De Luca show al Salone del Libro: profezie apocalittiche e battute al vetriolo

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Vincenzo De Luca non poteva lasciarsi sfuggire un’occasione così ghiotta per ribadire, con la consueta verve da monologhista navigato, che senza la Campania il Salone del Libro di Torino sarebbe stato un evento incompleto. Alla conferenza stampa di presentazione della 37ª edizione, che si terrà dal 15 al 19 maggio 2025, il governatore ha aperto le danze con un’entrata degna di un one-man show: “Era un vuoto per voi non avere la presenza della Campania.”Applausi, risate e qualche sguardo perso nel vuoto tra chi ancora cercava di capire se fosse un’iperbole, un’iperborea o semplicemente la solita, inarrestabile liturgia del verbo deluchiano.

L’ospite d’onore ha poi sfoderato la sua consueta cultura storica, infilando Francesco De Sanctis nel discorso come si infila il prezzemolo nei piatti, citandolo come un faro dell’unità d’Italia. E siccome la leggerezza era il tema dell’edizione, ha pensato bene di calarlo in un monologo sulla dissoluzione della democrazia. “Viviamo in un mondo destrutturato”, ha tuonato, delineando uno scenario apocalittico in cui i grandi organismi internazionali sono ormai poco più che salotti per il tè, il diritto internazionale viene ignorato come le promesse elettorali e la democrazia è avviata al capolinea. Un ottimismo travolgente che ha riportato alla mente certe serate al bar in cui, dopo il terzo bicchiere, qualcuno si convince che il mondo stia finendo e che sia meglio riempirne un altro.

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Ma non di solo pessimismo vive l’oratore, e infatti De Luca ha saputo virare con destrezza sul grande dramma contemporaneo: l’imbarbarimento del linguaggio. “La parola non è più un elemento di comunicazione”, ha detto, auspicando una riscoperta della parola scritta e dei libri in politica. Un’osservazione che ha generato un moto di ilarità tra i presenti, forse perché l’idea di certi esponenti politici con un libro in mano evoca scenari da fantascienza distopica. Poi, come se avesse sentito di aver caricato troppo il clima con il suo oracolo sulla post-democrazia, ha tentato una virata finale verso la speranza: “Vorrei che questa riscoperta della leggerezza della parola non portasse il mondo della cultura in una dimensione di autoreferenzialità, altrimenti moriamo tutti insieme.” Insomma, un messaggio chiaro: cultura sì, ma senza trasformarsi in un circolo di intellettuali che si parlano addosso mentre fuori imperversa il caos.

Dopo il ciclone De Luca, si è tornati al Salone del Libro e al suo programma. La direttrice editoriale Annalena Beniniha spiegato che il tema dell’edizione sarà “Le parole tra noi leggere”, un verso di Eugenio Montale, ma anche il titolo del romanzo di Lalla Romano, vincitore del Premio Strega nel 1969. L’obiettivo? Dare spazio alla parola come veicolo di confronto e di leggerezza, senza perdere di vista la profondità. L’immagine ufficiale del manifesto è stata affidata a Benedetta Fasson, illustratrice e animatrice che spazia tra pubblicità e progetti culturali. Il Salone aprirà con una lezione della scrittrice e drammaturga francese Yasmine Reza, e vedrà l’aggiunta di una nuova sezione dedicata ai ragazzi, Crescere, curata dallo psicoterapeuta Matteo Lancini, che dialogherà con il rapper Salmo.

Tra gli ospiti già confermati ci sono Tracy Chevalier, Jhumpa Lahiri, Felicia Kingsley, Joël Dicker, Georgi Gospodinov, Fabio Fazio, Mara Venier, la scrittrice palestinese Adania Shibli, l’avvocato Scott Turow, tra i primi a creare il genere legal thriller. È previsto un incontro con Giulia Calenda, Francesca e Cristina Comencini.

Nel frattempo, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che avrebbe dovuto presenziare, ha inviato un messaggio sottolineando come il Salone del Libro di Torino sia un appuntamento imprescindibile per la cultura italiana ed europea. La Campania sarà la regione ospite e, per dare peso a questa presenza, De Luca ha voluto sottolineare che, pur non essendo la regione più ricca d’Italia, è quella che investe di più in cultura. Questione di punti di vista, ma sicuramente una dichiarazione che ha rafforzato l’idea che la Campania, nel bene e nel male, sarà protagonista del Salone 2025.

Tra le ricorrenze che verranno celebrate ci saranno il centenario dalla pubblicazione di Ossi di seppia di Montale, il centenario della nascita di Andrea Camilleri e Flannery O’Connor, e i 250 anni dalla nascita di Jane Austen.

In chiusura, Annalena Benini ha voluto lanciare un appello per lo scrittore algerino Boualem Sansal, in carcere dal 16 novembre. “Dobbiamo parlarne di più in Italia, è una battaglia di libertà a cui non ci possiamo permettere di abdicare. È stato arrestato per le sue parole, per i libri, per la letteratura. Oltretutto è un uomo anziano e malato. Non possiamo non parlare di lui anche se siamo travolti da tutto il resto.”

Un monito che ha ricordato a tutti che la letteratura non è solo un salotto, ma anche un’arma contro il silenzio e l’indifferenza.

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