Riflessioni su valore e sostenibilità e il loro intreccio nelle decisioni delle imprese. Il documento del Gruppo Bilancio e Sostenibilità affronta diversi concetti che aprono una discussione sulla natura stessa dell’azienda e sulle sue azioni e strategie.
Il Gruppo Bilanci e Sostenibilità ha messo a disposizione il documento di ricerca “valore e sostenibilità: spunti per una discussione nelle imprese”.
Tale documento ha come obiettivo primario l’analisi del rapporto tra due concetti particolarmente significativi per la vita delle imprese.
Da diversi anni le imprese sono chiamate a confrontarsi con la sostenibilità. La stessa natura dell’impresa richiama l’esigenza di confronto con il valore, dalla produzione all’impiego.
Valore e sostenibilità condizionano quindi in modo profondo le decisioni dell’impresa. Nel position paper vengono quindi richiamati alcuni concetti che aprono alla riflessione.
Da un lato l’impresa ha come obiettivo la produzione di valore, che si sostanzia nella realizzare del profitto, nell’aumento del patrimonio, nella crescita e nella durata nel tempo.
Nella prospettiva della sostenibilità, inoltre, l’azienda è chiamata a “fare il bene”, ossia a richiamare su di sé le esigenze collettive.
Tra i due principi si possono creare diverse relazioni: dalla coerenza al reciproco sostegno, passando per l’aperto contrasto.
In comune c’è un “dover essere” che si sostanzia nei valori.
Diverse riflessioni toccano anche l’etica degli affari, in particolare la produzione di valore e il “fare il bene”. Si realizza un contrasto quando l’impresa con la sua attività produce oneri sociali più alti degli stessi ricavi che realizza. In altre parole si appropria o distrugge il valore della collettività.
Il caso opposto è quanto il “fare il bene” si coniuga con la produzione di valore economico, stimolando modi sempre più efficienti per la produzione di valore e facilitando l’innovazione.
Viene quindi ad aprirsi una riflessione che porta a ragionare di valori e a valutare come giuste o ingiuste le stesse azioni delle imprese.
Il documento si pone quindi l’obiettivo di stimolare la riflessione affinché tra produzione di valore e sostenibilità si realizzi coerenza, con lo scopo di rendere il lavoro più efficace e soddisfacente.
Valore e Sostenibilità: l’inquadramento concettuale
Nella prima parte del position paper diffuso dal Gruppo Bilanci e Sostenibilità (GBS) vengono forniti gli inquadramenti concettuali dei termini “valore” e “sostenibilità”. Le imprese sono chiamate a coniugare due dimensioni fondamentali: la capacità di generare valore economico e la necessità di operare in modo sostenibile.
Il documento analizza la complessità dei concetti, soffermandosi sui significati storici e operativi delle parole. Viene proposta una riflessione interdisciplinare per chiarire come i due concetti si intrecciano e si influenzano reciprocamente all’interno del discorso aziendale e sociale. Il punto di partenza è quello dei nomi, dei concetti e delle relazioni. A livello di linguaggio e significato i due termini “valore” e “sostenibilità” sono caratterizzati da molteplici significati, che variano a seconda del contesto.
Non devono quindi essere analizzati solo i significati “astratti” delle parole, ma anche come le stesse vengono contestualizzate nei discorsi aziendali e sociali.
La riflessione tocca anche la relazione tra le due parole che possono essere intese come interconnesse. Le imprese, infatti, devono generare valore (inteso tradizionalmente in termini economici) ma allo stesso tempo sono chiamate a “fare il bene”, ossia a considerare il loro impatto sociale e ambientale.
Da un lato, quindi, l’impresa deve produrre valore economico, garantendo profitto e crescita. Dall’altro, la stessa deve impegnarsi in pratiche che rispondano alle esigenze collettive, a miglioramento della società e dell’ambiente. Gli aspetti in alcuni casi si trovano in sintonia, in altri in aperto contrasto. Le imprese sono chiamate alla ricerca di un equilibrio che permetta una coerenza operativa. Per raggiungere tale obiettivo è necessaria una riflessione approfondita sui significati storici e culturali delle parole “valore” e “sostenibilità”.
La riflessione sul significato dei due termini parte, attraverso un’analisi storica, dai concetti originari. Il termine “valore” in origine era associato a caratteristiche morali e all’identità individuale. Con lo sviluppo del capitalismo l’accezione dominante è passata a quella economica, in cui il valore diventa sinonimo di prezzo, patrimonio e capacità di scambio.
Successivamente si sono verificati una transizione e una rinegoziazione del termine. Con il progresso della globalizzazione e la crescente finanziarizzazione, il significato di “valore” si è consolidato nell’accezione data dai termini di mercato. Negli ultimi decenni si è resa evidente una crisi semantica in cui al valore economico si sono affiancate le dimensioni etica e sociale.
