Metalmeccanici in sciopero, sit-in davanti alla sede di Confindustria Avellino

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La crisi dell’automotive è sempre più profonda. I lavoratori metalmeccanici sono (ancora) senza contratto. Malgrado lo sciopero di 8 ore del 13 gennaio scorso, la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale resta bloccata a causa dell’indisponibilità di Federmeccanica e Assistal, che continuano a rifiutare le richieste avanzate da Fim, Fiom e Uilm e votate dalle lavoratrici e dai lavoratori.

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Crisi automotive, metalmeccanici protestano per difendere il contratto collettivo nazionale e i loro diritti

Le organizzazioni sindacali denunciano l’assenza di dialogo e l’intransigenza delle controparti, che si trincerano dietro una contro-piattaforma che non tiene conto delle reali necessità del settore.

Per superare questa fase di stallo e mandare un segnale forte e chiaro alle aziende, le organizzazioni sindacali hanno proclamato 8 ore di sciopero che, ad Avellino, è stato accompagnato da un sit-in di protesta tenutosi questa mattina davanti alla sede di Confindustria. Una delegazione di 30 lavoratori, accompagnati dai rappresentanti sindacali hanno incontrato il presidente di Confindustria Avellino, Emilio De Vizia, per consegnargli un documento contenente le proprie rivendicazioni.

Le richieste di lavoratori e sindacati

Aumento salariale adeguato all’inflazione e al costo della vita, contrasto alla precarietà e maggiore stabilità occupazionale, riduzione dell’orario di lavoro per migliorare la qualità della vita dei lavoratori ed estensione dei diritti e delle tutele per tutti i dipendenti del settore sono le richieste ribadite anche oggi dai sindacati di categoria.

“Chiediamo un aumento salariale. Abbiamo avanzato la richiesta di un incremento mensile di 280 euro, necessario innanzitutto per recuperare il potere d’acquisto perso in questi anni dai lavoratori metalmeccanici. Ma non dobbiamo dimenticare che in Europa abbiamo ancora i salari più bassi” ha dichiarato il segretario della Uilm Gaetano Altieri.

Galano: “Chiediamo alcuni diritti fondamentali. Attraverso il contratto collettivo nazionale intendiamo conquistarli”

“Chiediamo anche una riduzione dell’orario di lavoro. Una conquista in tal senso potrebbe offrire un aiuto alla grave crisi che sta colpendo il settore automotive. In Italia, infatti, questa crisi ha avuto un impatto significativo: circa 50mila operai rischiano il posto di lavoro. La riduzione dell’orario ci aiuterebbe, riprendendo un vecchio slogan: lavorare meno, lavorare tutti. Questi sono i punti fondamentali della nostra richiesta, senza dimenticare la necessità di regole precise per la stabilizzazione dei lavoratori precari” ha aggiunto.

“Il contesto attuale è ormai una giungla normativa, frutto della legislazione vigente. Non possiamo accettare che i lavoratori rimangano intrappolati in una condizione di precarietà all’interno delle aziende. Chiediamo alcuni diritti fondamentali. Attraverso il contratto collettivo nazionale intendiamo conquistarli e oggi c’è stata una grande partecipazione da parte dei lavoratori metalmeccanici. Anche loro rispondono positivamente alla mobilitazione, così come i sindacati nazionali. La nostra protesta è in corso e continuerà finché non otterremo risultati concreti” ha concluso.

“Abbiamo incrociato le lotte di tutta la regione e, così come in tutta Italia, abbiamo ottenuto risultati importanti. Chiediamo la ripresa delle trattative su una piattaforma che è stata votata e approvata a larghissima maggioranza e che quindi dobbiamo necessariamente portare avanti, non soltanto per il recupero salariale. Il salario è una condizione ovviamente necessaria per cercare di mantenere standard di vita dignitosi, ma c’è anche tutta una parte normativa che necessita di attenzione” ha dichiarato Luigi Galano, segretario generale della Fim Cisl Irpinia Sannio.

“Merita particolare attenzione, ad esempio, il tema della parità di genere per quanto riguarda il salario, un aspetto sempre troppo trascurato in Italia. Le donne guadagnano fino al 43% in meno rispetto agli uomini. Un altro punto cruciale è la regolamentazione del codice degli appalti e la necessità di garantire standard uniformi tra il codice degli appalti privati e quello pubblico” ha aggiunto.

“Occorre inoltre garantire piani sociali nelle situazioni in cui, soprattutto le multinazionali, abbandonano i territori lasciando solo disoccupazione, senza alcun ammortizzatore sociale né paracadute per la tutela dell’occupazione. Un altro punto fondamentale è la riduzione dell’orario di lavoro. La CISL porta avanti questa proposta sin dagli anni ’50: il nostro simbolo, infatti, è una margherita a otto petali, che rappresentano le otto ore lavorative, e uno di questi petali si stacca per indicare la necessità di ridurre l’orario di lavoro. Noi immaginiamo che almeno un’ora possa essere recuperata per conciliare meglio i tempi di vita e di lavoro” ha concluso Galano.

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Morsa: “Dobbiamo lavorare insieme, anche con Confindustria, per creare le condizioni necessarie allo sviluppo industriale della provincia di Avellino”

“Questa mattina i lavoratori del settore metalmeccanico hanno incrociato le braccia per chiedere la riapertura della trattativa sul contratto collettivo nazionale. Nello specifico, includiamo anche quelli di Avellino e portiamo all’attenzione le numerose crisi ancora irrisolte. Abbiamo il caso Menarini, che non è stato ancora del tutto risolto, e il problema del settore automotive, con tantissime aziende in crisi e gravi rischi occupazionali” ha dichiarato Giuseppe Morsa, segretario della Fiom-Cgil di Avellino.

“Dobbiamo lavorare insieme, anche con Confindustria, per creare le condizioni necessarie allo sviluppo industriale della provincia di Avellino. Siamo consapevoli che qui tutto è più complicato, a causa di una politica assente e distratta, interessata solo a logiche elettorali e giochi di potere. Per questo il nostro compito è ancora più difficile” ha aggiunto.

“I lavoratori metalmeccanici ci sostengono in questa battaglia, e insieme a loro proviamo a dare un segnale di svolta rispetto a questa situazione di grave crisi” ha concluso.



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