Ancora un forte calo delle fusioni con le PMI svizzere

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Il numero di fusioni e acquisizioni che coinvolgono le PMI svizzere è diminuito ancora una volta nel 2024. Secondo uno studio di Deloitte, rispetto all’anno precedente si è registrato un calo di quasi il nove percento delle transazioni. Il calo delle transazioni puramente nazionali è particolarmente significativo per la Svizzera: sono diminuite di oltre un quarto (28%).



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L’attività di fusione e acquisizione delle PMI svizzere è diminuita dell’8,7 % nel 2024. In particolare, le acquisizioni nazionali hanno registrato un forte calo. (Immagine: www.depositphotos.com)

Nel 2024, le PMI svizzere hanno effettuato un numero significativamente inferiore di transazioni rispetto all’anno precedente. Tra gennaio e dicembre, sono state effettuate in totale 179 transazioni (2023: 196 transazioni), il che corrisponde a un calo dell’8,7%. Questi sono i risultati dell’ultimo studio sulle attività di M&A delle PMI svizzere condotto dalla società di revisione e consulenza Deloitte. Il principale fattore negativo è stato rappresentato dalle transazioni nazionali, ossia quelle attività in cui le PMI svizzere acquisiscono un’altra azienda all’interno del Paese. Queste sono diminuite di quasi un terzo, scendendo a 48 transazioni (-28,4% rispetto al 2023). Si tratta del livello più basso degli ultimi sei anni.

Tutti i settori sono stati colpiti dal forte calo delle transazioni puramente nazionali. La ragione principale è la priorità della crescita al di fuori della Svizzera attraverso le acquisizioni. Le PMI svizzere vogliono ottenere un maggiore accesso a nuovi mercati e a risorse più efficienti dal punto di vista dei costi. Inoltre, le sfide per il finanziamento delle transazioni sono aumentate a causa della maggiore concentrazione del settore bancario svizzero. È probabile che anche la situazione economica tesa in Germania abbia attenuato la propensione delle PMI svizzere per le acquisizioni.

Attività annuali di M&A delle PMI svizzere. (Immagine: Deloitte)

Nel 2024 si è registrata un’inversione di tendenza per quanto riguarda le transazioni in cui le PMI svizzere hanno agito come acquirenti di società estere (outbound). Questa cifra è aumentata costantemente dal 2020, raggiungendo un picco di 69 transazioni nel 2023 e poi ristagnando a 68 transazioni lo scorso anno. Nel 2024 le PMI svizzere hanno investito principalmente in aziende europee, rappresentando l’82% di tutte le transazioni. L’aspetto interessante è la tendenza ad abbandonare i grandi partner commerciali geograficamente più vicini, Germania e Francia, per investire in mercati più lontani e più piccoli, ma in rapida crescita, che tendono ad avere costi più bassi, come la Polonia e la Spagna.

Le acquisizioni nel settore IT stanno perdendo peso

Si è registrato un aumento marginale delle transazioni in entrata, ossia delle transazioni in cui le PMI svizzere sono diventate oggetto di fusioni da parte di società estere. Nel 2024 sono state effettuate 63 transazioni in entrata (contro le 60 del 2023). La maggior parte di tutte le attività di fusione e acquisizione (85%) è attribuibile a società della Svizzera tedesca.

I mercati più importanti per le acquisizioni. (Immagine: Deloitte)

Gli investitori europei sono particolarmente interessati alle PMI svizzere: sono responsabili di quasi tre quarti (73%) di tutte le acquisizioni. Gli investitori europei più importanti provengono da Germania, Francia e Regno Unito; nel 2024 sono state effettuate più transazioni in tutti questi Paesi rispetto all’anno precedente. I maggiori investitori extraeuropei hanno sede negli Stati Uniti. In Svizzera, le aziende industriali sono state il principale obiettivo delle acquisizioni straniere (20%). Nel frattempo, la percentuale di acquisizioni di società di informatica e software è diminuita drasticamente (2024: 14% rispetto al 2023: 20%).

Una prospettiva cautamente positiva

Dopo un anno povero di transazioni nel 2023, il mercato globale delle fusioni e acquisizioni si è leggermente ripreso nel 2024 (USA +2,8%, Europa +12%), come mostrano i dati anno su anno dell’agenzia di stampa dei mercati finanziari Mergermarket. La Svizzera è quindi rimasta chiaramente indietro rispetto agli sviluppi internazionali. “Le normative più severe negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in altri Paesi hanno rallentato le transazioni con partecipazione svizzera, in particolare nei settori innovativi e nei beni strategici. Ciò ha generato un notevole arretrato, che probabilmente si smaltirà nel 2025 con il completamento di molte operazioni rinviate”, spiega Kristina Faddoul, responsabile di Strategy, Risk & Transactions Advisory di Deloitte Svizzera.

L’attuale situazione economica dovrebbe favorire un aumento delle transazioni. Secondo i dati del Segretariato di Stato per gli Affari Economici (Seco), la crescita economica in Svizzera dovrebbe accelerare moderatamente fino all’1,6% nell’anno in corso. Il calo dei tassi di interesse di riferimento dovrebbe inoltre stimolare ulteriormente il mercato delle fusioni e acquisizioni e creare un ambiente di finanziamento più interessante. La forza del franco svizzero e la resistenza dell’economia elvetica rispetto ai Paesi limitrofi sono alla base di queste prospettive positive.

Incertezza e incertezze geopolitiche

Kristina Faddoul commenta: “A gennaio dell’anno in corso si è già registrato un aumento delle attività di fusione e acquisizione in Svizzera. Questo ci rende fondamentalmente ottimisti per il 2025 e ci aspettiamo che l’attività di fusione e acquisizione tra le PMI svizzere aumenti ancora, portando maggiore dinamismo al mercato”. Se guardiamo oltre i nostri confini, tuttavia, possiamo notare che numerosi fattori economici e geopolitici stanno causando incertezza e instabilità nel contesto internazionale. La situazione è molto volatile e ciò si riflette anche nei dati delle transazioni globali di gennaio, che sono diminuite del 49% rispetto all’anno precedente. È quindi difficile fare previsioni significative per il 2025″.

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Fonte: www.deloitte.com

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