Successivamente l’analisi si concentra sulla parola “sostenibilità”. Tale termine viene anche analizzato ponendo l’accento sul ruolo dei normatori, i soggetti e istituzioni che nel tempo hanno contribuito a definire e regolamentare il concetto di sostenibilità.
In tempi recenti la discussione sulla sostenibilità è stata fortemente influenzata da documenti internazionali come l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite o la legislazione europea, ad esempio la Direttiva CSRD.
In questi casi non solo è stato fornito un quadro normativo ma sono anche stati fissati criteri per le imprese a misurazione delle performance, il più recente è quello degli ESRS, European Sustainability Reporting Standards.
Nel documento viene inoltre evidenziata la forte interazione del tema della sostenibilità con le prassi aziendali. Le imprese, attraverso le pratiche interne, determinano come i concetti di valore e sostenibilità si trasformano in azioni concrete.
Risulta quindi evidente dal documento la necessità di un dialogo continuo tra istituzioni, mondo accademico, mondo imprenditoriale e stakeholder, così da tenere sempre aggiornato il quadro interpretativo.
Tra le finalità del documento ci sono, infatti, quella di delineare un nuovo paradigma, che integri in maniera coerente il concetto di valore tradizionale e quello di sostenibilità.
Si tratta di una sfida che necessita di un vero e proprio cambiamento culturale che non richieda solo l’adozione di nuovi standard o normative ma un ripensamento della stessa natura dell’impresa.
Il documento evidenzia quindi la necessità di superare una visione mercantile del valore per considerare anche l’impatto sociale e quello ambientale. Nel nuovo paradigma l’impresa non ha come unico scopo la produzione del profitto ma anche la generazione del benessere collettivo e il rispetto dell’ambiente.
Per raggiungere tali obiettivi è necessaria una coerenza in grado di connettere la missione aziendale con azioni e obiettivi misurabili, contrastando fenomeni di washing.
Tra i diversi significati del termine valore c’è, dal punto di vista semantico, quello che può indicare pregio morale, qualità, capacità, forza, ma anche l’aspetto economico legato a prezzi e scambi. Nonostante la seconda accezione sia la più diffusa, esiste un ricco patrimonio di altri significati che rimandano a virtù, etica e significato sociale.
Nel delineare i tratti dell’evoluzione semantica viene inoltre evidenziato il passaggio da un’accezione prevalentemente qualitativa e morale a una visione quantitativa e di scambio, per tornare, tramite una rinegoziazione, al recupero dell’aspetto etico.
Il concetto di valore viene analizzato dalle origini al capitalismo, fino a giungere al dilemma moderno in cui l’economica contemporanea ne mette in evidenza la crisi semantica in cui il valore economico si scontra con esigenze etiche e sociali aprendo ad una riconsiderazione del concetto nell’ottica della sostenibilità.
Nell’inquadramento del termine “sostenibilità”, invece, ne viene evidenziata la relazione con la “responsabilità sociale”. Inizialmente il termine era legato a questioni ambientali ma successivamente ha avuto un’espansione di significato, andando a includere dimensioni sociali e di governance.
Un ruolo anticipatorio è stato svolto dal termine “responsabilità sociale di impresa”, termine che è stato poi progressivamente assorbito e superato dal termine stesso di “sostenibilità”.
Nel documento vengono messi in luce alcuni aspetti politici e culturali della sostenibilità. Tale termine, essendo declinato in maniera differente a seconda dei contesti, da un lato rappresenta un imperativo ambientale, dall’altro è profondamente legato con i principi di equità, solidarietà e giustizia sociale. A livello terminologico viene registrata l’evoluzione dei termini da bilancio sociale a bilancio di sostenibilità, con un cambiamento di paradigma nel modo di valutare il comportamento delle imprese.
Nella prima parte del documento vengono infine analizzati i contesti di riferimento delle evoluzioni dei due concetti.
A livello globale vengono ripercorse le tappe legate al concetto di sostenibilità a livello internazionale, a partire dal Rapporto Brundtland fino agli SDGs e al Green Deal europeo.
A livello italiano viene sottolineato il ritardo nell’adozione delle pratiche di responsabilità sociale e di sostenibilità, a causa della natura territoriale e familiare del tessuto imprenditoriale italiano.
Tale contesto fa emergere la necessità di adeguamento ai modelli internazionali e l’esigenza di mantenere peculiarità locali, in un approccio che preveda soluzioni su misura.
Il percorso italiano è caratterizzato da una necessità di adeguarsi a modelli internazionali pur mantenendo peculiarità locali, che richiedono un approccio “su misura” e fortemente contestualizzato.
