Manifestazione antirazzista ad Alessandria –

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Oggi 16 Febbraio  siamo andati alla manifestazione per ricordare la tragica vicenda di   Ange Jordan Tchombia arrivato dal Camerun in Italia nell’aprile dello scorso anno era ospite del centro di accoglienza di Isola Sant’Antonio. Aveva visto morire il fratello in Libia. Lui era riuscito a fuggire dalle torture, dagli abusi, dagli stenti.

Il ragazzo, che frequentava il CPIA di Tortona, dove aveva conseguito l’attestato di A2, stava partecipando ad un progetto psico-educativo. Voleva trovare un lavoro, farsi una vita qui. 

Mentre passava vicino alla stazione di Tortona, di ritorno dalla consegna di alcuni curriculum lavorativi, Ange è stato aggredito da chi cercava di rubargli il monopattino. Una coltellata fatale l’ha colpito al petto.  

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La destra locale locale non ha perso l’occasione anche su questo fatto, dove l’aggressore non è italiano,  ma neanche la vittima, per inscenare una campagna razzista.   La manifestazione denunciava questo scempio!    

Ci spiace, fratello, eri riuscito a scappare dagli orrori della Libia, quella Libia salita all’onore delle cronache in questi giorni con la vicenda del generale torturatore Almasri, liberato e accompagnato a casa sua con un volo di Stato, ne avevi passate tante per la tua giovane età, cercavi di rifarti una vita dignitosa e sei finito così sul selciato di una città fredda, inospitale, egoista e senza umanità 

Sabato 15 proprio nel luogo dove sei morto,  i fasci di Casa Pound hanno fatto un presidio per il rimpatrio di tutti gli immigrati. Loro erano 4 gatti noi eravamo centinaia!!!         

Questo è  il volantino  che ha distribuito il Laboratorio  Anarchico PerlaNera 

“QUANTO VALE UNA VITA UMANA?

DIPENDE!

Dipende da chi muore, da chi lo ha ucciso, perché i giudizi cambiano, nelle chiacchiere da strada.

Cambia, se il morto è Italiano e l’assassino è straniero, in questo caso infatti, certi politici e i mass media subito dichiarano che tutti gli stranieri senza distinzione alcuna, sono feroci assassini da cacciare dal sacro suolo italico! se invece l’assassino è Italiano e il morto è straniero, in questo caso… si minimizza, si dice che è un fatto isolato… e poi le mele marce… ci sono dappertutto, se succede, come in questo caso, che tutte due, l’aggredito e l’aggressore sono entrambi stranieri, IMMIGRATI, al massimo ce la possiamo cavare con un titolo sul giornale, ovviamente senza fare un’analisi sociologica del problema, infondo, nelle chiacchiere da bar, si sono ammazzati tra loro!

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Ma loro chi?

Nessuno si chiede da dove vengono, cosa hanno dovuto subire, come e perché sono emigrati.

L’emigrazione è un fenomeno che affonda le sue radici nel colonialismo e nel post colonialismo, nelle guerre, fomentate dai governi occidentali, ma è anche un fenomeno naturale, persino le piante emigrano, figurarsi gli esseri umani che originariamente erano nomadi!

Per fare un esempio tra i tanti, ci sono Italiani presenti in mezzo mondo, emigrati in Europa, nelle Americhe, fino alle terre australi.

Chi mette a repentaglio la propria vita, chi abbandona i propri cari per andare in un paese che non conosce, senza sapere quale sarà il suo futuro, non lo fa a cuor leggero, lo fa perché è costretto dalla miseria in cui vive, oppure fugge da situazioni di persecuzioni politica, o da conflitti bellici, oppure semplicemente è alla ricerca di migliorare le proprie misere condizioni economiche,

Tutti, buoni e onesti lavoratori? Ovviamente no!

Come dappertutto c’è tra loro il buono e il cattivo!

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Però, cosa trova qui nel “civile” occidente; il disastrato mondo del lavoro attuale, le speculazioni, e la logica del profitto al di sopra di tutto, che non gli offre altro
se non precarietà e sfruttamento, trova una vita da emarginato, calunniato dalla destra, e indicato come la feccia della feccia, spesso sono disperati, senza scampo, trasformati così nell’anello più debole della catena sociale, sono ricattati e ricattabili, in queste condizioni non stupisce che molte volte finiscono anche nelle mani della malavita organizzata, diretta e dominata ovviamente, da Italiani!

Ci sono poi quei politici ( spesso purtroppo anche a sinistra) che ci parlano di integrazione, che significa omologare tutti agli usi occidentali, oppure si parla di una società multietnica e multirazziale, e poi si difendono leggi imposte, e disumane dove la vita di un individuo è vincolato da un visto, da un permesso e da leggi burocraticamente imposte contrarie alla solidarietà verso chi ha un’unica colpa quella di essere nato dove la sopravvivenza è più difficile.

Eppure, governo dopo governo si assiste ad un inasprimento del controllo sociale, con mezzi tecnologici sempre più sofisticati di controllo degli individui considerati non conformi a certi schemi e alla militarizzazione del territorio.

La tragica morte di Jordan Tchombiap deve far riflettere, perché anche in questo triste caso si parla solo di come è morto, di chi lo ha ucciso, non del perché era qui, della sua vita, delle sue aspirazioni, parlare di questa morte dovrebbe servire per comprendere chi è vivo ed è qui affianco a noi! Eppure sarebbe semplice, come abbiamo detto, è ovvio che i buoni e i cattivi ci sono dappertutto, ma è possibile che non si sa scegliere e capire con chi avere dei rapporti liberandoci da preconcetti parlando con le persone, confrontarsi, non per diventare uguali, per omologarsi, ma per apprendere l’uno dall’altro, con pari dignità e pari diritti.

Non siamo buonisti o cattivisti semplicemente non pensiamo che la Giustizia sia quella della legge, perché siamo circondati da leggi criminali, la Giustizia è un fatto sociale, culturale, un modo di essere! La Giustizia è nelle strade, nei quartieri nei luoghi di lavoro, dove si parla con gli altri, solo così si conoscono le problematiche, le abitudini, anche le credenze, aver uno scambio non può che arricchire gli individui!

Parlare, ascoltare, guardarsi negli occhi, sono cose naturali che stiamo perdendo come abitudine.

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Da anni sentiamo dire: “di sera non si può più uscire, perché ci sono solo immigrati” ma il problema sono i troppi emigrati o i pochi rapporti umani? Anni fa, soprattutto d’estate prendevano vita capannelli di gente che si riversava in strada, che parlava e si raccontava, si confrontava e imparava, che solidarizzava con i problemi o le sfighe altrui.

Non ci resta che prendere esempio dai bambini piccoli… per loro Italiano o Africano, Rumeno, sud Americano o Indiano, non importa da dove arrivi, l’importante è giocare insieme!

Noi non siamo per un mondo multietnico e multirazziale, perché gli esseri umani hanno un’unica razza quella umana!

E le etnie devono incontrarsi, anche scontrarsi se è il caso, fondersi e confondersi, per un mondo meticcio, equo e solidale, per un mondo più umano,

SIAMO UMANI!

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