.
Lucia Maestri ha ricordato come le audizioni siano state incoraggianti sul punto relativo alla relazione annuale: non si è sentito dire che non serve o che non ha senso, si è sentito dire che è importante che il Consiglio sia informato ogni anno sull’andamento degli infortuni e sulle strategie elaborate dal Tavolo. Il ddl, ha ricordato poi la prima firmataria, è stato presentato perché persino l’organo legislativo per tenersi aggiornato sull’andamento dei fatti deve ricorrere alla stampa, una situazione che ha descritto come poco decorosa.
Maestri ha citato l’analisi Vega che mette il Trentino tra le maglie nere: un organo della caratura del Consiglio deve fermarsi, ragionare e riflettere. Ha rilevato la mancanza di dialogo tra Tavolo e Consiglio, un tema che ha descritto come politico: ci si deve riappropriare della riflessione sul punto almeno una volta all’anno. Attorno alla proposta sono state trovate molto convergenze, ha dichiarato ancora Maestri, e confortati da questo tipo di sostegno si è deciso per andare avanti con il ddl e portarlo all’attenzione dell’Aula: il tema degli infortuni sul lavoro è una responsabilità politica estesa e ognuno deve fare la propria parte. Bene per Maestri l’approfondimento sulla campagna informativa dell’Associazione Artigiani, ha auspicato che sia ripresa da altre categorie, ri-tarata: è finalizzata al solo lavoratore come se la responsabilità degli infortuni fossero solo dei lavoratori, mentre ci sono responsabilità anche dei datori di lavoro.
Invitata a intervenire, Giuliana Cristoforetti ha citato il tentativo di negoziazione dell’assessorato sulla mozione 80 e ricordato che si è aperta una formazione straordinaria per i lavoratori dei cantieri del Pnrr. Sul ddl, ha detto, si può confermare che l’aspetto dell’alta formazione è costantemente coperto, inserire il fondo nella norma non aggiunge nulla alla sostanza perché si tratta di fondi vincolati che si stanno gestendo con grande trasparenza e continuità. Ancora, sul confronto in Consiglio previsto dal secondo articolo si è fatta portavoce di un’apertura: c’è una sensibilità comune sul tema. Sarebbe molto importante che anche una norma futura si occupasse con una lettura più aperta delle iniziative a cui possono essere dedicate le risorse dell’articolo 13. La regolarità del rapporto di lavoro, ha concluso, è il portone di ingresso della sicurezza sul lavoro, si punta molto sulla sensibilizzazione, su questo aspetto che è nuovo come trattazione.
Maestri ha detto di sperare che la Giunta ascolti la dottoressa Cristoforetti, le sue affermazioni suggerirebbero la stesura di un ddl apposito sulla sicurezza sul lavoro, un ddl tematico. Ci si aspetta da questa Giunta uno scatto in avanti, le idee ci sono, sono state maturate dal Tavolo e sono state messe sul piatto, ha aggiunto la consigliera dem, anticipando un confronto sull’assessore, al quale ha lanciato un appello a scrivere un tale testo a quattro mani. Sul fondo: si potrebbe articolare diversamente, non solo sulla formazione, ci si può ragionare, ma le risorse sono state messe lì per motivare politicamente il fatto che il tema degli infortuni sul lavoro ci tocca, ci riguarda e lo sentiamo una nostra responsabilità. Viste le competenze, ha concluso, si potrebbe essere una regione all’avanguardia sulla sicurezza sul lavoro, bisogna correre ai ripari, è impossibile che il Trentino abbia un così alto livello di infortuni sul lavoro. Ha confermato la sua volontà di portare il ddl in aula.
Prima del voto Luca Guglielmi (Fassa) ha anticipato voto contrario in commissione. Si è detto disponibile a cambiare il voto in aula se si troverà un emendamento con ciò che Cristoforetti ha rappresentato oggi. Maestri ha ricordato la sospensione del ddl avvenuta nella mattinata (qui la notizia) e ha detto di aver percepito l’apertura dell’assessore Spinelli su una parte di questo ddl e una certa difficoltà sul fondo: c’è una convergenza al 50% sul ddl, in aula ci sarà la possibilità di discuterne, non saranno 500.000 euro a fermare un’iniziativa di tipo politico come questa. Carlo Daldoss (FdI) ha anticipato voto negativo in commissione, si è impegnato a massima apertura verso l’aula. Brunet ha detto che il tema va portato avanti, merita, ha auspicato un lavoro a 4 mani e ricordato che però in questo momento il parere è negativo. Si è impegnata a stimolare il confronto sui dati una volta all’anno qualora non accada. Alessio Manica (Pd) si è espresso a sostegno del ddl: complesso o semplice che sia, pone un tema con urgenza. Surreale la discussione avvenuta, con la proposta di sospensione. C’è comunque il tempo di arrivare in aula con un pacchetto di emendamenti, ha detto.
Quindi il voto. Il parere sul ddl 31 è stato negativo (4 no e 3 sì). Durante la votazione dell’articolato è stato respinto l’articolo 1 (4 no e 3 sì), mentre sono stati accolti gli articoli 2 (4 astensioni della maggioranza e 3 sì di minoranza), 3 e 4 (Brunet contraria, favorevoli i tre consiglieri di minoranza e astenuti gli altri consiglieri di maggioranza).
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