La Sostenibilità nelle decisioni delle imprese
La seconda parte del documento Valore e Sostenibilità si concentra sull’analisi della sostenibilità nel contesto aziendale, esaminando in particolare come le imprese siano chiamate a una sfida quotidiana, quella di integrare il valore economico tradizionale con l’impegno verso pratiche sostenibili. L’obiettivo è quello di fornire una visione completa delle dinamiche, degli strumenti e delle percezioni che caratterizzano la sostenibilità all’interno delle organizzazioni, con un’attenzione particolare al contesto italiano.
Il documento fornisce una definizione e sottolinea l’importanza delle imprese, che sono chiamate non solo a generare profitto, ma anche a contribuire al benessere collettivo. Questa duplice funzione si esprime attraverso la necessità di “fare il bene” integrando pratiche sostenibili nelle attività quotidiane.
A livello operativo viene sottolineata la necessità di dotarsi di metodologie e strumenti che rendano gli obiettivi misurabili e rendano possibile l’adozione di sistemi di controllo e reporting specifici, ad esempio gli ESG o gli ESRS.
Dal punto di vista pratico ciò richiede un adeguamento dei modelli organizzativi. Le imprese sono chiamate a rivedere la propria struttura gestionale così da implementare i criteri di sostenibilità nelle decisioni strategiche. Il tutto ha come conseguenza una revisione dei processi di governance, la definizione di ruoli specifici quali il sustainability manager, e la necessità di stabilire una comunicazione interna ed esterna efficace.
A supporto delle decisioni aziendali deve essere presente un’analisi di materialità che permetta di identificare le tematiche ESG rilevanti e di scegliere obiettivi chiari e misurabili.
A tal fine sono richiesti strumenti di monitoraggio, ad esempio la rendicontazione attraverso strumenti digitali.
L’analisi prende in considerazione, in particolare, il contesto italiano. Una delle sfide che caratterizza tale contesto è la dimensione e la struttura delle imprese. Nel panorama italiano, infatti, la maggior parte delle imprese è caratterizzata da una struttura piccola o familiare, con una forte radice territoriale. Queste caratteristiche possono rendere più complesso l’adozione di pratiche sostenibili standardizzate, poiché spesso mancano risorse dedicate o una cultura organizzativa orientata alla sostenibilità.
Un’ulteriore sfida è quindi quella dell’adattamento a modelli internazionali, con un percorso di adeguamento che richiede una trasformazione culturale anche a livello relazionale e di leadership.
Nella parte centrale del documento è sottolineata l’importanza dei gruppi di interesse e dei professionisti impegnati nell’ambito della sostenibilità. A livello di associazioni, enti e network, il punto di forza è dato dallo scambio di best practices e dal supporto e dalla formazione per le imprese.
Inoltre viene evidenziato l’emergere di nuove figure e specializzazioni che rappresentano un ponte tra la tradizione aziendale e le esigenze di un mercato sempre più orientato verso i criteri ESG.
Una necessità e un punto di forza allo stesso tempo è la formazione, soprattutto in relazione alla normativa, che richiede un costante aggiornamento. Tale aspetto è fondamentale per sostenere l’evoluzione della sostenibilità.
Ad avvalorare quanto indicato nel report c’è la survey, ossia il sondaggio, svolta in collaborazione tra GBS e Impronta Etica tra l’ottobre e il novembre 2023.
Le risposte al questionario rivolto ai sustainability manager hanno contribuito a fornire alcuni risultati. In merito al posizionamento strategico, i manager ritengono che la sostenibilità debba essere un elemento centrale della strategia aziendale, capace di generare vantaggi competitivi e di rafforzare la reputazione aziendale.
A livello operativo, tra le difficoltà maggiori emergono la complessità nell’implementazione di sistemi di monitoraggio efficaci, la necessità di allineare le pratiche interne alle normative internazionali e la difficoltà di integrare la sostenibilità in tutti gli aspetti decisionali.
L’adozione di processi di rendicontazione trasparente e l’investimento in tecnologie innovative possono trasformare la sostenibilità in un vantaggio competitivo, mostrandosi come un’opportunità per le imprese per il miglioramento e la capacità di adattamento delle imprese.
Valorizzare la sostenibilità
Nel documento di studio del gruppo Bilanci e Sostenibilità sono fornite anche alcune indicazioni pratiche per le imprese, in merito all’implementazione del valore della sostenibilità nelle decisioni aziendali.
Per le imprese non è infatti sufficiente adottare pratiche sostenibili ma è necessario valorizzarle, ovvero trasformarle in asset strategici e misurabili. Il documento propone quindi un percorso di riflessione con spunti operativi che permettano alle imprese di integrare in maniera coerente i principi della sostenibilità nel modello di business.
Nella terza parte del documento viene posto l’obiettivo di individuare le azioni che le imprese potrebbero mettere in campo, promuovere il proprio comportamento sostenibile a livello sociale ed economico, ovvero un valore e un mezzo di legittimazione. Parallelamente si propone di concretizzare la propria idea di mondo e realizzare i propri valori.
