Esposito e Colagiovanni: la crisi idrica ha iniziato “a fare acqua” da molto tempo, e ora di cominciare a dare delle risposte chiare

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L’ex sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, interroga il Presidente della Regione Molise sulla materia idrica, ma noi consiglieri di Palazzo San Giorgio gli chiediamo, in quanto ex primo cittadino del capoluogo, perché non fornisce all’Aula Consiliare del Comune di Campobasso le risposte a una storia dimenticata durante i cinque anni dell’amministrazione pentastellata.

A Campobasso, infatti, sulla questione idrica, ci sarebbe tanto da dire, rispetto a come è stata gestita la rete dalle ultime amministrazioni comunali. Compresa l’ultima, guidata dall’attuale consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Roberto Gravina, che dovrebbe spiegare ai suoi concittadini come mai la società che gestiva gli impianti di depurazione ha portato avanti la propria attività senza controlli e a fior di quattrini, a carico dei contribuenti della città capoluogo.

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Colagiovanni ed Esposito hanno depositato una Interrogazione per chiedere all’Assessore Cretella, delegato all’ambiente negli ultimi 6 anni chiarimenti in merito.

Partiamo da un assunto: la città di Campobasso è dotata di tre impianti di depurazione, denominati San Pietro in Contrada Santa Lucia, Scarafone in Località Colle Calcare e Santo Stefano nella omonima frazione.

Il sistema depurazione del Comune di Campobasso può essere riassumibile in tre punti: sulla tecnologia depurativa, sulla funzionalità depurativa e sulle autorizzazioni allo scarico (AUA).

Per quel che concerne la tecnologia depurativa, i depuratori San Pietro e Scarafone presentano una tecnologia a “Biodischi”, da tempo, scarsamente utilizzata e quasi abbandonata per diverse problematiche, soprattutto per impianti medio-grandi come quelli in parola; con la Gestione di GRIM è stato avviato il processo di trasformazione dei predetti impianti convertendoli a “fanghi attivi” (tecnologia consolidata e affidabile).

I depuratori della città di Campobasso, inoltre, hanno registrato delle croniche problematiche di funzionalità depurativa, come il mancato rispetto limiti tabellari, la cattiva gestione, la mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, sia per quel che riguarda la linea liquami che la linea fanghi.

Le cause sono da rintracciare – e qui ci riallacciamo alla prima criticità – nella tecnologia Biodischi e alla discutibile gestione della Dondi, società incaricata, sin dalla costruzione degli stessi (realizzati sempre dalla Dondi), della loro gestione.

La società Dondi, tra le altre cose, è stata tristemente protagonista, relativamente ai depuratori San Pietro e Scarafone, di una vicenda giudiziaria, che ha avuto il proprio epilogo nella Cassazione Penale, che con sentenza n.49306/2023 – Sez. III, ha sancito una mala gestio dei fanghi di depurazione.

La mancata funzionalità depurativa ha comportato, in capo alla Dondi, numerose sanzioni amministrative, diffide ex art.130 D. Lgs. n.152/2006 e di diverse segnalazioni alla competente Procura della Repubblica per reati diversi.

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Con l’avvento della GRIM nel gennaio 2023, nel successivo mese di giugno è stato rescisso il contratto che, da sempre, aveva legato Comune di Campobasso e società Dondi.

La GRIM, nel frattempo, sin dal suo avvento, ha intrapreso la conversione dei depuratori San Pietro e Scarafone verso la tecnologia a fanghi attivi.

Gli ultimi dati dell’ARPA Molise dimostrano che la situazione è in fase migliorativa.

Altro problema è relativo alle autorizzazioni scarico / AUA (Autorizzazione Unica Ambientale), di competenza della Provincia di Campobasso, Servizio Ambiente, per effetto del D.Lgs. 152/1999. L’ente provinciale non ha mai rilasciato autorizzazioni al depuratore San Pietro, con Determina Dirigenziale n° 58 del 2019 ha rilasciato l’autorizzazione per quattro anni al depuratore Scarafone, mentre l’autorizzazione del depuratore Santo Stefano risale al 2013 per quattro anni (Determinazione dirigenziale n. 903/2013). Una situazione dovuta alle problematiche dei suddetti depuratori.

Nonostante tutte queste problematiche, il canone di gestione che il Comune di Campobasso versava alla società Dondi, sin dal luglio 2005, di 120mila euro al mese, non è stato mai contestato dall’amministrazione comunale. 

Occorre sottolineare come senza i necessari atti per l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), oltre alle sanzioni penali, è prevista la chiusura dell’impianto.

Soltanto col passaggio alla GRIM, c’è stata la possibilità di richiedere le autorizzazioni della AUA, avendo ottemperato alle prescrizioni di ARPA e Provincia.

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Quando la GRIM è subentrata nella gestione del Servizio Idrico Integrato, di conseguenza ha rilevato tutti i rapporti contrattuali in essere dal Comune di Campobasso, compreso quello con la società Dondi, fin quando il 29.11.2023 la GRIM, accorgendosi di una gestione non conforme al contratto di gestione, ha contestato alla DONDI mancanze evidenti nella manutenzione sia ordinaria che straordinaria degli impianti. Un’azione, quella della verifica del rispetto del contratto in essere, evidentemente, mai esercitata dal Comune di Campobasso.

Sono diverse le violazioni amministrative, ai sensi dell’art. 14 della Legge 689/81, i richiami e i solleciti, registrati agli atti.

La GRIM, così, nella sua attività di controllo, ravvisando ulteriori e gravi inadempienze, come l’inesistente manutenzione sia ordinaria che straordinaria, a inizio 2024 ha risolto il contratto in essere con la Dondi, assumendo il personale già alle dipendenze della società, gestendo direttamente gli impianti con un risparmio di 50mila euro.

Con questo passaggio, il nuovo gestore poteva confermare la carente manutenzione, l’inefficienza di numerose attrezzature e macchinari, oltre che la necessità di effettuare consistenti spese per riparazioni, lavorazioni ed acquisto materiale e mezzi, conseguenza proprio della quasi inesistente manutenzione protrattasi nel corso degli anni.

Inoltre, per il Comune di Campobasso ci sarà un risparmio per gli interventi necessari, scomputati dai canoni alla Dondi. Un risparmio calcolato di 400mila euro, somma finalizzata a un investimento per rendere gli impianti almeno funzionanti al 35 – 40%. Inoltre, dopo venti anni, allo stato attuale, è pienamente funzionante l’impianto di sollevamento di Contrada Tappino.

Chiediamo al nostro ex sindaco Roberto Gravina, come mai in quattro anni di sua amministrazione e cinque di quella 5 Stelle nessuno abbia mai aperto l’argomento Dondi dalle parti di Palazzo San Giorgio.

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Domenico Esposito – Capogruppo consiliare FI

Salvatore Colagiovanni Capogruppo consiliare PpI





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