La vittoria contro l’Inter ha indicato la via, anche in Champions servirà sciorinare le stesse caratteristiche per superare i playoff
Battere l’Inter è sempre una goduria, senza se e senza ma. Poi bisogna certificare che la prima metà di febbraio si è rivelata molto importante: la Juventus, per la prima volta in questa annata, ha inanellato una striscia di quattro vittorie consecutive, tre in campionato e una in Champions. Ora arriva il bello verrebbe da dire, affermazione da prendere con tanta cautela e qualche gesto apotropaico, visto il rendimento bianconero fino a fine gennaio, segnato inesorabilmente da troppi bassi e pochi alti. Va detto che anche contro l’Inter, allo Stadium, gli uomini di Thiago Motta non hanno disputato un bel primo tempo, con una difesa che ha “ballato” parecchio, uscite da basso senza pulizia tecnica ed errori in appoggio che si sono dimostrati, ancora una volta, un problema atavico ancora senza soluzione. Juve che ha creato tre occasioni da gol senza andare a bersaglio e che aveva l’obbligo di fare meglio in tutti i reparti, attaccando la profondità e sfoggiando maggior solidità in difesa; una prima frazione di gioco non buona. Detto fatto, nella ripresa tutto è cambiato, la pressione alta ha problematizzato i nerazzurri, mostrando una Madama aggressiva, tenace, in salute e piena di energia che ha saputo produrre altrettante occasioni, siglando il gol vittoria grazie ad una magia di Kolo Muani (la sua ruleta in area e l’anticipo volante sul marcatore, a servire il compagno, è giocata da 5 stelle) finalizzata dalla rasoiata letale di Conceicao. Rete gonfia, Stadium che salta in aria come una polveriera e vittoria meritatissima, di fronte ad un avversario tanto storico quanto poco apprezzato, sportivamente, dai tifosi zebrati.
Un successo che ha in se mille significati e che rimanda alla condizione attuale di una Juve che, pare, finalmente, entrata nella giusta orbita, quella delle prestazioni, seppur a singhiozzo, e delle vittorie che possono sospingere Gatti e compagni a lottare per gli obiettivi che si erano preposti ad inizio stagione. Un successo che carica a molla l’ambiente bianconero e il gruppo, che domani dovrà conquistarsi il pass necessario per entrare agli ottavi di Champions e non sarà facile nel catino incandescente di Eindhoven. Il PSV, sconfitto pochi giorni fa a Torino, ha dimostrato di essere una compagine temibile e in grado di creare grattacapi, soprattutto se lo si lascia giocare liberamente, concedendo l’iniziativa e il palleggio. Gli olandesi non sono un top team di matrice continentale, ma appartengono alla sfera delle squadre pericolose, che possono sempre agire in velocità, piazzando manovre in grado di scaturire la zampata urticante, ergo la Juventus dovrà essere molto attenta ed equilibrata, non sottovalutando, in nulla, l’avversario. La consapevolezza della propria forza, mostrata nel secondo tempo contro Lautaro e soci, è propellente basilare per la Juve di coppa, dipenderà, insomma, dalla capacità di tramutare l’entusiasmo di quella vittoria in pura concretezza e fondamentale continuità, a partire dalla trasferta di mercoledì sera in terra d’Olanda. Evitando troppi up and down nella stessa partita, sfuggendo all’illogica inclinazione di lasciare un tempo o giù di lì agli avversari: il PSV non ha nulla da perdere e chiaramente se la giocherà fino all’ultimo secondo. Lo spirito giusto, la fame, la personalità e la voglia di vincere sono armi fondamentali che la Vecchia Signora dovrà scaricare sul terreno di gioco domani sera, con una manovra collettiva di livello, accomunata a prestazioni individuali di grande spicco come mostrato nel’1-0 contro l’Inter. L’impatto di Kolo Muani nell’economia di gioco e realizzativa bianconera è semplicemente impressionante, un giocatore che fiuta e percepisce situazioni che altri non vedono, le folate imprendibili di Chico Conceicao fanno girare la testa ai marcatori diretti e lo spingono ad incunearsi nel cuore delle aree avversarie con successo, senza sottacere della solidità e della carica tutta latina di Renato Veiga che ha già conquistato tutti i fans juventini.
Questi capisaldi sono da tenere vivi e prosperi, aggiungendo le altre peculiarità di rilievo che arrivano dal gladiatorio Gatti, dal concentrato Di Gregorio, dalle folate trascinanti di Thuram e la crescita che tutti si attendono da Koopmeiners, che contro l’Inter ha mostrato qualche piccolo passo in avanti. Per uscire con la qualificazione da Eindhoven sarà fondamentale però la prestazione di squadra, un collettivo unito e capace di produrre una Juve corta, sul pezzo, estremamente lucida e determinata nelle due fasi, per evitare le amnesie e le contraddizioni tecniche che, troppo spesso, abbiamo dovuto annotare. Il momento favorevole va prolungato, a suon di prestazioni con il giusto atteggiamento e piglio, e la buona empatia tra i vari giocatori, tutte leve mirabili che possono produrre risultati positivi e vittorie. La vittoria contro l’Inter ha tracciato un solco importante, lo ha affermato anche Thiago Motta, indicando nell’ottimo secondo tempo disputato la strada giusta; bisogna ripartire da lì, con la stessa convinzione, ferocia e fame. A Madama basterebbe anche un pareggio per superare il playoff, ma in questo momento è più che opportuno poter pensare di scendere in campo per fare molto bene, immettendo tutta la qualità di cui dispone questa squadra, che non è indifferente. Sarà banale e retorico ma esiste una legge nel calcio non scritta, sempre tremendamente attuale: vincere aiuta a vincere. La Juventus, e i suoi tifosi, conoscono molto bene tutti i dettagli che si celano dietro al significato dell’essere vincenti.
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