Controllate statali, il governo studia le nomine: i possibili nomini nel valzer

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Ultim’ora news 21 febbraio ore 20

Conto e carta

difficile da pignorare

 


È il primo tempo di una partita per addetti ai lavori. Ma è cruciale per mettere a fuoco la strategia del governo nella costruzione della prossima classe dirigente a cui spetta il compito di gestire le società a controllo pubblico.

Con le assemblee che approveranno i bilanci del 2024 è in arrivo anche una grande infornata di nomine. Ogni tre anni si rinnovano amministratori delegati, presidenti e cda di aziende a trazione pubblica. Quest’anno tocca a Saipem, Italgas, Fincantieri, Sace, Simest e Autostrade. Una prima tornata che scandirà il ritmo del grande ballo del 2026, quando il rinnovo degli organi riguarderà pezzi da novanta con fatturati a nove zeri come Eni, Enel, Poste e Terna.

Dopo l’intesa sulle Ferrovie, tocca alle energetiche 

Conti alla mano, in primavera il governo dovrà assegnare 400 incarichi in pochi mesi per i 90 board in scadenza (analisi centro Studi CoMar). Cosa sceglierà e, soprattutto, chi accontenterà Giorgia Meloni? Nelle ultime settimane qualcosa è già successo: Giampiero Strisciuglio è stato scelto come nuovo amministratore delegato di Trenitalia al posto di Luigi Corradi che, a sua volta, prenderà il timone di Fs International.

Sistemate anche Anas con Claudio Andrea Gemme, e Rfi con Aldo Isi alla tolda. L’intesa fra Lega e Fratelli d’Italia ha funzionato per il capitolo Ferrovie. Ora bisogna mantenere gli equilibri. Anche perché la direttiva della premier è una: vietato sbagliare. Soprattutto con i vertici delle società energetiche, visto il periodo.

Snam e Italgas: le ipotesi sul tavolo di Cdp

Nei palazzi romani circolano già i nomi dei pretendenti della sedia di Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. C’è quello di Roberto Tomasi, attualmente alla guida di Autostrade per l’Italia, quello di Roberto Diacetti, romano, classe 1973, membro del cda di Masi Agricola, Pirelli, Saipem e Banca Ifis. Ma nel toto-nomi c’è anche Paolo Gallo, attuale ad di Italgas.

Tuttavia le speranze potrebbero essere spente prima del previsto. Non solo Venier è al suo primo mandato, vi sono elementi oggettivi che potrebbero spingere Dario Scannapieco, che guida Cdp, a chiedere una riconferma. Primo fra tutti i molteplici e delicatissimi dossier ancora aperti sulle scrivanie di San Donato Milanese.

Partita delicata anche quella di Italgas. Ma se la prerogativa è «vietato sbagliare» allora Gallo potrebbe spuntare un quarto mandato. Sempre se non approderà in Snam o Autostrade per l’Italia. A quel punto l’esecutivo dovrebbe estrarre dal cilindro un nome in grado di portare a compimento la maxi operazione con 2i Rete Gas per creare il leader europeo della distribuzione di gas.

Da Fincantieri a Sace: quelle attese riconferme 

Chi certamente resterà al suo posto è Pierroberto Folgiero. L’ad di Fincantieri sta raccogliendo i primi frutti della semina: dall’andamento del titolo (+130% nell’ultimo anno) all’atteso ritorno in utile nel full year 2025 dopo una profonda riorganizzazione dell’azienda.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Ben posizionata per un rinnovo del mandato è anche Alessandra Ricci, attuale numero uno di Sace, forte dei risultati conseguiti; nel terzo trimestre del 2024, dopo aver stanziato 33,3 miliardi alle imprese, l’utile netto del gruppo è aumentato del 54%. Meno probabile, ma comunque non esclusa, la riconferma del presidente Filippo Giansante, espressione della precedente direzione generale del Tesoro. Tra i nomi vagliati in alternativa due donne provenienti dal mondo Sace: Cristina Sgubin, attuale segretaria generale di Telespazio, e Monica Scipione, che, tra le altre cose, è anche nel collegio sindacale di Infratel.

Vertice rosa in via di riconferma anche a Simest. Pochi i dubbi sul sostegno di Cdp, che controlla la società al 76%, a Regina Corradini d’Arienzo. Dubbi, invece, per la presidenza. Lascerà l’incarico Pasquale Salzano, nominato ambasciatore in Marocco al posto di Armando Barucco. Anche qui, palla in mano a Scannapieco. Che quasi sicuramente lascerà le redini di Autostrade per l’Italia a Roberto Tomasi (come ad) e a Elisabetta Olivieri (presidente). Anche perché la società partecipata da Blackstone e Macquarie sta negoziando il nodo nevralgico del prolungamento della concessione. Il tutto condito da un piano di investimenti che vale ben 35,9 miliardi entro il 2038. (riproduzione riservata)



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