A lungo invocato da residenti e commercianti, ieri sera è finalmente arrivato il blitz della polizia, in collaborazione con la polizia municipale, in largo Giulio Cesare, da mesi diventato ormai “sede” di un vero e proprio mercatino della refurtiva. Gli agenti, intervenuti nell’ambito di un più esteso controllo del territorio, hanno provveduto a sequestrare tutta la merce in vendita e a identificare i presenti. Non è stato possibile procedere con le denunce in quanto nessuno si è fatto avanti come “venditore”.
Era stato proprio il nostro giornale, nel dicembre dello scorso anno, a denunciare per primo quanto stava avvenendo in quello che in zona è noto come il giardino “delle tre lanterne”, un triangolo di cemento ombreggiato da qualche albero e illuminato, appunto, da tre lampioni, che si trova in largo Giulio Cesare, all’altezza dell’incrocio tra il corso e via Volpiano.
A spiegare nel dettaglio cosa accadeva ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, era stata una residente: «Sono tutti stranieri, soprattutto marocchini – spiega Valeria – e vendono refurtiva e rifiuti. Si mettono lì per terra con la loro mercanzia e cercano di venderla ai passanti». Come si può intuire, non si trattava esattamente di merce di prima scelta. «Noi li vediamo: rovistano nei bidoni della zona e se trovano oggetti o vestiti, provano a venderli. Oppure arriva qualcuno con oggetti più belli, più preziosi ed è evidente che si tratta di refurtiva». Le foto e i video del resto, non lasciavano dubbi: merce di ogni tipo e trattative tra venditori e acquirenti. Impressionante era soprattutto la quantità di biciclette, accatastate nei pressi del giardino e pronte a essere vendute: decine di due ruote, frutto con ogni probabilità di furti in varie zone della città.
E del resto, la situazione era aggravata proprio dal fatto che via Volpiano è diventata negli ultimi tempi una delle principali piazza di spaccio di crack di Torino. I tossici, in cerca dei soldi per una dose, erano i principali “fornitori” di merce per il mercatino della refurtiva di largo Giulio Cesare. Una situazione che è andata peggiorando con il passare del tempo, tanto che proprio pochi giorni fa anche il vicepresidente del consiglio comunale, Domenico Garcea (Forza Italia), l’aveva denunciata pubblicamente su Facebook. E adesso anche lui si compiace dell’avvenuto blitz: «Ricevere e pubblicare sui social alcuni video girati da cittadini esasperati, come nel caso del suk abusivo di largo Giulio Cesare, sembra essere la strategia migliore per stimolare un intervento dell’amministrazione comunale che in condizioni normali sarebbe dovuto. Mi congratulo inoltre con le forze dell’ordine per aver supportato la polizia locale: un segnale prezioso di attenzione delle istituzioni in un quartiere che vive quotidianamente sulla propria pelle fenomeni di delinquenza, spaccio e illegalità».
Soddisfatto anche il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto (Fratelli d’Italia), che rimarca l’impegno del suo Ente nella lotta per restituire vivibilità alla zona: «Siamo stati noi – spiega – a portare la questione al tavolo della sicurezza, ottenendo l’impegno di un intervento delle forze dell’ordine che ieri sera è finalmente arrivato. Ma nei mesi scorsi abbiamo già provveduto a chiedere la potatura degli alberi, che fornivano troppo riparo alla vista, e la rimozione degli archetti che venivano utilizzati per le bici rubate. Adesso speriamo solo che non tornino già questa sera…». Anche per evitare questa eventualità, la Circoscrizione 6 si sta già muovendo su altri fronti: «Stiamo cercando di ottenere l’installazione di un faro tipo quelli da stadio e vorremmo eliminare le transenne che però delimitano una zona sotto la quale ci sono delle bombole del gas, quindi si tratta di un intervento più complesso». Soddisfatta anche Verangela Marino, capogruppo di Fdi in Circoscrizione 6: «Questa è una battaglia portata avanti da circa un anno con la Circoscrizione 6 e con il grande lavoro del nostro presidente Valerio Lomanto che ha sempre supportato le richieste e le segnalazioni dei tanti cittadini che risiedono in quel tratto di quartiere. Ci sono state anche minacce e intimidazioni nei confronti dei residenti. Questa è sicuramente una vittoria dei residenti che non si sono mai arresi a questo scempio a cielo aperto».
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