“Oggi, durante il Consiglio d’amministrazione dell’ARDSU, abbiamo cercato pacificamente di contestare e fermare l’approvazione del Bilancio di previsione del DSU Toscana, simbolo dello smantellamento del Diritto allo Studio Universitario a causa delle politiche del Governo e dell’indifferenza della Regione Toscana.
Sul fronte della ristorazione, nonostante le promesse fatte sui giornali dopo la chiusura di mensa Bandini nel maggio 2021, DSU Toscana non ha alcun piano per aprire una seconda mensa nel centro di Siena e presso Unistrasi. Inoltre, non vi è alcuna volontà di ridurre le tariffe, aumentate a settembre 2023 per decisione della Giunta Regionale (PD). L’aumento dei prezzi per le fasce ISEE superiori ai 30mila euro ha provocato un calo del 20% nelle affluenze, rendendo la mensa un servizio quasi esclusivo per i borsisti, anziché un supporto concreto contro il carovita e uno spazio di aggregazione per tutta la comunità studentesca.
Sul fronte delle residenze, la situazione è ancora più critica: a settembre 2022, Siena ha perso metà dei posti letto disponibili a causa dei lavori di adeguamento alle normative antincendio, che ad oggi non sono ancora terminati. All’inizio dei lavori, il DSU Toscana aveva assicurato che tutti i posti sarebbero stati ripristinati per l’anno accademico 2024/2025. Tuttavia, al 1° febbraio 2025, 609 studentesse e studenti attendevano ancora il posto alloggio a cui avevano diritto da quattro mesi.
Negli ultimi giorni, la riapertura parziale delle residenze di San Miniato e Fontebranda ha permesso la convocazione di 250 borsisti, ma ne restano ancora esclusi 360. Questa situazione evidenzia ancora una volta come, negli anni, gli investimenti sulle residenze siano stati insufficienti e privi di una reale pianificazione a lungo termine.
Negli ultimi anni, la carenza di risorse per le assunzioni ha obbligato il DSU Toscana a esternalizzare diversi servizi, tra cui la gestione delle mense e alcune attività all’interno delle residenze, come la portineria e le pulizie. Nell’ottobre 2024, il DSU ha deciso di ampliare l’esternalizzazione tramite un progetto di partenariato pubblico-privato che stravolge la gestione delle residenze in Toscana. L’ente intende ora affidare la gestione di alcune strutture a un’unica azienda privata, consentendole di destinare fino al 20% dei posti letto a studenti non borsisti.
Si tratta di un’operazione disastrosa, che spinge il DSU verso una privatizzazione totale dei suoi servizi, compromettendo l’accessibilità del sistema di diritto allo studio toscano. Un modello di welfare che per anni è stato un punto di riferimento e una speranza per migliaia di studenti in Italia rischia così di essere definitivamente smantellato.
La decisione del DSU Toscana di privatizzare i servizi essenziali è il risultato di scelte politiche adottate a livello nazionale. I governi Draghi e Meloni, attraverso i fondi del PNRR, hanno stanziato 1,2 miliardi di euro per la creazione di nuovi posti letto. Un investimento senza precedenti, che tuttavia non è ancora stato pienamente realizzato e che, finora, ha visto la quasi totalità delle risorse finire nelle mani di soggetti privati. Di questi 1,2 miliardi, non un solo euro è stato destinato al DSU Toscana per migliorare la qualità delle residenze esistenti o per aprirne di nuove. Un’enorme operazione di investimento pubblico che si è trasformata in un regalo miliardario alle multinazionali che costruiscono studentati privati di lusso a pagamento.
Se questa è la realtà che stiamo vivendo, le previsioni di bilancio per il 2027 delineano di fatto la morte del diritto allo studio. Tra il 2021 e il 2024, le soglie ISEE per l’accesso alle borse di studio sono state innalzate da 23mila a 27mila euro, mentre i contributi monetari sono aumentati del 5,4%. L’innalzamento delle soglie ha inevitabilmente ampliato la platea di beneficiari, facendo lievitare i costi necessari a garantire la copertura totale delle borse di studio. L’aumento dei costi, a partire dal 2021, è stato tamponato con le risorse del PNRR che però dall’anno 2026 andranno ad esaurirsi. Per l’a.a. 2026/2027 si stima infatti un disavanzo complessivo per la copertura dei costi per Borse di studio di € -17.843.277,62.
Per raggiungere il pareggio di bilancio, in assenza di maggiori finanziamenti da parte dello Stato e della Regione, DSU prevede per l’a.a. 2026/2027 un numero stimato di 4.944 studenti idonei non vincitori di borsa (circa il 30% dei borsisti in Toscana). Si tratta di studenti che, pur avendo tutti i requisiti per ottenere la borsa di studio, non la riceveranno a causa dell’insufficienza di fondi.
Oltre a questa catastrofe senza precedenti nella nostra Regione, l’Azienda DSU prevede un ulteriore taglio di 5,5 milioni di euro sui servizi di residenze e ristorazione per garantire il pareggio di bilancio. Questo comporterà la chiusura di alcuni punti ristoro nelle ore serali e la dismissione di alcune residenze, con la perdita di circa 500 posti letto in tutta la Toscana. A Siena, in particolare, si ipotizza la chiusura della Residenza Bandini, aggravando ulteriormente la crisi abitativa per la comunità studentesca.
Nel bilancio previsionale si prevede un blocco totale delle assunzioni, con gravi ripercussioni sulle funzioni aziendali primarie. Inoltre, è previsto un aumento della percentuale di studenti sottoposti ad accertamento da parte della Guardia di Finanza, che già nel 2024 ha riguardato il 35% degli studenti.
La distruzione del sistema DSU non è imputabile esclusivamente alla gestione della Regione Toscana, ma soprattutto ai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, i quali hanno avuto l’obiettivo di subordinare il sistema DSU a interessi privati, trasformando un diritto essenziale in una fonte di profitto sulla pelle di milioni di studenti.
Per questo oggi abbiamo interrotto il CDA del DSU Toscana a Firenze, e rilanciamo la manifestazione indetta dal Coordinamento Precario Universitario del 21 febbraio a Siena (ore 10 fuori al polo San Niccolò), in occasione della visita in città della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e del presidente Giani.
Chiediamo finanziamenti adeguati da parte dello Stato e della Regione per il DSU Toscana, una gestione pubblica diretta di mense e residenze, contro la privatizzazione dei servizi. Esigiamo maggiore rapidità nei lavori di ristrutturazione delle residenze e la creazione di nuovi posti letto. Pretendiamo tariffe più basse per la ristorazione in tutte le fasce ISEE, oltre all’apertura di una seconda mensa nel centro di Siena e di una nuova mensa a Unistrasi.
Vogliamo un vero diritto allo studio e siamo determinati a lottare con tutte le nostre forze per ottenerlo.”
Cravos – organizzazione studentesca
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