La sezione è caratterizzata da un invito a un esame di coscienza da parte delle imprese per riflettere criticamente sul proprio percorso sostenibile. Tale esame ha due obiettivi principali: identificare le debolezze del sistema di rendicontazione e delle pratiche adottate e rafforzare l’impegno all’implementazione della sostenibilità come valore aziendale.
Una delle riflessioni si concentra sul contesto esterno, caratterizzato dalle richieste di mercato, dalle pressioni normative e dalle aspettative della società, contrapposto a un contesto interno inteso come sistema valoriale dell’impresa.
La sostenibilità deve essere integrata in una visione più ampia che prenda in considerazione l’ambiente in cui agisce l’impresa. Viene quindi analizzata la sostenibilità da un doppio punto di vista: la natura di concetto e quella di prassi. La prima consiste nell’evocazione di idee di equità, giustizia, rispetto per la natura e solidarietà su cui si basa un cambiamento culturale e sociale. La seconda, invece, ha natura operativa e di azioni concrete, in una visione di lungo periodo in cui le tappe intermedie siano misurabili.
Un elemento fondamentale emerso in quest’ultima sezione è il bisogno di un approccio cognitivo: le imprese devono essere in grado di comprendere e interpretare in modo critico le proprie azioni sostenibili. Devono quindi adottare un framework di misurazione con indicatori quantitativi tradizionali e abbracciando dimensioni qualitative e comportamentali. Devono inoltre analizzare i comportamenti sostenibili, individuando i possibili miglioramenti.
Per valorizzare efficacemente la sostenibilità, il documento suggerisce l’adozione di un “sistema valoriale formalizzato”. Questo sistema rappresenta l’insieme dei valori fondanti dell’impresa, che devono guidare ogni decisione e pratica sostenibile. La definizione dei valori deve essere chiara e includere, ad esempio, la responsabilità sociale o il rispetto per l’ambiente. Deve inoltre essere creata una griglia di coerenza interna, ossia uno strumento di autovalutazione per confrontare gli obiettivi dichiarati e le azioni messe in campo.
Nel suggerire azioni concrete vengono anche messe in risalto le criticità attuali, quali l’inadeguatezza di indicatori spesso solo quantitativi o il rischio di greenwashing, ovvero l’adozione di pratiche sostenibili solo a livello comunicativo, senza un reale cambiamento.
Tra gli elementi richiamati c’è quello della coerenza, sia dal punto di vista esterno che interno. Quella esterna interessa la risposta a stimoli che provengono dall’esterno (consumatori, investitori e normativa). Quella interna si valuta invece in relazione alla missione aziendale. È infatti essenziale che le strategie sostenibili siano effettivamente integrate nel modello operativo e culturale dell’impresa.
Per la valutazione dell’elemento della coerenza, l’impresa può dotarsi di specifici strumenti. Un confronto tra obiettivi e azioni messe in campo, feedback interni ed esterni forniti grazie alla percezione degli stakeholder per valutare le strategie adottate, indicatori di prestazione che misurino le performance sostenibili. L’utilizzo combinato di tali strumenti può permettere un’efficace implementazione delle pratiche di sostenibilità nelle strategie aziendali.
La compliance normativa rispetto alle pratiche di sostenibilità può essere quindi considerata come il punto di partenza per permettere alle imprese di sviluppare un vantaggio competitivo.
Le imprese che riescono a integrare in maniera coerente i loro valori etici con le pratiche di sostenibilità hanno infatti la possibilità di accedere a nuovi mercati e finanziamenti o opportunità commerciali. Allo stesso modo l’adeguamento alle regole può fungere da catalizzatore per l’adozione di tecnologie green e modelli di business innovativi, portando ad una maggiore efficienza che si traduce in termini di produttività.
Ricadute positive possono essere mostrate anche a livello reputazionale dal momento che le pratiche sostenibili rafforzano la fiducia degli stakeholder.
Alle imprese è però richiesto di impegnarsi in un processo di trasformazione che passi per la revisione dei processi interni e della riorganizzazione della struttura aziendale.
Tale obiettivo passa anche per un cambiamento della cultura aziendale in grado di promuovere una cultura interna che valorizzi la responsabilità, l’etica e l’innovazione. In questo senso la finalità è quella di garantire che ogni decisione sia guidata da un solido sistema di valori.
Le decisioni devono essere prese in un’ottica di lungo termine in cui la sostenibilità sia considerata come un elemento integrato nel piano strategico globale dell’impresa.
Il documento, che unisce riflessione critica e strumenti operativi, offre alle imprese una guida per trasformare la sostenibilità in un asset strategico, capace di coniugare crescita economica e impegno etico, in un contesto in cui il valore aziendale viene ridefinito in chiave multidimensionale.
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